Oggi vi parlerò di Possagno: l’amata terra del massimo scultore Neoclassico Antonio Canova. È un comune italiano di pochi abitanti sito, in Veneto, nella zona della Marca Trevigiana. Con quest’espressione, sorta nel XII secolo, si intende il territorio che vi si estende attorno alla città di Treviso. Il toponimo Possagno, secondo la tradizione, sembrerebbe collegato al termine latino “pausaneus” dunque pausa che letteralmente significa “luogo di sosta”. Esso è situato ai piedi del Monte Grappa, dove spicca la celebre candida mole del Tempio Canoviano, posto in alto rispetto al resto del paese, e l’imponente complesso dell’Istituto Cavanis “Canova”. Ci troviamo in prossimità di Cavaso del Tomba ed Asolo. Altra meravigliosa cittadina dichiarata uno dei borghi più belli d’Italia. Essendo la terra del Canova, non posso non parlarvi del grande maestro.
La vita di Antonio Canova: il nuovo “Fidia”
Antonio Canova è ritenuto il massimo esponente del Neoclassicismo in scultura, soprannominato per questo, “il nuovo Fidia”. Nacque a Possagno il 1˚ novembre 1757. All’età di quattro anni, rimase orfano di padre. Visse la sua infanzia insieme al nonno Pasino. Si racconta che, a soli sei anni, in una villa di Asolo, avesse eseguito un leone di burro con tale bravura che tutti gli invitati ne rimasero meravigliati. Così, il nonno consapevole della sua incredibile vocazione all’arte della scultura, lo avviò agli studi. Dopo un primo periodo trascorso presso lo studio dei Torretti a Pagnano d’Asolo, si trasferì dapprima a Venezia per frequentare l’Accademia del nudo. Pensate a quanto fosse importante lo studio dell’anatomia dei corpi per uno scultore. Più tardi andò a Roma dove divenne subito celebre per le sue prestigiose opere ed aprì un suo studio. Il suo studio, sito in via delle Colonnette a Roma, fu tappa fissa per coloro che svolgevano i Grand Tour. Nel 1815, Canova portò a termine il difficile compito di ottenere, dai parigini, la restituzione di capolavori artistici. L’imperatore francese Napoleone, durante le campagne militari in Italia, aveva trafugato una miriade di opere alcune ancora presenti al Museo del Louvre. L’artista tornava spesso a Possagno, paese cui era profondamente legato e dove aveva progettato il grandioso Tempio, che oggi raccoglie le sue spoglie. Inoltre, eseguì importanti opere come la Pietà della pala d’altare maggiore del Tempio e i numerosi dipinti e tempere visibile al Museo Canova. Antonio Canova morì a Venezia il 13 ottobre 1822.
La Gypsotheca Canoviana: la raccolta di gessi più grande al mondo
Il fratellastro di Canova, Monsignor Sartori, in seguito alla morte di Canova incaricò l’architetto veneziano Francesco Lazzari affinché progettasse la “gipsoteca”. Questo termine indica il luogo dove viene conservata la raccolta di gessi. Il complesso fu completato nel 1836. Questa è la parte più antica del Museo Canova denominata Ala Lazzari. È, infatti, la parte storica ottocentesca ed è composta da un unico grande vano comprendente i modelli in gesso del Canova, illuminati da dei lucernari. Questa culmina con un’ampia abside sopraelevata dov’è conservato il gruppo scultoreo di Ercole e Lica. È un vero e proprio inno all’arte canoviana. Durante la Prima Guerra Mondiale, il Museo ne subì i danni: alcuni gessi andarono completamente distrutti, decine furono lesionati e scheggiati. Possiamo ringraziare Stefano e Siro Serafin, padre e figlio, per la strepitosa opera di restauro. Così, si consentì di far rinascere la Gipsoteca. Il Museo fu riaperto ai visitatori nel 1922. Scopri l’Ala adiacente continuando a leggere!
L’Ala Scarpa: le innovazioni architettoniche e l’atmosfera Giapponese a Possagno
Per celebrare il bicentenario dalla nascita del grande maestro e per posizionare le opere colossali trasportate successivamente da Venezia fu necessario l’ampliamento della Gypsotheca. Nel 1957, le opere canoviane, così, trovarono una più adeguata sistemazione. Furono, così. collocate all’interno dell’edificio costruito dal celebre architetto Veneziano Carlo Scarpa. La nuova ala, nota come Ala Scarpa, è ricca di luce solare proveniente dai famosi “ritagli di cielo” costituiti dai lucernari appositamente studiati da Scarpa. Egli sapeva bene che il gesso è un materiale assorbente e dunque necessita di molta luce per una migliore fruizione durante la visita al museo. Sembra, inoltre, di immergersi nell’atmosfera Giapponese. Scarpa fu un grande conoscitore dell’arte nipponica, visse addirittura in Giappone, e si ispirò per il suo progetto ai giardini zen. Introdusse delle innovazioni, osservate il dialogo tra interno ed esterno e la presenza dell’acqua. Anche quest’ala è apprezzata e visitata, ogni anno, da migliaia di visitatori di tutto il mondo. Particolarmente interessati allo studio dei materiali, ai modelli progettuali e alla disposizione delle opere che Scarpa ha sapientemente collocato nell’alta sala a torre e nel corpo allungato che si restringe fino alla piscina delle Tre Grazie. Nell’Ala Scarpa è esposta, in apposite teche, la collezione dei Bozzetti canoviani in terracotta, opere “prime” tra le più apprezzate dalla critica e dal pubblico. Scarpa sapeva bene che sono considerati i più importanti capolavori di Canova.
Tempio Canoviano: grande gesto di fede di Antonio Canova per la sua patria
Continuiamo a scoprire le meraviglie canoviane. Il dolce paesaggio collinare di Possagno è dominato dalla candida mole del Tempio neoclassico. Fu progettato da Antonio Canova e disegnato da Pietro Bosio e dall’architetto Gian Antonio Selva. Il parroco del paese propose al maestro di restaurare la vecchia chiesa parrocchiale. Lui si rifiutò e fece costruire un luogo di fede da nuovo interamente finanziato dal maestro. È dedicato alla Santissima Trinità. Canova stesso, l’11 luglio 1819, pose la prima pietra, ma i lavori si conclusero solo nel 1830 quando Canova era già morto. Canova è dunque importante per Possagno per aver donato il Tempio alla sua comunità, la sua patria, grande gesto di Fede. Osservando l’imponente costruzione neoclassica si possono distinguere: il colonnato dorico che richiama il Partenone ateniese, il corpo centrale derivato dal Pantheon di Roma, l’abside dell’altare maggiore che ricorda le antiche basiliche cristiane. All’interno possiamo ammirare opere di Luca Giordano, Palma il Giovane, Giovanni Bernardi, Moretto da Brescia, mentre del Canova sono degne di nota la Pietà in bronzo, l’autoritratto marmoreo, le metope in gesso, la grande Pala dell’altare maggiore e la Tomba dello stesso Canova e del fratellastro.
Cosa vedere a Possagno e dintorni
Adagiata ai piedi del Monte Grappa, Possagno presenta un piccolo centro articolato in borgate di origine medievale, i “colmelli”. Il territorio di Possagno è posto nell’ambito dell’itinerario della “Strada dell’Architettura”. È un percorso che si snoda nella parte occidentale della Marca Trevigiana. Vi si attraversano località di notevole interesse e suggestione, tra le quali la cittadella medievale di Asolo, dove dimorava la più importante attrice italiana Eleonora Duse, con il castello e la rocca, Maser nota universalmente per la famosa villa del Palladio. Infine, per chi ho fatto innamorare di Carlo Scarpa può concludere il cerchio con la visita di San Vito di Altivole che ospita la Tomba Brion di Carlo Scarpa e Castelfranco Veneto con le sue caratteristiche mura.
Vieni a visitare Possagno! Siamo fortunati a possedere opere canoviane dal valore inestimabile! In un unico Museo vi si ritrovano 2 importanti artisti famosi in tutto il mondo! Sai quanti architetti vengono a studiare le tecniche adottate da Carlo Scarpa? Se vuoi saperne di più scrivilo commentando l’articolo e condividendolo con i tuoi amici!
Articolo di Giulia Forleri
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