
Porta Soprana, detta anche Porta di Sant’Andrea, dominava sulla splendida città di Genova dall’alto del colle di Sant’Andrea. L’altura prende il nome dall’omonimo monastero che si ergeva dove attualmente si trova via Dante e l’edificio della Banca d’Italia. L’imponente Porta proteggeva la città marittima dai potenziali nemici e accoglieva i visitatori provenienti da levante. Oggi Porta Soprana riposa sull’oramai spianato colle, conosciuto oggi come il Piano di Sant’Andrea. Senza più dover ricoprire il ruolo difensivo, si limita ad ospitare i turisti. Regala agli occhi di chi sale sulle sue due grandiose torri medievali una incantevole vista su Genova e a chi entra un meraviglioso scorcio del passato.
Porta Soprana attraverso la storia
Nella seconda metà del XII secolo la Repubblica di Genova dovette difendere la propria autonomia. Quest’ultima era infatti a rischio a causa delle mire espansionistiche dell’imperatore Federico Barbarossa. Con il timore di un potenziale attacco il popolo genovese, decise di costruire una cinta muraria che proteggesse la loro amata città. Tra il 1155 e il 1159 si realizzarono le mura cittadine, che racchiudevano le tre zone principali della metropoli. La prima area era il castrum, che si espandeva sulla collina di Castello. La seconda si cingeva attorno alla cattedrale di San Lorenzo, la civitas. E infine il burgus, spazio dedito ai commerci che sorgeva nelle vicinanze del monastero di San Siro.
Solamente nel 1161 però si poté ammirare l’imponente Porta Soprana che fungeva sia da protezione che da ingresso del lato levante della città. L’architettura medievale prende il suo nome dal termine “Superana”, parola genovese per indicare qualcosa di superiore. Porta Soprana infatti giaceva in una posizione rialzata rispetto al resto della città ligure.
Dopo aver ultimato il suo ruolo di protettrice della città marittima, Porta Soprana cominciò a far effettivamente parte dello sviluppo edilizio che all’epoca si stava espandendo. Le mura difensive che facevano da perimetro della città furono ampliate e nuovi sobborghi nacquero e si estesero sul territorio. Il quartiere di Ponticello sorse proprio accanto alla Porta Soprana.
I restauri di Porta Soprana
Nel corso dell’Ottocento le due torri della Porta accolsero, in una casa a due piani, il figlio di Sanson. Egli fu il boia che ghigliottinò Luigi XVI durante la rivoluzione francese. In seguito le torri diedero vita alla cosiddetta “prigione della Torre”. Gli ambienti furono infatti adoperati come carcere. Nel contempo il convento di Sant’Andrea, nelle vicinanze, diede alloggio ai carcerieri.
Porta Soprana si distingueva per le due stoiche torri gemelle, collegate fra loro tramite un ponticello. Il collegamento era decorato da merli che inquadravano il passaggio vero e proprio, costituito da un arco a sesto acuto. Ma durante l’Ottocento il monumento si suddivise in più edifici. A fine secolo infatti la struttura si presentava spoglia delle sue decorazioni, perdendo quel fascino medievale che le caratterizzava.
Nel 1890 però si diede inizio ad un lavoro di restauro delle torri della Porta Soprana. L’architetto Alfredo d’Andrade, direttore della Sovrintendenza delle Belle Arti, ripristinò la torre settentrionale e l’arco dell’ingresso della Porta. Vennero poi ricostruite le sculture romaniche pisane che adornavano i capitelli, rappresentanti delle aquile. L’atto di restauro della Porta Soprana da parte di D’Andrade continuò fino al 1914. Ad oggi la costruzione si presenta con un aspetto molto simile a quello della sua nascita, avvenuta poco dopo la realizzazione delle cosiddette Mura del Barbarossa.
Mentre la torre settentrionale venne restaurata, la torre meridionale fu circondata da una costruzione adibita ad abitazione fino al 1930. Ma già dal 1920 il pittore Orlando Grosso promuoveva l’impegno comunale nell’interesse della tutela e del restauro dei monumenti appartenenti alla città di Genova. Dieci anni dopo finalmente la torre sud venne restaurata, nello stesso anno in cui il quartiere di Ponticello fu demolito.
L’odierna Porta Soprana
Porta Soprana è considerata come uno dei principali simboli della città di Genova. Non solo è un luogo frequentato e punto di ritrovo per molti genovesi, ma ha anche una funzione da una prospettiva urbanistica. Porta Soprana infatti rappresenta una specie di separatore ideale tra la parte della città ligure più antica e la parte che invece è più moderna. Da un lato si può infatti ammirare il meandro di “carruggi”, stretti vicoli tipici di Genova. Mentre dall’altro lato si manifesta la meravigliosa e più nuova Piazza Dante. L’enorme piazza si apre però su un’altra parte più antica della città. Si tratta di un lungo vicolo, denominato Vico Dritto del Ponticello. In tale strada ha dimora un affascinante sito monumentale che comprende il Chiostro di Sant’Andrea e la Casa di Cristoforo Colombo.
Dopo decenni passati come un elemento inglobato nella rete di edifici addossati alle mura della città, oggi Porta Soprana è finalmente libera dall’oppressione delle vecchie abitazioni. Porta Soprana si presenta ai suoi visitatori in tutta la sua meraviglia. Rivolge verso Piazza Dante la sua forma più arrotondata e verso la cinta muraria la sua struttura più piatta. Al cittadino che vuole fare ingresso nella città dona due splendide iscrizioni in latino. L’epigrafe di chi diede vita alla bellissima costruzione e uno scritto che mette in risalto la potenza della città di Genova. Una frase di quest’ultimo cita “Se porti pace, accostati pure a queste porte, se cerchi guerra, triste e battuto ti ritirerai”.
Come raggiungere Porta Soprana
Porta Soprana si trova a pochi passi dalla famosa Piazza Raffaele De Ferrari. Basterà una camminata per le vie del centro di meno di cinque minuti per raggiungere lo splendido monumento. Ben due fermate della metropolitana sono situate nelle vicinanza della Porta Soprana. La prima fermata è la San Agostino che permette di raggiungere Porta Soprana in cinque minuti a piedi. La seconda, De Ferrari, è collocata nell’omonima piazza. Se si giunge a Genova in treno sarà sufficiente scendere alla stazione Genova Brignole e percorrere una camminata di meno di quindici minuti, passando per vie del centro quali via XX Settembre e via San Vincenzo.
Avete avuto la possibilità di ammirare Porta Soprana? Fateci sapere nei commenti se avete avuto l’opportunità di vedere lo splendido monumento medievale o se avete in programma di visitarlo!
Articolo di Silvia Curletto