Porta Leoni Verona: la porta che non ti aspetti
In antichità Porta Leoni era uno degli ingressi che dalle mura romane di Verona portavano alla città. Costruita nel I secolo a.C. e ristrutturata cento anni dopo. Porta Leoni collegava il cardine massimo della città di Verona con il virus Veronesium (la diramazione della famosa via Claudia Augusta che portava ad Hostillia).
La leggenda
La leggenda che avvolge Porta Leoni narra che vi fosse un cunicolo sotterraneo che collegasse la porta all’Arena di Verona e che tale cunicolo fosse riservato al transito delle fiere durante i periodici spettacoli di gladiatori che si tenevano all’interno dell’anfiteatro.
Il nome tuttavia non deriva da questa curiosa storiella, ma dal ritrovamento di un sarcofago nelle vicinanze della porta, sul cui coperchio erano scolpita l’immagine di due possenti leoni.
Il passato
Porta Leoni venne eretta in contemporanea alla cinta muraria romana. Ciò lo possiamo affermare con certezza, perché dimostrato dal fatto che la cortina difensiva e la porta risultano strettamente connesse nelle fondazioni, entrambe in laterizio.
Un’altra prova della contemporaneità delle due strutture arriva da un’iscrizione murata posta sopra al pilone mediano della porta. Questa iscrizione è considerata l’atto di fondazione della Verona romana e riporta i nomi dei quattoviri che fecero realizzare le porte e le mura di Verona.
Diversi indizi ci indicano che Porta Leoni aveva una pianta quadrata con due torri ai lati e una corte centrale, luogo in cui venivano prima fermati e successivamente controllati i viandanti.
Durante la fase di ristrutturazione la porta venne compresa nel progetto di monumentalizzazione romano. L’intervento implicò l’aggiunta di facciate lapidee sulla porta al puro scopo estetico.
Di Porta Leoni non conosciamo il nome originale, antico. Tuttavia durante il Medioevo gli abitanti la chiamavano “porta di San Fermo”, datasi la vicinanza con l’omonima chiesa. Successivamente le venne dato il nome classicheggiante di “arco Valerio”, dal nome del suo ipotetico costruttore.
In epoca bassomedievale la porta iniziò a subire diverse mutilazioni e poco dopo venne inglobata in un edificio residenziale, come la vediamo tutt’oggi.
Com’era Porta Leoni?
Grazie a diversi scavi archeologici eseguiti negli ultimi anni è stato possibile creare un prototipo che rappresentasse la porta originaria, completa.
Si presentava come una struttura dalla pianta quadrata munita di una corte centrale rettangolare e con una facciata abbellita da gallerie e doppi fornici. Agli angoli della struttura erano presenti due torri d’avvistamento, caratterizzate da ben sedici lati. Sul livello della strada, invece, la porta era probabilmente interrotta solo dai fornici e da passaggi volti all’accesso delle torri le quali fornivano l’accesso ai piani superiori.
Al secondo e terzo piano vi erano gallerie. Le gallerie del secondo piano permettevano l’accesso al cammino merlato lungo le mura. Lo schema non si discosta molto da porta Borsari, costruite nella stessa epoca.
L’iscrizione di Porta Leoni
L’iscrizione affissa su Porta Leoni rappresenta un documento estremamente importante per la città di Verona. L’iscrizione è murata sul pilone mediano ed è stata rinvenuta durante i lavori di restauro effettuati nel 1965. L’importanza di queste scritte è data dal fatto che esse rappresentano l’atto di nascita della Verona romana. Caratterizzata da quattro righe di testo in cui si riconoscono i nomi dei quattoviri municipali in carica durante l’inaugurazione della porta e dai nomi dei committenti.
Vedere Porta Leoni
Porta Leoni è una di quelle attrazioni che non richiedono una giornata intera per essere viste, vi basterà dedicare alla porta, o per meglio dire quel che ne rimane, una decina di minuti.
Ti stai chiedendo come arrivare?
La strada è molto semplice: da Piazza delle Erbe imbocca via cappello e percorrila tutta. Lasciati alla tua sinistra la biblioteca civica di Verona e prosegui dritto ancora per 150 mt circa su via Leoni, troverai la porta all’angolo con Corticella Leoni sulla tua sinistra.
Dalla Chiesa di San Fermo, invece, la difficoltà è la stessa: procedi verso Piazza delle Erbe imboccando via Leoni, dopo circa 250 metri sulla tua destra vedrai la porta all’angolo con Corticella Leoni.
Oggi
Visitando la porta potresti accorgerti di un dettaglio di cui non ho parlato nelle riga sovrastanti. Dal 2008 Porta Leoni porta con se non solo la fama di una civiltà che fu grandiosa e l’onore di una città come Verona, ma anche del dolore e dell’oscurità.
Da pochi anni a questa parte è affissa sulla porta una targa, dedicata alla memoria di Nicola Tommasoli, giovane veronese di 29 anni che nel 2008 venne ucciso proprio sotto il monumento.
La targa ricorda una delle pagine più dolorose della storia recente della città di Verona. Vuole essere un’occasione per riflettere sulla violenza che ancora oggi ci interroga.
Passeggiando per le vie del centro di Verona ti fermerai a vedere Porta Leoni? Non puoi perdertela!
Articolo di Arianna Abbondanza
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