
- La Villa e la sua costruzione
- Il giardino all’italiana della Villa
- Nomi illustri per una mirabile Villa
- La decorazione e gli affreschi della Loggia
- Le splendide sale del complesso: la Sala del Fregio e la Sala di Galatea
- Le altre sale: la Sala delle Prospettive e la Sala delle Nozze
- Le Galleria delle Grottesche: una Sala fra le Sale
- La Villa e l’archeologia: i resti d’epoca Romana
- Esplorare i dintorni di Villa Farnesina
Villa Farnesina
La Villa Farnesina, nota anche come Villa della Farnesina, è un edificio storico di Roma.
È situata presso via della Lungara, nel rione Trastevere.
La struttura è nota per essere uno degli edifici più rappresentativi dell’architettura rinascimentale del primo Cinquecento in Italia.
Baldassarre Peruzzi la edificò per la committenza di Agostino Chigi, noto banchiere senese presso la Corte Papale.
Il Chigi, fine intenditore d’arte, volle racchiudere in questa dimora il segno della propria personalità.
Il progetto, dai forti rimandi all’architettura vitruviana della Roma imperiale, fu il prototipo della villa suburbana romana rinascimentale. La sua realizzazione ebbe una notevole risonanza, anche perché a partire dal 1511 la residenza fu affrescata secondo un programma iconografico di straordinaria accuratezza simbolico-mitologica.
Venne presto imitata in tutta Italia, divenendo spunto per le opere del Palladio in Veneto.
La copertura delle pareti venne infatti affidata ai più grandi artisti del periodo: Sebastiano del Piombo, Raffaello Sanzio, Giulio Romano sono nomi che non hanno bisogno di presentazioni.
Lo stesso Baldassarre Peruzzi si mise d’impegno nella realizzazione degli affreschi.
La Villa deve il toponimo con la quale è conosciuta alla famiglia Farnese. Nel 1579 i Farnese acquisirono la Villa grazie a clausole legali che eludevano il vincolo ereditario posto dal Chigi. Dal 1603 è sede dell’Accademia dei Lincei. Lo Stato italiano possiede la Villa dal 1927.
Quest’ultimo l’ha donata all’Accademia d’Italia, a più riprese, tra il 1969 e il 1983.
Oggi è utilizzata dall’Accademia dei Lincei come sede di rappresentanza e ospita il Gabinetto Nazionale delle Stampe. Scopriamo questo gioiello dell’arte che la Città Eterna ci offre!
La Villa e la sua costruzione
Pare che nella primavera del 1506 la progettazione della Villa fosse già conclusa, ma che Agostino Chigi abbia voluto attendere il 22 aprile 1506 per la posa della prima pietra, essendo questa la data della costellazione favorevole per la costruzione.
La sua edificazione si protrasse dal 1506 al 1512 per opera di Baldassarre Peruzzi per conto del banchiere senese Agostino Chigi. Quest’ultimo era un personaggio di spicco nella Roma cinquecentesca.
Egli aveva accumulato una grande fortuna e godeva della protezione di papa Giulio II prima e Leone X poi. Gli interventi presso la Farnesina, nota al tempo come villa Chigi, si protrassero per altri lavori fino al 1520. Con la morte del Chigi, nel 1520, la villa decadde e venne depauperata degli arredi e delle opere d’arte. Il cardinale Alessandro Farnese acquista il complesso nel 1579, da ciò la Villa ha preso il nome attuale. I Borbone di Napoli rilevano il luogo nel 1714. L’apertura del Lungotevere, a fine Ottocento, comporta la distruzione di una parte dei giardini e della loggia progettata da Raffaello.
Il giardino all’italiana della Villa
All’entrata della Villa vi è un parco, elegante esempio di giardino all’italiana.
Immergersi in questo invidiabile locus amoenus, circondato di bellezze artistiche e naturali, fa quasi avere l’impressione di godere della stessa calma che il banchiere ricercava lontano dai clamori dell’urbe. Ispirato ai giardini medievali di monasteri e conventi, è una caratteristica tipica dei giardini del Cinquecento.
Il parco è separato, tramite un’alta siepe, dal giardino vero e proprio. Quest’ultimo corre fino a un tratto delle Mura aureliane. Dopo un accurato intervento di restauro, le piante presenti anticamente hanno tornato a fiorire. Pini e cipressi, allori, iris sono tornati a definire la variopinta fascia lungo l’antico muro di cinta farnesiano.
Nomi illustri per una mirabile Villa
Tra le stanze della dimora edificata dal Peruzzi possiamo scoprire innumerevoli tesori artistici.
Questa reggia, tra le più armoniose realizzazioni del Rinascimento italiano, mostra tutto il suo splendore tra affreschi di Raffaello e la sua scuola, interventi del Sodoma e di Sebastiano del Piombo.
Nelle sue Vite, Giorgio Vasari narra di una bizzarra ostinazione dell’Urbinate accorso alla Villa Farnesina per completare i lavori. Chiamato ad affrescare la sontuosa villa di delizie dal ricco mercante Chigi, suo committente e amico, l’artista avrebbe confidato al banchiere le sue pene d’amore.
Egli specificò di non riuscire a lavorare alla prima loggia “per lo amore che e’ portava ad una sua donna”.
Il committente, capendo l’amico di vecchia data, si sarebbe pertanto adoperato per aiutarlo.
Fece di tutto affinché la fanciulla in questione, la celebre Fornarina, già modella che ispirò al Sanzio molti capolavori, s’intrattenesse a Villa Farnesina. Il pittore diede quindi libero sfogo alla sua creatività. A lasciare il visitatore esterrefatto sono soprattutto le decorazioni delle Sale interne, gli affreschi della Loggia di Amore e Psiche e la Galleria delle Grottesche.
La decorazione e gli affreschi della Loggia
Nella Loggia di Amore e Psiche si trova l’omonimo ciclo con le storie dei due soggetti, tratte dall’autore latino Apuleio. Raffaello disegnò gli affreschi, la stesura invece spetta in buona parte ai suoi allievi, tra cui spicca il segno di Giulio Romano.
La Loggia rappresenta un continuum ideale del giardino: infiniti intrecci di fiori e decorazioni a tema naturalistico sono ivi presenti. Sono riconoscibili circa duecento specie botaniche soprattutto domestiche, tra cui numerose piante importate dalle Americhe, scoperte da poco, all’epoca del ciclo di affreschi. Le peripezie di Psiche ripercorrono la travagliata salita sociale di Francesca Ordeaschi, amante di Agostino Chigi. Ella da cortigiana divenne moglie legittima del banchiere.
Le splendide sale del complesso: la Sala del Fregio e la Sala di Galatea
Segue la Sala del Fregio, forse uno studio di Agostino. Baldassarre Peruzzi affrescò le pareti alle quali erano forse appesi arazzi e tappeti, con scene mitologiche raffiguranti le imprese di Ercole e altri episodi mitici, tratti dalle Metamorfosi di Ovidio. L’interpretazione complessiva narra del contrasto tra ragione e sentimento. Si tratta di una delle prime opere pittoriche di Peruzzi a Roma, appena giunto da Siena.
Vi è poi la Sala di Galatea. Essa deve il nome all’affresco del Trionfo di Galatea di Raffaello. La ninfa si trova su un carro trainato da delfini, con al seguito creature marine. Accanto all’affresco di Raffaello si trova il colossale Polifemo di Sebastiano del Piombo, anch’essa prima opera dell’artista a Roma, giunto da Venezia apposta per la commissione. Peruzzi si occupò della gigantesca Testa di Giovane, anche se la tradizione vuole tuttavia che Michelangelo abbia dipinto la gigantesca opera.
Raffaello non permetteva a nessuno esterno ai lavori di vedere i suoi affreschi in corso d’opera.
Un aneddoto, incentrato sulla rivalità tra Raffaello e il Buonarroti, racconta che Michelangelo, estremamente curioso di sbirciare gli affreschi dell’Urbinate, riuscì a eludere la sorveglianza dei custodi travestendosi da venditore.
Giunto di fronte al lavoro del rivale, non riuscendo a resistere alla tentazione, prese un pezzo di carbone per disegnare una gigantesca testa, prima di sgattaiolare via.
Quando Raffaello si accorse dell’aggiunta, non ebbe la forza di cancellarla e ordinò che nessuno la toccasse. Così viene spiegata la possanza dei corpi di tutte le figure rappresentate, le quali risentono di influssi michelangioleschi, addolciti dalla grazia propria del Sanzio.
Le altre sale: la Sala delle Prospettive e la Sala delle Nozze
Al piano superiore si trova la Sala delle Prospettive, dipinta illusionisticamente nel 1518-1519 da Baldassarre Peruzzi. Qui Agostino Chigi tenne il suo banchetto nuziale nel 1519. Ai lati della Sala sono dipinte due finte logge con colonne e archi affacciate su vedute di Roma. Il lungo fregio che cinge l’ambiente nella parte superiore delle pareti raffigura scene mitologiche, intervallate da finti bassorilievi con ninfe. Su alcune pareti si individuano facilmente incisioni e graffiti vandalici risalenti al sacco di Roma del 1527 compiuti da Lanzichenecchi.
La Sala delle Nozze invece era destinata alle stanze da letto usate dal Chigi e la sua consorte.
Venne decorata con affreschi del Sodoma nel 1517, raffiguranti scene della vita di Alessandro Magno.
La centralità della scena delle Nozze di Alessandro e Rossane ha infatti duplice importanza.
Il soggetto è destinato a glorificare il committente, identificato con il personaggio della classicità mentre la scena rinforza il legame amoroso che intercorreva fra i due coniugi. Gli affreschi delle varie Sale vennero restaurati tra il 1974 e il 1976.
Le Galleria delle Grottesche: una Sala fra le Sale
Una delle novità recentemente emerse nel contesto della Villa Farnesina è rappresentata dai motivi a grottesca che fanno da cornice ad alcune scene dipinte. Vitruvio, l’architetto a cui Peruzzi si rifece per i progetti della Villa, aveva criticato questi ornati considerandoli assurdi e sconclusionati. I suoi insegnamenti dovettero essere tenuti in gran conto dal pittore e dal committente.
La Villa e l’archeologia: i resti d’epoca Romana
Presso la Villa Farnesina vi sono anche degli importanti ritrovamenti archeologici .
Nei pressi del Giardino è presente una lussuosa domus risalente all’epoca augustea, I secolo d.C. circa. Si crede che questa fosse la residenza di Marco Vipsanio Agrippa e Giulia Maggiore, figlia dell’imperatore Augusto. Tale residenza è stata denominata Casa della Farnesina ed è particolarmente ricca di affreschi egregiamente conservati. L’abitazione fu scoperta nei pressi della sede dei Lincei durante i lavori per la costruzione del lungotevere, verso il 1880. Alcuni reperti archeologici, tra cui sarcofagi, capitelli e statue, testimoniano l’antico fasto di questo ambiente nel cuore di Trastevere.
Esplorare i dintorni di Villa Farnesina
Nei suoi dintorni, di Villa Farnesina offre numerosi altri luoghi e monumenti di enorme rilevanza storica e architettonica. L’edificio storico più importante e più vicino alla Farnesina è Palazzo Corsini.
Consigliata è anche la visita alla Basilica di Santa Maria in Trastevere nel cuore del rione che ne porta il nome. Altra tappa imperdibile sono i Musei Vaticani con l’annessa Cappella Sistina e la Basilica di San Pietro, che rappresentano uno dei percorsi storico-artistici più affascinanti e suggestivi di Roma.
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Articolo di Gianguido Tridente