Via dei Fori Imperiali: il punto di raccordo fra il Colosseo e Piazza Venezia

Via dei Fori Imperiali: il punto di raccordo fra il Colosseo e Piazza Venezia

Via dei Fori Imperiali

Via dei Fori Imperiali: il punto di raccordo fra il Colosseo e Piazza Venezia

 

Via dei Fori Imperiali

Via dei Fori Imperiali è una delle strade più celebri di Roma e si trova nel cuore della Capitale. La via collega il monumento simbolo di Roma, il Colosseo, con Piazza Venezia. 

In principio si chiamava Via dell’Impero. Il nome, in seguito, è mutato per dare più rilievo ai resti monumentali presenti nei fori, ovvero quelli di Augusto, Nerva, Cesare e Traiano. 

Oggi la via è alberata e percorrendola è possibile ammirare molti edifici appartenenti all’Antica Roma, come per esempio il Foro Romano, i Mercati traianei, la Basilica di Massenzio e il Vittoriano.

Via dei Fori Imperiali è facilmente raggiungibile e dal 1950 il 2 giugno ospita ogni anno la parata per commemorare la Festa della Repubblica Italiana.

 

Via dei Fori Imperiali: centro politico-amministrativo dell’Antica Roma

La Via dei Fori Imperiali prende il nome proprio dalla presenza dei Fori imperiali. L’imperatore Giulio Cesare fece edificare il primo, il Foro di Cesare. Questo facilitò la costituzione di un centro politico-amministrativo di grande importanza, anche dal punto di vista artistico. 

Durante il Medioevo un’ampia zona dei Fori imperiali si urbanizzò. Molte persone costruirono le loro case qui e la Chiesa vi fece edificare i propri monasteri e le proprie chiese. Quest’urbanizzazione però si ridusse drasticamente fra il 1924 e il 1932. Fu Mussolini che nel 1932 inaugurò Via dell’Impero, nome utilizzato fino al 1945.

Nei primi anni che succedettero all’inaugurazione, quattro statue in bronzo presero posto nella via. Queste erano delle riproduzioni di statue originali che si trovano nel Campidoglio e nel Vaticano.

Le statue rappresentano quattro celebri imperatori romani: Cesare, Traiano, Ottaviano Augusto e Nerva. Ogni statua è posta davanti al corrispettivo e omonimo foro.

 

Via dei Fori imperiali: i Fori di Cesare,  Augusto, Ottaviano, Nerva e Traiano

Il primo foro a esser costruito fu quello dedicato a Cesare. La grande piazza presenta due portici e in fondo si può vedere il tempio dedicato alla Venere Genitrice.  

Il Foro di Augusto fu realizzato per volere dell’omonimo imperatore che fece edificare anche il Tempio di Marte Ultore. Ottaviano Augusto fece costruire quest’ultimo in quanto aveva promesso di fronte alle divinità che, nel caso in cui avesse vinto la battaglia dei Filippi, avrebbe costruito un tempio in onore di Marte, il dio della guerra. Il Tempio di Marte Ultore si trova all’interno di una piazza del Foro di Augusto. 

In passato qui avevano luogo le attività giudiziarie e l’area era abbellita da sculture ispirate alle origini di Roma e alla sua storia.

Fra il Foro di Augusto e quello di Cesare si erge il Tempio della Pace. In passato era ornato con vasche colme d’acqua e piattaforme sulle quali ergere delle statue. In seguito, la zona fu distrutta a causa di un terribile incendio, ma poi venne nuovamente ricostruita. Venne eretta la Forma Urbis Severiana, che ci è giunta solamente in parte. Era rimasto però uno spazio vuoto fra i due Fori. Domiziano così volle realizzare una piazza come punto di raccordo fra il Tempio della Pace e i due Fori. Ma l’imperatore morì prima che l’opera fosse compiuta. A lui succedette Nerva, che fece costruire nello spazio rimanente, un Foro che prese il suo nome. A questo era legato il Tempio di Minerva. Il Foro di Nerva sembrava avere proprio la funzione di raccordo fra il Foro di Augusto e quello di Cesare.

I lavori che aveva iniziato Domiziano, comunque, furono ripresi da un altro imperatore, Traiano. A lui è intitolato l’ultimo dei Fori. La piazza dove oggi si trova il Foro Traiano, in passato ospitava accampamenti militari. Alle spalle del Foro si erge tuttora la Colonna Traiana, che illustra le campagne vittoriose di Traiano contro i Daci. In seguito al foro di Traiano vennero costruiti la Basilica Argentaria, i Mercati Traianei e la Basilica Ulpia.

 

E poi?

Durante il corso dei secoli i Fori, nonostante le modifiche subite negli anni, non cambiarono la loro funzione e la loro conformazione per tutta l’antichità. Un cambiamento ci fu solo a partire dal IV secolo. Questi spazi, infatti, furono destinati a funzioni diverse rispetto a quelle che precedentemente avevano e per le quali erano stati appositamente costruiti. Dal VI secolo in poi, purtroppo, i Fori furono man mano abbandonati e smantellati allo scopo di poter recuperare da loro materiali destinati all’edilizia.

Durante il Medioevo, invece, qui sorsero delle case, dei monasteri e delle chiese.
Andando avanti nel tempo, fino alla fine del XVI secolo, il cardinale Michele Bonelli  realizzò proprio qui il quartiere Alessandrino e sapete invece quale funzione aveva il Foro Romano? Venne adibito al pascolo!
Ovviamente tanti anni dopo, vennero riscoperti e oggi possiamo ammirarli, ricordando gli antichi fasti.

 

Come raggiungere i Fori Imperiali?

Se vi trovate nei pressi della stazione Termini, avete due scelte: andare con l’autobus o con la metropolitana. Vi sconsigliamo caldamente di usare un’automobile per due principali motivi: Roma è tristemente famosa per il traffico e perché in centro molte sono le ZTL… E grande è il rischio di incappare in qualche multa.
Fra la metro e l’autobus vi consigliamo la prima! Perché? La metro è più veloce. Da Termini potete prendere la metro B in direzione “Laurentina” e scendere alla fermata “Colosseo”. Ci impiegherete solo pochi minuti. Da qui potrete proseguire a piedi e immergervi nella Capitale. Appena scesi, avrete davanti a voi proprio il Colosseo! Via dei Fori Imperiali collega il Colosseo a Piazza Venezia, quindi se vorrete, potrete percorrere tutto il tragitto, impiegherete meno di un quarto d’ora, e ammirare i grandiosi monumenti nei dintorni!

 

E voi avete già passeggiato per via dei Fori Imperiali? Avete visitato i Fori? Fatecelo sapere nei commenti!

Articolo di Teresa Medori

Aggiornato il 27/02/2022 da Teresa Medori

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