Tesori Umbri che devi vedere: Palazzo Donini a Perugia - Oj Eventi

Tesori Umbri che devi vedere: Palazzo Donini a Perugia

Palazzo Donini

 

Palazzo Donini

Palazzo Donini di Perugia rappresenta, da sempre, uno dei luoghi più suggestivi dell’intera Umbria

Stiamo parlando di un luogo unico nel suo genere, un’arena meravigliosa, in cui la tradizione del genio architettonico, è stata in grado di abbracciare, per decenni, installazioni e impulsi artistici rari e variegati. 

In altre parole, Palazzo Donini rappresenta, oggi, un coacervo di stili ed entusiasmi creativi difficili da replicare.  

Ma cosa rende questa realtà perugina, un luogo tanto eccezionale? Curiosi di saperne di più? 

Scopriamolo insieme!

Palazzo Donini: dove la storia si intreccia con il mistero

Palazzo Donini venne edificato tra il 1716 e il 1724, da un architetto che rimane, ancor oggi, sconosciuto. Questa nota di mistero, ha sicuramente aiutato ad incrementare, negli anni, il grande  potere attrattivo, detenuto dal Palazzo. 

A tal proposito, si è anche azzardata una possibile attribuzione di paternità, riferibile all’architetto Pietro Carattoli; ipotesi subito crollata, dal momento che il Carattoli aveva solo tredici anni, all’epoca dell’edificazione di Palazzo Donini.

Documenti d’archivio, confermano che la struttura sorse sui resti di un’antica cisterna romana, 

di matrice paleocristiana.

L’affascinante stile architettonico del Palazzo, riprende quegli schemi creativi, ereditati dalla grande tradizione urbanistica toscana del 500’

A far da eco a progettazioni simili, sono, senza dubbio, anche i palazzi romani, contemporanei a quest’epoca.

La base architettonica del Donini, si caratterizza da una tecnica creativa ordinata ed essenziale, ben rappresentata dall’intreccio di due tipologie di cornicioni, a cavallo di tre finestre per segmento. 

Il Donini è adornato da due grandi portali: uno si affaccia su Corso Vannucci, e l’altro su Piazza Italia. I due portali sono riccamente decorati da un balcone sovrastante e da due grandi colonne travertine.

Ma passiamo agli interni del Palazzo. Questi furono finemente decorati tra il 1745 e il 1750, dai più grandi artisti perugini dell’epoca. 

Stiamo parlando di quei padri fondatori, che diedero il via alla tradizione dell’intera urbanistica italiana. All’allestimento creativo di Palazzo Donini, contribuirono, infatti, artisti come Anton Maria Garbi, Giacinto Boccanera, Nicola Giuli, Francesco Appiani e molti altri.

Alla scoperta di Palazzo Donini

Ma cosa si nasconde, nel dettaglio, all’interno delle viscere di questo meraviglioso complesso architettonico? 

Inanzitutto, bisogna sottolineare che, un ormai cresciuto Pietro Carattoli, coordinò gli artisti e i vari impulsi pittorici, che andarono ad animare gli interni. 

Fu il Carattoli, infatti, a delineare i differenti temi e i soggetti da ideare. 

Molti furono gli stilemi creativi, che lo stesso Carattoli volle importare dalla vicina Firenze.

Il piano nobile del Palazzo, si caratterizza, senza dubbio, per l’incredibile complessità tematica che ne anima ogni squarcio di parete; qui, infatti, particolari prospettici, prendono ad intrecciarsi con rappresentazioni di natura mitologica

All’interno del salone d’onore, Francesco Appiani volle dipingere Giove fulminante il Cocchio dell’Orgoglio. Si tratta di un’opera unica nel suo genere, installata al di sopra del ballatoio ligneo.

Incredibili sono la cura per il dettaglio e le armonie equilibrate dei corpi; ogni pennellata sembra quasi omaggiare gli stupori dello scalpello di Michelangelo.

Nell’ambito della cappella del Palazzo, è possibile godere di suggestioni pittoriche illusionistiche, mentre sopra la cella dell’altare, si erge, splendida, la pittura maggiore di Francesco Appiani: l’incoronazione della Vergine

La Sala del Caminetto, può essere considerata l’area più interessante e suggestiva dell’interno complesso. 

Ideata dal Carattoli e da Giacinto Boccanera, rappresenta la sublimazione delle incredibili suggestioni prospettiche, che animano ogni angolo di Palazzo Donini.

Nel XIX secolo, Palazzo Donini venne venduto dal leggittimo proprietario, al Comune di Perugia. L’ente comunale usufruì del Palazzo, adibendolo a sede di rappresentanza. 

Qui, nel 1819, venne ospitato il principe austriaco Klemens Von Metternich

Palazzo Donini fu anche sede ufficiale della Facoltà di Filosofia dell’Università di Perugia

Le bellezze di Palazzo Donini: Sala Fiume  

Ma cosa ci riserva il piano terra di Palazzo Donini? Questo spazio rappresenta la dolce dimora di un’installazione permanente, unica nel suo genere. 

Si tratta dell’installazione pittorica dell’artista siciliano Salvatore Fiume, autore di una collana di opere stupende, dedicata alla storia e al mito dell’Umbria

La serie di dipinti, venne commissionata a Fiume, direttamente da Bruno Buitoni, fondatore della IBP (Industrie Buitoni Perugina). 

Buitoni desiderava ornare la sala mensa dell’industria Perugina, con una serie di opere uniche, che andassero a commemorare la tradizione storica e mitica umbra

L’imprenditore, donò, poi, le opere di Fiume, a Palazzo Donini.

Ma di che creazioni stiamo parlando? Cosa ideò, di preciso, Salvatore Fiume? 

L’artista siciliano si concentrò sulla creazione di un ciclo di dieci dipinti

Il tema del ciclo pittorico, si rifa a “Le avventure, le sventure e le glorie dell’antica Perugia”, ideate dall’artista tra il 1949 e il 1952

Varie e particolari sono le scene rappresentate da Fiume all’interno del suo ciclo pittorico. 

In particolare, è possibile ammirare riproduzioni artistiche dei più grandi eventi e personaggi storici, che sconvolsero non solo Perugia, ma l’Umbria intera. 

Parliamo di momenti come l’Assedio di Totila, la Cattura di S. Francesco d’Assisi, la Battaglia dell’Aquila, la Congiura dei Baglioni, la Battaglia dei Sassi e molti altri eventi e battaglie particolari.

Numerosi sono anche i segmenti dedicati a personalità immortali, come San Francesco, Braccio Fortebraccio, Niccolò Piccinino, San Benedetto da Norcia e tanti altri.

All’interno del ciclo delle battaglie religiose, vengono spesso omaggiati i dipinti di Piero della Francesca e di Paolo Uccello

Le figure dei santi Francesco e Bendetto, vanno, invece, a rappresentare il volto pacifico della religione cristiana, in netto contrasto con i particoli delle varie battaglie.

Con le sue magnifiche opere, Fiume ci porta proprio nel cuore della grande tradizione pittorica italiana del 900’. Un periodo unico, animato da irripetibili fervori creativi, che furono in grado di omogeneizzare artisticamente l’intera penisola. 

Tali impulsi trovarono, poi, preziosi domicili  in luoghi affamati di arte, come appunto l’Umbria.

Tradizioni pittoriche: l’Umbria del 900’ 

Ma di che tipologia di stili pittorici stiamo parlando? E perché l’Umbria può essere considerata la casa di spicco per la pittura del 900’

Verso la metà del 900’, l’Umbria diventa la protagonista assoluta di un evento di straordinaria portata, che molti ignorano. Questa regione rappresentò infatti, il punto di riferimento di moltissimi artisti e pittori italiani e internazionali, che trovarono, qui, un luogo di illuminata ispirazione per far germogliare le proprie opere. 

Artisti come il torinese Alighiero Boetti,  Piero Dorazio e Beverly Pepper, trovarono nella campagna di Todi, il luogo eletto per eccellenza, in grado di influenzare in maniera profonda le proprie composizioni. 

William Congdom decise di stabilirsi ad Assisi in maniera permanente. 

Nello stesso periodo, Giuseppe Capogrossi realizza incredibili pitture all’interno delle pareti del convento dei Cappuccini di Gubbio. 

L’artista Sol LeWitt, elegge Monteluco di Spoleto, a studio alternativo, rispetto alla sua residenza americana. 

Anche Yves Klein raggiunge l’Umbria, almeno cinque volte, arricchendola dello stupefacente ex voto, presente all’interno del Monastero di Santa Rita da Cascia.

I pittori del 900’ Made in Umbria (autoctoni o adottati), rappresentano una generazione di artisti moderni e decisi a tagliare i legami con il passato. 

Questi artisti sono pronti ad abbandonarsi alle variegate correnti creative, che in questo periodo prendono ad intrecciarsi e contaminarsi tra loro. 

Stiamo parlando di suggestioni pittoriche di immanente eredità, come il Surrealismo, il Cubismo, l’Impressionismo e l’Astrattismo. 

Ma attenzione! Non si tratta solo di semplici correnti e stili pittorici, bensì di impulsi creativi molto più profondi. 

Spinte geniali, che trovando sede nei meandri più impervi dell’animo umano, cercano di sondare tutto lo scibile della conoscenza dell’uomo, servendosi, appunto, della pittura. 

E’ proprio in questo periodo infatti, che l’arte della pittura verrà messa al servizio di analisi e approfondimenti dedicati alla psicologia dell’inconscio

L’Umbria, da questo punto di vista, andò quindi a rappresentare uno dei coacervi di ricerca artistica tra i più vivi e impegnati di sempre!

 Pittori Perugini: tra passato e presente  

Gettando uno sguardo particolareggiato ai grandi pittori umbri del 900’, non possiamo non far ritorno alla bella Perugia, già sede di Palazzo Donini e di Sala Fiume, di quei luoghi, cioè, che hanno inaugurato questo nostro viaggio artistico

Oltre al già citato Salvatore Fiume, la Perugia del 900’ è animata da moltissime altre personalità di spicco nel panorama pittorico umbro e internazionale. 

Ci piace soffermarci, in particolare, su Beverly Pepper e Alberto Burri.

Burri è un artista complesso nel suo genere

Nato alle porte di Perugia, militò nelle armate fasciste, prima di essere catturato dagli americani e spedito in prigione in Texas

Fu proprio durante il periodo di prigionia, che Burri sviluppò la sua visione artistica

Il pittore si concentrerà nello sviluppare alcune opere, tramite l’utilizzo di materiali precisi, come i sacchi, il catrame o addirittura le muffe. 

L’utilizzo di ognuno di questi elementi, corrisponde ad un segmento creativo del tutto particolare. 

Lo sperimentare materiali diversi, ha condotto Burri ad utilizzare supporti variegati, come la plastica, il ferro, il legno, ect. 

Il cuore di questo momento creativo, si è basato nel trasfigurare gli oggetti e i materiali (considerati come scarti), all’interno di un linguaggio poetico intriso di nuove visioni prospettiche

Per l’artista infatti, non esiste materiale che non possa essere trasformato in alfabeto creativo.

Artista eterogeneo e intricato, Burri ha rappresentato un importante punto di riferimento, per quella corrente creativa dedicata all’informale materico.

Per Burri, dipingere equivale ad esistere

Un’altra personalità di spicco, nell’ambito del panorama pittorico perugino, è sicuramente rappresentata da Beverly Pepper. 

Americana di nascita, umbra di adozione, l’incontro di Beverly con l’Italia (in generale) e con Perugia (in particolare), è amore a prima vista

La sua attività pittorica, prende le mosse nel tardo Novecento, fino a giungere alle porte del 2020.

Pittrice e scultrice di successo, Beverly basa la sua ricerca creativa, sullo studio di colori e materiali, che ha occasione di analizzare nel corso dei suoi viaggi in giro per l’Europa, il Sud Est Asiatico e la Cambogia.

Pepper cerca così, di connaturare lo studio e la lavorazione di materiali specifici (come il legno, l’acciaio, il cemento ect.) proiettandoli, all’interno delle sue tele pittoriche

Cioè che l’ha resa, nel tempo, un’artista unica, è stata l’incredibile capacità di utilizzare la pittura, come strumento ideale per la rielaborazione immateriale, circa la propria visione del mondo, basata sui materiali. 

Curioso di esplorare le meraviglie di Palazzo Donini e dei tesori pittorici dell’Umbria? Faccelo sapere!

Articolo di Sebina Montagno

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