
Piozzano è un comune del piacentino che fa parte dell’Unione Montana Valli Trebbia e Luretta. L’area del Comune di Piozzano fino al 1862 ricadeva sotto il Comune di Pomaro (come testimonia l’albero di mele raffigurato ancora oggi nello stemma), per poi assumere il nome attuale di Piozzano.
Territorio conteso durante tutto il Medioevo per la sua posizione all’incrocio tra tre diverse valli (Tidone, Trebbia e Luretta), anche oggi è caratterizzato da fortificazioni e pievi disseminate nei suoi dintorni (Montecanino, Pomaro, Montebello, Vidiano).
La Val Luretta
La Val Luretta, che prende il nome dall’omonimo torrente affluente del Tidone, è un territorio di boschi e vigneti che si estende fino ai primi Appennini. Si trova sulla “Strada dei vini e dei sapori dei colli piacentini”, che comprende le quattro valli principali dell’Appennino Piacentino (Arda, Nure, Trebbia e Tidone), con il loro ricco patrimonio storico ed enogastronomico.
Regione vinicola purtroppo ancora poco conosciuta, la Val Luretta fa parte della zona DOC dei Colli Piacentini, l’area delimitata dal versante settentrionale dell’Appennino Ligure che si estende dal confine tra Lombardia ed Emilia (provincia di Pavia) fino a quello che separa le province di Piacenza e Parma. L’area vitivinicola comprende inoltre le denominazioni di Indicazione Geografica Tipica Terre di Veleja IGT (1997) e Val Tidone IGT (1995).
Questo territorio ha una fortissima vocazione vitivinicola: vi sono coltivati venticinque vitigni, tra cui Malvasia di Candia Aromatica, Trebbiano Romagnolo, Moscato bianco, Barbera, Bonarda, Riesling, Fortana.
Tra le 18 DOC piacentine prodotte nelle zone della Val Luretta, le più diffuse sono Gutturnio, Barbera, Bonarda, Ortrugo, Vin Santo e Malvasia.
Piatti tipici
Oltre ai tortelli con la coda, ai pisarei e fasò e agli anolini di stracotto in brodo di terza (questi ultimi riconosciuti come Prodotto Agroalimentare Tradizionale), vanno menzionati la bortellina e i chisolini (versione piacentina dello gnocco fritto emiliano). Come accompagnamento, sulle tavole di queste zone si trovano gli irrinunciabili salumi piacentini DOP (coppa, salame, pancetta) e il pesto di lardo (grass pist).
Piatto tipico della Val Luretta (e della vicina Val Tidone) che negli ultimi anni ha vissuto un vero e proprio revival è il batarö, sottile focaccina di farina di grano e mais, da farcire con salumi e formaggi tipici. Se fino a poco tempo era una rarità, che si trovava solo nelle sagre di paese e in qualche locale tra Borgonovo e Pianello, da un po’ di tempo, però, questo panino farcito si trova anche in diversi locali del centro di Piacenza, e anche a Genova.
Da Piozzano sulle tracce di San Colombano
Piozzano si trova sul Cammino di San Colombano, uno dei più antichi percorsi documentati nella storia che segue le tracce del celebre monaco missionario ed evangelizzatore irlandese del VI-VII secolo. L’itinerario di pellegrinaggio attraversa diverse località in Europa, ripercorrendo le tappe toccate da San Colombano lungo gran parte della sua vita.
L’itinerario è composto da 18 tappe, che hanno inizio dal confine svizzero di Villa di Chiavenna (Sondrio) per proseguire sul Sentiero del Viandante fino a Lecco e Milano. Da qui, si svolgono le ultime 8 tappe, per un totale di circa 150 chilometri, che conducono all’ultima abbazia fondata da San Colombano e alla grotta di San Michele di Coli.
L’elemento acqua svolge un ruolo centrale per tutto l’itinerario: i corsi d’acqua guidano chi intraprende questo cammino a partire dal primo passo in provincia di Sondrio fino alla destinazione finale a Bobbio. Lungo il percorso si alternano il fiume Mera, il lago di Como, l’Adda, i canali milanesi, il Lambro, il Po, il torrente Luretta e infine il fiume Trebbia, che con il loro suono rilassante fanno compagnia ai camminatori.
Il Cammino di San Colombano presenta anche importanti attrazioni culturali, ambientali, artigianali ed enogastronomiche lungo il percorso, ed è proprio il connubio tra spiritualità, cultura, natura e tradizione a renderlo un’esperienza unica per i pellegrini e i visitatori.
I castelli di Piozzano
In tutta la provincia di Piacenza sono documentati circa 330 castelli, oltre ad altri edifici fortificati minori, numerosità dovuta alla posizione strategica del territorio piacentino nel Nord Italia. Anche nel territorio circostante a Piozzano si trova una fitta rete di castelli costruiti per controllare le vallate circostanti. Alcuni sono aperti al pubblico, altri sono abitati come residenze private, mentre altri ancora sono ormai ridotti a ruderi.
Oltre alle antiche dimore fortificate visibili nelle frazioni di Groppo Arcelli, Vidiano, Pomaro e S. Gabriele, alcuni dei castelli più noti della zona sono:
- Il mastio cilindrico di Monteventano è parte di un antico complesso fortificato a guardia della valle sottostante, distrutto da Federico Barbarossa nel 1164 e successivamente ricostruito nel secolo seguente. Della struttura originaria rimangono alcuni resti delle mura di cinta, l’ingresso ad arco e un torrione cilindrico alto circa 30 metri. Il castello di Monteventano è facilmente accessibile dalla pianura piacentina. Oltre al percorso in macchina dalla strada che parte da Piozzano, si può raggiungere a piedi con una piacevole escursione di circa 15 chilometri, partendo dalla frazione di Travo di Cà del Bulla.
- La Chiesa di San Giovanni Evangelista del XVIII secolo e il castello di Montecanino del XI secolo, situati in un luogo panoramico a 446 metri d’altezza.
- Il castello di Casanova o Cà Nova, edificato nel XVII secolo con materiale proveniente dal Castello di Piozzano (Castelvecchio) che era stato incendiato e distrutto dalle truppe spagnole, posto sull’altra sponda del torrente Luretta.
- Dal castello di L’Ardara, posto in una posizione sul crinale tra la Val Luretta e la Val Chiarone, si apre un bellissimo panorama sulle vallate circostanti. Dell’antico edificio originale si sono conservate sezioni della cinta muraria e alcune torrette.
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Articolo di Giorgia Rimondi
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