Pinacoteca Tosio Martinengo, il ritorno dell’Arte - Oj Eventi

Pinacoteca Tosio Martinengo, il ritorno dell’Arte

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Oggetto di migliorie e interventi di restauro per ben 9 anni, dal 2018 finalmente la Pinacoteca Tosio Martinengo ha riaperto i battenti. Sono tornate in Italia le numerose opere prestate, nel frattempo, ad altre gallerie. 

Ora la pinacoteca è una delle raccolte più ricche che puoi trovare nel nord Italia e non ha nulla da invidiare neppure alla grandissima offerta della Capitale.

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La sede e i cambiamenti della Pinacoteca Tosio Martinengo

La Tosio Martinengo è una pinacoteca risultante dalla fusione di due differenti raccolte, avvenuta nel 1908. Da lì in poi le collezioni non hanno fatto altro che ampliarsi e finalmente godono dell’ambiente che meritano. Anche perché non si tratta di piccoli nomi, nel catalogo infatti noterai che i capolavori ammirabili vanno dagli artisti rinascimentali locali a nomi quali Hayez e Canova

Il palazzo sede della pinacoteca è di fondamenta cinquecentesche, come gran parte delle architetture caratteristiche di Brescia. Gli interventi di recupero sono stati fondamentali per riportarlo a spiccare in un città in grado di esaltarne il valore storico e culturale. La facciata ovest si apre sulla piazza che offre lo spettacolo del monumento dedicato al Moretto. Ma gli interventi hanno interessato anche gli interni. Ricche di rivestimenti in velluto rosso e di ampi spazi ben illuminati, finalmente le stanze espositive sono all’altezza dei tesori a cui danno asilo. 

I capolavori della Pinacoteca Tosio Martinengo 

Tra la Pinacoteca di Brera a Milano e le numerose mostre temporanee che si dividono tra la Lombardia e il Veneto, siamo abituati a vedere grandi nomi nelle nostre zone. Brescia non ha nulla da invidiare a queste collezioni ora che la Pinacoteca Tosio Martinengo è tornata visitabile

La pinacoteca possiede opere di oreficerie e sculture, ma ovviamente il punto centrale è composto dalle creazioni pittoriche di alcuni dei più interessanti nomi del Rinascimento. Visitando la mostra ti troverai davanti a capolavori di Giacomo Ceruti, Vincenzo Foppa e Lorenzo Lotto. Vedrai la ricca collezione di opere del Moretto quali per esempio la “Pala Rovelli” o la “Cena in Emmaus”. Di Girolamo Romanino la ‘Pala di San Domenico’. Si tratta di nomi particolarmente cari alla popolazioni bresciana e non solo. Questi artisti infatti sono fra i principali ad aver reso grande la Lombardia nel periodo rinascimentale e ora sono conosciuti a livello nazionale.

Hayez per Tosio Martinengo

Hayez per Tosio Martinengo

Passata questa parte dell’esposizione arrivi poi a confrontarti con le eccellenze rappresentate da personaggi quali Hayez, protagonista indiscusso del periodo romantico, Canova, e Raffaello. La “Madonna col Bambino”, “L’Angelo”, il “Cristo benedicente” fanno parte della raccolta. Queste sono fra le opere che non necessitano di alcuna presentazione. Visitare la pinacoteca e prendere del tempo per perdersi davanti alla loro bellezza, è quello di cui hanno veramente bisogno. 

Rifarsi gli occhi a Brescia

La Pinacoteca Tosio Martinengo è un gioiello artistico circondato da beni di altrettanto fascino e valore. Da Piazza Moretto che ne valorizza l’edificio a Piazza Vittoria è un attimo, così come è semplice raggiungere il Duomo Vecchio o il Castello di Brescia, allungando di pochi minuti una passeggiata già ricca di per sé. 

Numerosi sono gli edifici caratteristici che spuntano dagli scorci della città, le strade turistiche con i negozi più rinomati o i ristoranti tipici che ti offriranno ottimi prodotti locali. Il territorio è particolarmente favorevole per prestarsi alle più varie iniziative turistiche. Sia che tu preferisca un’escursione nel territorio naturale o una tra le vie cittadine però la visita alla pinacoteca deve far parte del tuo percorso. 

Quale occasione migliore per perdersi nella bellezza dei capolavori che hanno fatto la storia del nostro Paese?

Avrai l’occasione di ammirare meraviglie tornate a Brescia dopo molto tempo perciò facci sapere cosa ne pensi della visita!

Articolo di Lucia Ferrari

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