Vetto: il piccolo borgo antico della Val d’Enza - Oj Eventi

Vetto: il piccolo borgo antico della Val d’Enza

Vetto

Tra i comuni dell’Appennino Reggiano, Vetto è il più piccolo ma anche quello che riserva più sorprese: una vista mozzafiato su tutta la valle, architetture antiche che sono introvabili in altre parti dell’Emilia-Romagna e i bellissimi terrazzamenti che sono considerati beni ambientali dal FAI.

Natura, cibo, folklore e storia: Vetto e le sue frazioni sono pronte a stupirvi.

Vetto, una perla nell’Appennino Reggiano

Non si può nominare Vetto, senza parlare dell’Enza, il torrente che affluisce nel Po e che, secondo le credenze popolari, è all’origine del nome di questo borgo. Sembra infatti che il suo toponimo derivi dal latino “vectus” che significa trasportato, riferendosi proprio ad un luogo in cui è possibile attraversare il fiume.

La storia di Vetto è ben documentata a partire dal periodo medievale quando la sua esistenza si intreccia con quella dei Canossa, che la concederanno come feudo a diverse famiglie.

Saranno in particolare i da Palude ad essere fondamentali per la storia e l’architettura del borgo e delle sue frazioni. È grazie a questa famiglia che si deve la costruzione del Castello di Crovara, un edificio da difesa edificato proprio per la posizione strategica di Vetto.

Dopo secoli di assedi e battaglie ne rimangono solo le suggestive rovine riconosciute come luogo FAI.

Ma la storia di questa terra non è solo quella delle grandi battaglie, il territorio vezzese ha anche una lunga tradizione contadina.

È infatti grazie alla necessità di uscire da una coltura di sussistenza che sono nati i terrazzamenti di Vetto. Costruiti in una posizione strategica dove riescono ad essere protetti dal freddo ma comunque ben esposti al sole, hanno modificato il paesaggio rendendolo caratteristico e sono diventati parte dell’identità del luogo. Il costante lavoro di preservazione e recupero ha fatto in modo che oggi siano ancora coltivati e perfettamente accessibili. Le particolari condizioni del microclima che permettono coltivazioni insolite per questa altitudine hanno attirato l’attenzione della Newcastle University che ha inserito i terrazzamenti all’interno del progetto “Paesaggi storici e sostenibilità dei suoli”.

Unesco e Terre di Canossa: quando storia e natura si intrecciano

donnole

donnole

L’Appennino Tosco – Emiliano e i suoi comuni fanno parte dal 2015 della riserva MAB Unesco, il progetto che mira a tutelare la biosfera e la biodiversità. Anche Vetto, quindi, gode di una particolare attenzione per quello che riguarda l’ambiente, l’agricoltura sostenibile e il rapporto tra popolazione, cultura e produzione agroalimentare locale.

I boschi che circondano il comune sono caratterizzati dalla presenza di castagni e querce che fanno da habitat a scoiattoli, istrici, faine, donnole e tassi.

La vicinanza del fiume e dei due torrenti Tassaro e Tassobbio hanno reso di questa zona l’ambiente ideale per il martin pescatore.

La presenza della famiglia Canossa ha segnato profondamente questo territorio, modificandone l’aspetto e legando indissolubilmente i suoi borghi. Vetto ancora oggi fa parte delle Terre di Canossa: una serie di luoghi legati dal filo rosso dei possedimenti della Contessa Matilde.

La natura incontaminata dell’Appennino Reggiano

Gli amanti del trekking non possono perdere l’occasione di visitare Vetto. Da qui, infatti, partono numerosi percorsi panoramici che permettono di godersi la natura circostante: il lago Baroni, la sorgente sulfurea, la suggestiva cascata del Tassaro e il Canyon dell’Atticola con le sue rocce rosse, vi aspettano.

Ma questo borgo è anche una delle undici tappe del Sentiero dei Ducati, il meraviglioso percorso da fare a piedi o in bicicletta, che segue i confini dei ducati che sono appartenuti agli Estensi. Partendo da Reggio Emilia, attraversa borghi come Quattro Castella e Castagneto per concludersi a Sarzana.

Vetto viene toccata anche dal sentiero partigiano del Distaccamento Cervi, è la partenza dell’itinerario ad anello di Sole e può vantare numerosi percorsi che sono fattibili anche in mountain bike.

Qualunque sia il vostro livello di preparazione atletica potrete trovare il sentiero adatto a voi, per non perdervi l’unicità di questo luogo.

La gastronomia contadina  di Vetto

Carne di pecora, cinghiale, coniglio, pasta fresca e casagai: la gastronomia di Vetto è lo specchio del suo territorio. Piatti di recupero, selvaggina, carne ovina e verdure dell’orto sono i protagonisti della tavola: nelle trattorie a conduzione familiare potrete godervi l’ospitalità tipica emiliana e gustare i piatti che le famiglie si tramandano di generazione in generazione.

Buona parte delle pietanze richiamano la tradizione tipica reggiana, come i tortelli e l’erbazzone.

Nella stagione autunnale si aggiungono alla tavola i funghi e le castagne.

Tra i dolci non potete perdervi la torta in cantina tipica della tradizione collinare reggiana. Questo delizioso dolce nasce da un piatto di recupero, ed è fatto da una base di pan di spagna che prima e dopo la farcitura viene fatto riposare, appunto, in cantina. Il connubio tra crema al cioccolato, liquore sassolino, limone e caffè è un’esplosione di sapore insolita ma che non potrete dimenticare.

Vetto è famosa anche per il pane ovato. Un dolce tipico pasquale a base di farina, uova, agrumi vaniglia e sassolino che una forneria del paese ha ricominciato a produrre per regalarlo ai suoi abitanti. L’idea è nata riprendendo e trasformando la tradizione contadina di recarsi al forno per cuocere il pane per la propria famiglia.

I colori dell’autunno

L’ultimo fine settimana di ottobre l’atmosfera si tinge dei colori dell’autunno e Vetto accoglie questa stagione con la Festa della castagna. Caldarroste, castagnaccio, frittelle di mele, ma anche polenta, arrosticini, gnocco fritto e cappelletti in bicchiere accompagneranno il vostro tour tra le bancarelle di prodotti gastronomici tipici e artigianato locale.

Inoltre, potrete osservare il panorama dall’alto facendo un giro in mongolfiera, per godere di tutta la bellezza dell’appennino nel suo periodo autunnale.

La semplicità, il rispetto delle tradizioni e l’amore per il territorio hanno permesso a questo borgo collinare di conservare i suoi ritmi lenti e di far respirare a chi la visita un’atmosfera sospesa nel tempo. Che amiate la natura, la storia o la buona cucina questo angolo della provincia di Reggio Emilia è pronto ad accogliervi e stupirvi.

Preparate lo zaino e correte a lasciarvi incantare dalla bellezza di questo luogo.

Se vi abbiamo convinti a partire per Vetto scrivetelo nei commenti e condividete l’articolo se vi è piaciuto

Articolo di Elisa Bellini

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