Piazza Vittorio Veneto è una delle piazze più famose di Torino. Si trova nel pieno centro cittadino ed è frequentata dai residenti per i molteplici locali presenti sotto i portici. Fino a qualche anno fa rappresentava anche il luogo di ritrovo per la movida torinese, grazie alla sua adiacenza ai Murazzi del Po, un viale che si affaccia sul lungo fiume e che era caratterizzato dalla grande quantità di discoteche.
La storia di Piazza Vittorio Veneto
La storia di questa piazza è davvero molto antica, infatti risale ai primi periodi dopo Cristo. Qui i romani la utilizzavano come punto strategico per il trasporto di merci, infatti la vicinanza con il fiume rendeva facile l’ormeggio delle imbarcazioni.
Per proteggere la piazza erano presenti numerosi ponti levatoi e torrette di controllo che lasciavano libero l’accesso solo all’adiacente Via Po per trasportare le merci. Questo serviva per evitare che i nemici potessero irrompere nella città. Tutte le imbarcazioni venivano poi ancorate ai Murazzi del Po fino al momento di ripartire.
La piazza iniziò a prendere forma intorno al 1600, quando i Savoia decisero di aumentare l’espansione urbanistica ingrandendola, commissionando la costruzione dei principali edifici circostanti e dei porticati che conosciamo oggi.
L’occupazione francese modificò la struttura di Piazza Vittorio Veneto
Nel 1807 Torino venne presa sotto assedio da Camillo Borghese, il cognato di Napoleone. Questo decise di lasciare un segno del suo passaggio rinominando la piazza in Place Impérial e modificò la struttura del ponte che collega la piazza alla parte occidentale della città. In questo modo riuscì a trasformarlo in uno dei punti focali ma anche in un segno di riconoscimento del suo passaggio.
Solo dopo la ritirata di Napoleone, nel 1814, e la ripresa del controllo da parte dei Savoia, si decise di dedicare la piazza a Vittorio Emanuele I di Savoia, che in quel periodo era il Re in carica. Quest’ultimo decise di fare ulteriori ritocchi e modificò la forma rendendola principalmente rettangolare.
Vittorio Emanuele I diede i lavori in mano a Giuseppe Frizzi che aggiunse notevoli elementi neoclassici e si occupo della costruzione dei tre palazzi che circondano la piazza. I lavori durarono a lungo e furono poi supervisionati da Carlo Felice di Savoia. Da queste modifiche urbanistiche nacquero poi ulteriori quartieri frequentati principalmente dai ricchi borghesi. Agli inizi del 1900 poi, Piazza Vittorio Veneto divenne il punto di ritrovo per manifestazioni e fiere.
Nel periodo fascista, la piazza venne presa nuovamente di mira e utilizzata dal Duce come la nuova Piazza d’Armi. Fu rovinosamente bombardata durante la seconda guerra mondiale e ricostruita soltanto quando la guerra finì.
Cosa vedere in Piazza Vittorio Veneto a Torino?
In prossimità di questo grande piazzale è possibile visitare la Chiesa della Gran Madre e procedendo su per la collina anche il Monte dei Cappuccini. La prima è famosa per le tante storie magiche per cui Torino è già nota e il secondo invece come uno dei punti più belli per ammirare la città dall’alto.
Chiesa della Gran Madre
Questa Chiesa è strettamente correlata a Piazza Vittorio Veneto. Infatti fu eretta proprio quando i francesi lasciarono la città e Re Vittorio Emanuele I ritornò in patria. Rappresenta uno dei luoghi di culto più famosi in assoluto e tra i tanti misteri che si porta dietro vi è la leggenda che narra che sotto le grandi scalinate sia nascosto il Santo Graal.
Altre famose leggende sono legate al nome che fu dato alla Chiesa. Infatti, pare che il punto in cui la Basilica è stata costruita sia lo stesso dove, migliaia di anni fa, era presente il Tempio di Iside, conosciuta anche come la Grande Madre.
Il suo utilizzo principale, non era solo quello di fare messa per i residenti, ma un luogo dove venivano esposti i cadaveri per il riconoscimento. A causa delle numerose battaglie infatti capitava spesso di non veder rincasare le persone care, così gli abitanti avevano la possibilità di recarsi lì per verificare se i loro amati avevano incontrato la morte oppure no.
Monte dei Cappuccini
Il Monte dei Cappuccini è un altro grande punto d’interesse che permette di ammirare la grande Piazza Vittorio Veneto in tutta la sua integrità. Il suo nome deriva dai frati Cappuccini a cui è stato affidato ed è per loro il convento dove risiedono. La visita al Monte dei Cappuccini da anche la possibilità di ammirare il Museo Nazionale della Montagna Duca degli Abruzzi, che dà il nome anche al corso in cui è presente la GAM.
Una storia curiosa, legata sempre al periodo dell’insediamento di Piazza Vittorio Veneto da parte dei francesi è quella della lingua di fuoco. Infatti, pare che Camillo Borghese decise d’invadere il convento per utilizzarlo come punto di controllo della città. Durante l’insediamento le truppe francesi si avventarono al suo interno e muovendosi verso l’altare pare che una lingua di fuoco li travolse, diventando uno dei tanti miracoli della fede.
Una versione più oggettiva della storia è che uno dei difensori del Monte dei Cappucini sparò un colpo e colpi la fiaschetta dell’avversario. Dal contatto della polvere da sparo e dell’alcool contenuto nella fiaschetta pare che sia divampata una fiamma che uccise l’uomo.
Purtroppo, questo non servì a frenare le truppe, che nonostante questo incidente uccisero i difensori e li gettarono in una fossa comune ritrovata ben 300 anni dopo.
Piazza Vittorio Veneto: Non solo arte ma anche degustazioni
La storia di questo piazzale ha decisamente il suo fascino e le strutture legate attorno a essa aumentano ancora di più la sua attrattiva. Per chi volesse andare alla scoperta anche dei sapori della città torinese può fare un giro sotto i portici di Piazza Vittorio Veneto.
Questi sono ricchi di antichi locali e bistrot che offrono piatti della tradizione piemontese. Uno dei più famosi è il Caffè Elena che mantiene fede agli arredamenti novecenteschi e una volta varcate le sue porte si potrà ritornare indietro nel tempo per rivivere le emozioni dei ricchi borghesi che lo frequentavano.
Mai stato in Piazza Vittorio Veneto a Torino? Ti piacerebbe visitare i luoghi storici della città? Raccontacelo nei commenti
Articolo di Giorgia Lari
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