Prossemica: il significato della distanza nelle relazioni sociali
La prossemica è la disciplina che studia il significato che assumono la prossimità e la distanza nelle relazioni interpersonali. Il modo in cui ci posizioniamo nello spazio rispetto alle altre persone non è casuale, ma dipende dal tipo di relazione che abbiamo con l’altro, dal nostro carattere e dalla cultura in cui siamo cresciuti. Ad esempio, la posizione nello spazio che assumiamo quando stiamo con il nostro partner non è la stessa che teniamo quando ci dobbiamo relazionare con il nostro capo in ufficio. Sicuramente tanto è maggiore il grado di confidenza che abbiamo con l’altro, tanto è minore la distanza che siamo disposti a mantenere. Il corpo parla anche quando stiamo zitti ed è proprio di questa comunicazione non verbale che si occupa la prossemica.
Prossemica: definizione e significato
Il termine prossemica deriva dall’inglese proxemis che deriva dalla fusione del prefisso prox-, che indica vicinanza, con il suffisso -emics. La parola è stata coniata nel 1963 dall’antropologo statunitense Edward T. Hall ed è comparsa per la prima volta nel libro “The hidden dimension”, pubblicato nel 1966. L’opera è stata poi tradotta in italiano con il titolo “La dimensione nascosta”. Nel suo testo, Hall definisce la prossemica come lo studio dell’uso che gli umani fanno dello spazio sociale e personale.
Per Hall quindi il modo in cui le persone usano lo spazio intorno a sé ha un significato ben preciso, che dipende fortemente dal contesto culturale in cui convivono. Lo studioso affermava che il corpo trasmette dei messaggi anche quando la persona è in silenzio, proprio per sottolineare il fatto che il modo in cui ci posizioniamo nello spazio veicola un messaggio non verbale. Secondo Hall ogni persona occupa sia uno spazio fisico, quello dato dall’ingombro del proprio corpo, sia uno spazio personale, che non necessariamente coincide con i confini della struttura corporale. Ognuno di noi infatti costruisce intorno a sé una specia di bolla nella quale è permesso l’ingresso solo alle persone che ci sono gradite.
Il significato della distanza nella prossemica
Hall ha elaborato il modello distanze interpersonali, in base al quale esistono 4 tipi di distanze che le persone tengono nei rapporti sociali:
- La distanza intima (da 0 a 45 cm): è quella che usiamo soltanto con le persone con cui abbiamo una grande intimità, come i nostri genitori o il nostro partner. Questa distanza così ravvicinata permette infatti di toccare l’altro, abbracciarlo e baciarlo. Quando un’altra persona supera questa soglia senza il nostro consenso ci sentiamo invasi, quasi aggrediti e interpretiamo il gesto come una mancanza di rispetto.
- La distanza personale (da 45 a 120 cm): di solito viene usata con le persone con cui abbiamo un rapporto di amicizia e di confidenza. Vicini, ma non troppo, in modo che ognuno possa mantenere il proprio spazio personale. È anche la distanza che manteniamo nella stretta di mano, un gesto importante che viene usato per entrare in relazione, per stringere accordi e per ringraziare.
- La distanza sociale (da 120 cm a 3 metri): la adottiamo nei rapporti formali e di lavoro, quelli in cui non si parla di argomenti che riguardano l’intimità. La distanza è quella necessaria per avere una visuale completa della persona che ci sta di fronte, che ci permette di capire meglio le sue intenzioni.
- La distanza pubblica (oltre i 3 metri): è quella che si trova nelle situazioni ad alto livello di formalità, come conferenze, seminari o lezioni universitarie. Questa distanza non permette uno scambio diretto con l’altra persona. Spesso indica la presenza di una forte asimmetria tra chi sta parlando rispetto a chi sta solo ascoltando.
Hall e la distanza prossemica
Secondo Hall le 4 distanze interpersonali non sono universali, ma sono soggettive e dipendono fortemente dalla cultura nella quale si è cresciuti. Il significato che diamo alla distanza interpersonale dipende quindi dall’ambiente culturale in cui viviamo. Persone provenienti da zone del mondo diverse interpretano in modi diversi la distanza e la vicinanza con le altre persone. Hall ha ipotizzato infatti l’esistenza di culture ad alto contatto fisico e culture a basso contatto fisico. Ad esempio, nelle culture dell’Europa meridionale si tiene spesso una distanza interpersonale ridotta e viene usato molto il contatto fisico anche con gli sconosciuti. In alcuni paesi è usanza presentarsi scambiandosi due baci sulle guance, al posto di stringersi la mano. Questo comportamento può essere interpretato come invadente da persone provenienti dal nord Europa, che potrebbero provare fastidio di fronte a un tentativo di intrusione nel proprio spazio personale.
La prossemica come forma di comunicazione non verbale
Un altro studioso che si è occupato di prossemica è Michael Argyle, psicologo sociale inglese. Nei suoi studi ha messo in evidenza come la comunicazione tra due persone non avvenga solamente attraverso il linguaggio verbale. Per Argyle esistono anche 5 modalità non verbali: l’espressione facciale, il contatto visivo, la gesticolazione, la postura, il tatto e la prossemica. Secondo lo psicologo solo il 10% della comunicazione passa attraverso il canale linguistico, mentre il restante 90% è costituito da componenti non verbali.
Il linguaggio del corpo è più importante del messaggio verbale, veicolato attraverso la voce. La comunicazione non verbale offre infatti delle informazioni aggiuntive. Dalle espressioni facciali di una persona si può capire se quello che sta dicendo è in linea con il suo stato d’animo e con le sue intenzioni. Ad esempio, una persona che dice di essere molto arrabbiata, ma nel frattempo ride o ci stringe l’occhio in segno di complicità, vuole probabilmente fare una battuta ironica e quello che sta provando non è realmente rabbia.
Anche la prossemica, ovvero la posizione che una persona assume rispetto a un’altra, veicola un messaggio. Alzarsi dalla sedia quando entra nella stanza una persona che non conosciamo trasmette un segnale di rispetto nei confronti dell’altro. Rimanere seduti indica invece un senso di superiorità e potrebbe far sentire a disagio chi abbiamo di fronte.
Essere consapevoli del messaggio che trasmettiamo con il nostro corpo ancora prima di iniziare a parlare, è quindi fondamentale nelle nostre relazioni.