
Ponte Milvio
A nord di Roma, sulle acque del fiume Tevere, sorge lo storico Ponte Milvio. L’antico ponte romano si trova all’inizio della via Flaminia e della via Cassia. Il suo scopo è quello di sbarrare la principale via d’accesso verso Roma. Ponte Milvio è uno dei ponti più importanti della città, nonché il più antico di tutti. Nella sua storia recente, il ponte deve parte della sua fama per i lucchetti degli innamorati attaccati ai suoi lampioni. La moda è nata nel 2007 in occasione dell’uscita del film “Ho voglia di te”. Col passare del tempo e l’aumentare dei lucchetti la situazione si è fatta insostenibile. Il comune di Roma rimuove i lucchetti nel 2012, ma il Ponte Milvio ha molto altro da raccontare!
Il Ponte Mollo
Costruito per attraversare il Tevere nella parte nord di Roma, Ponte Milvio prende il suo nome da Molvius, della gens Molvia. Molvius costruisce il ponte e si occupa anche della ricostruzione al tempo delle Guerre puniche. La prima citazione del ponte risale al 200 A.C., in riferimento alla battaglia del Metauro. I soldati dell’Urbe tornano vittoriosi dal conflitto con i punici di Asdrubale. Il condottiero si trovava in Italia per aiutare il fratello Annibale durante l’assedio su Roma. Nel 109 A.C., il censore Marco Emilio Scauro, ricostruisce l’originale ponte in legno, in muratura. Dai romani viene anche chiamato “Ponte Mollo”, perché durante le piene del Tevere era il primo a venire sormontato dalle acque. Il ponte che restava appena visibile, era letteralmente, a mollo. Del ponte originale, danneggiato a più riprese nel corso dei secoli, restano solo le tre arcate centrali. Soprattutto in epoca Medievale, la costruzione venne modificata spesso. Dopo essere stato compromesso, il ponte viene successivamente fortificato. Nella zona dell’imboccatura settentrionale sorge una torre triangolare, chiamata Tripizzone. Nello stesso luogo esisteva già una torre difensiva risalente al 300 D.C. Poco tempo dopo la zona sarebbe diventata teatro di uno dei più celebri scontri della storia Romana.
La battaglia di Ponte Milvio
Sul Ponte Milvio si svolge la battaglia fra Costantino I e il rivale Massenzio. Il 28 ottobre 312 D.C. Costantino, alla guida di 100 mila uomini, si scontra con l’esercito di Massenzio. L’esercito di quest’ultimo era numericamente superiore ma mal organizzato. Massenzio perde la vita nello scontro e la sua testa viene mostrata come trofeo dai costantiniani. Alla battaglia è legata una leggenda sulla famosa visione di Costantino. Il condottiero avrebbe scorto nel cielo una croce con la scritta:”In hoc signo vinces”, ovvero “Sotto questo segno vincerai”. Questo episodio porta alla conversione di Costantino e il Cristianesimo a diventare religione ufficiale dell’Impero. Se i Musei Vaticani oggi vantano una collezione artistica così importante, parte del merito va alla conversione di Costantino. Si narra che Costantino avrebbe sognato il Dio dei cristiani la notte precedente allo scontro. In quella notte ebbe una chiara premonizione sulla vittoria ma avrebbe dovuto rappresentare un simbolo sugli scudi dei soldati. Il simbolo doveva contenere le iniziali del nome di Cristo. Si trattava delle lettere greche X e P.
Una storia di restauri
Il primo restauro del Ponte Milvio risale al 1149, ad opera della municipalità di Roma. I danni provocati dagli Orsini portano ad un nuovo restauro nel 1336. Francesco da Genazzano realizza il terzo, nel 1429. Tre anni dopo, Eugenio IV, incarica Giovanni di Val Rubiano di modificare il ponte per metterlo in sicurezza. L’occasione era il passaggio del fastoso corteo che accompagnava Sigismondo di Lussemburgo. Il re di Germania, Boemia e Ungheria si recò a Roma per l’incoronazione. Nel 1450 Niccolò V diede il via a numerosi restauri proseguiti fino al 1457 da Callisto III. In seguito, nel 1642, sorge un piccolo cimitero di fronte al ponte, intorno alla statua di Sant’Andrea. Nel 1638 dall’altra parte del ponte dovevano essere sistemate le statue dei protettori di Roma: San Pietro e San Paolo. Le sculture realizzate da Francesco Mochi, vennero però utilizzate per ornare la facciata esterna di Porta Flaminia. Al Mochi spetta anche la realizzazione delle statue del Cristo e di San Giovanni Battista, che restarono al ponte fino al 1956. Le sculture originali vengono riparate e conservate al museo di Roma di Palazzo Braschi. Presso il Ponte Milvio vengono esposte invece, delle copie.
Dall’Ottocento fino ad oggi
In seguito ad una intemperanza del Tevere, Ponte Milvio subì un nuovo restaurò nel 1805. L’operazione aveva lo scopo di onorare il ritorno di papa Pio VII, di ritorno da Parigi a Roma, dopo l’incoronazione di Napoleone. Giuseppe Valadier si occupa dei lavori e rimuove i due ponti levatoi in legno, per sostituirli con degli archi in muratura. Sempre ad opera di Valadier: l’elegante torre ad arco di trionfo, la piazza e l’edificio dell’osteria. I Garibaldini distruggono una parte dell’arco e della pavimentazione del ponte nel 1849. L’intenzione era di rallentare l’entrata a Roma delle truppe francesi. Una lapide posta nel passaggio del torrione nel 1931 ricorda l’evento. Delle riparazioni si occupa l’architetto Francesco Azzurrini per incarico del governo pontificio. In quell’occasione, Papa Pio IX, aggiunse la statua dell’immacolata del Pigiani sul lato sinistro.
La statua di Agostino Cornacchini che raffigura San Giovanni Nepomuceno, si trovava sul lato destro del ponte. Nell’Ottocento un viale alberato, viale Angelico, attraversando i Prati di Castello, conduceva direttamente in Vaticano. Il 28 settembre 2003, per la prima notte bianca romana, nella torretta del Valadier che apre Ponte Milvio, fu esposta un’installazione di luce. In quella notte si verificò un black out in gran parte d’Italia, ma l’opera di Fabrizio Crisafulli continuò la sua performance indisturbata.
L’arte architettonica di Ponte Milvio
Il Ponte Milvio, ricordato per la prima volta con questo nome da Tito Livio nel 207 A.C., si compone di sei arcate. Le arcate interne verso il centro sono le più alte, mentre quelle laterali si legano alle banchine. I cinque piloni sono provvisti di frangiflutti a base triangolare e di aperture ad arco. Tufo di Grotta Oscura nel nucleo, pietra sperone e travertino nel rivestimento compongono i materiali del ponte. Ad un probabile restauro di Massenzio si deve una struttura meno regolare e rifinita nelle chiavi di volta. Ponte Milvio ha da sempre un’importanza notevole nel quadro dei collegamenti con il Nord Italia. Grazie al ponte, la via Flaminia può superare il Tevere e altre direttrici come la Clodia e la Cassia si diramano dopo il fiume.
E voi cosa ne pensate di Ponte Milvio? Ci siete mai stati? L’avete mai visitato? Fatecelo sapere nei commenti!
Articolo di Daniele Barbisoni