Pincio: una terrazza su Roma - Scopriamolo con Oj Eventi

Pincio: una terrazza su Roma

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Pincio: una terrazza su Roma

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Pincio – quando si visita Roma fermarsi al Pincio è doveroso. Per chiunque, soprattutto per i più romantici, è il luogo perfetto per rilassarsi davanti alla vista mozzafiato che regala, soprattutto al tramonto. Scopriamo insieme qualcosa di più di uno dei luoghi più suggestivi di Roma!

 

Un po’ di storia

Il Mons Pincius (Colle Pinciano) è un colle di Roma che fa parte del rione Campo Marzio. Pur non facendo parte dei famosi 7 colli è comunque parte del territorio entro le Mura Aureliane.

Nell’ultimo periodo repubblicano molte importanti famiglie romane avevano dimore e giardini su questo promontorio, che era infatti noto come “il colle dei giardini”. Nel corso del tempo la zona fu protagonista di un’intensa attività edilizia. Nell’area sono stati rinvenuti resti di insulae, portici, il Tempio del Sole voluto da Aureliano e parte delle terme di Costantino.  È facile immaginare che il colle fosse in perenne costruzione.

Il nome attuale deriva dalla famiglia dei Pincii che vi prese residenza nel IV secolo costruendovi la propria villa. Parte dei resti di questa villa è il Muro Torto successivamente incluso nella cinta delle Mura Aureliane. Detto anche Muro Malo in quanto luogo di sepoltura di suicidi, ladri, vagabondi e prostitute.

Successivamente, dalla tarda antichità fino alla fine del 1700, il Colle Pinciano visse un periodo in cui fu quasi disabitato. Questo sino a che l’amministrazione napoleonica non pensò di progettare la Passeggiata del Pincio. L’obbiettivo era quello di provare a soddisfare le impellenti esigenze urbanistiche e sociali con la creazione del primo parco pubblico di Roma. Il progetto scelto era opera di Valadier, ma ritoccato dal francese Louis Martin Berthault. I lavori iniziarono nel 1810 e continuarono anche dopo la sconfitta di Napoleone.

Oggi viene considerato parte di Villa Borghese ed è collegato ad essa tramite un ponte.

La Passeggiata del Pincio negli anni si è progressivamente arricchita di edifici, monumenti e arredi iconici. Vediamone qualcuno insieme:

 

. Piazzale Napoleone I e la terrazza del Pincio

I francesi se ne andarono da Roma prima che la Passeggiata del Pincio fosse completata, ma la piazza di forma ellittica prese comunque il nome del condottiero. Piazzale Napoleone I è il punto più alto del colle da cui si accede alla Terrazza del Pincio che regala una vista davvero unica. Affacciandoti potrai scorgere ai tuoi piedi Piazza del Popolo con il suo Obelisco, mentre alzando lo sguardo, perfettamente allineato all’orizzonte, lo spettacolo unico di “er cuppolone” che sovrasta le cupole di tutte le altre chiese.

 

. Obelisco Pinciano

È uno dei 13 obelischi di Roma, realizzato da Adriano per onorare la morte di Antinoo, il ragazzo che amava. Inizialmente collocato sulla tomba vuota del giovane, nel 1822 fu spostato sul Colle Pinciano per volere del Papa Pio VII.

 

. Casina Valadier

Casina Valadier fu realizzata dallo stesso Valadier partendo dai resti di un’antica cascina. Avrebbe dovuto essere la sua residenza privata, ma morì prima di potervisi trasferire. Da molto tempo è stata convertita in una caffetteria ristorante e, nonostante i ripetuti cambi di gestione, l’ultima inaugurazione è del 2004.

 

. L’orologio ad acqua 

L’idro cronometro è un’invenzione che fu presentata all’Esposizione di Parigi nel 1867. L’orologio funziona attraverso un meccanismo per cui l’acqua dà impulso al pendolo e carica il movimento riempiendo alternativamente due bacinelle. A Roma si scherza sul nome dell’ideatore: Giovanni Embriaco. Se pronunciato con spiccato accento romano l’interpretazione esatta suonerebbe come “Giovanni è ubriaco”. L’orologio ha 4 quadranti ed è collocato su una roccia in mezzo ad un laghetto artificiale, perfettamente collocato nel complesso ideato dall’architetto Ersoch.

 

. I busti del Pincio

Sono busti di personaggi celebri della storia disseminati lungo i verdi viali della Passeggiata. Voluti da Giuseppe Mazzini ma effettivamente collocati nel 1951 ad opera di Papa Pio IX. Alcuni busti vennero scartati o cambiati in quanto raffiguranti soggetti considerati atei, eretici o rivoluzionari dalla chiesa. Il loro numero è poi andato crescendo esponenzialmente. Degli originari 60, ora se ne contano circa 230 nonostante i numerosi atti vandalici che continuano a subire.

Il Pincio è certamente da annoverare tra i luoghi magici di Roma. È una meravigliosa distesa di alberi e percorsi tutta da scoprire. In ogni angolo può esserci un busto, una fontana o una statua da apprezzare. È un luogo capace di custodire splendidi segreti, fatti un giro a scoprirli! Ne varrà la pena!

 

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Articolo di Alice Mariti

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