Piave: un fiume lungo la storia - Oj Eventi

Piave: un fiume lungo la storia

Piave

Basta solo nominarlo perché nella testa parta la celebre canzone che vede il fiume come protagonista.

Non si può negare che il Piave abbia ricoperto un ruolo cruciale nella storia dell’Italia tanto da essere riconosciuto come fiume Sacro alla Patria. Proprio per questo ancora oggi è la meta ideale per chi abbia interesse a ripercorrere le tappe fondamentali della Grande Guerra. Ma anche per chi voglia più semplicemente stare all’aria aperta.

Il Piave nasce dalle pendici del monte Peralba, che nel dialetto locale significa “pietra bianca”, dal suo distintivo colore candido.

Con i suoi 231 km questo lungo rio attraversa il Friuli-Venezia-Giulia e l’intero Veneto per poi sfociare nel Mar Adriatico.

 

Cenni storici intorno al Piave

Il Piave è un fiume di confine su cui si è fatta la storia e ancora oggi i luoghi nelle vicinanze sono testimoni degli eventi del passato.

Infatti, durante la Prima Guerra Mondiale (1914-1918), il Piave fu il protagonista di due scontri:

  • La prima battaglia del Piave, che durò dal 13 al 26 novembre del 1917,
  • La battaglia del solstizio che si svolse tra il 15 e il 24 giugno 1918 e che deve il suo nome al poeta Gabriele D’Annunzio.

 

La prima battaglia del Piave

Il primo scontro si svolse al confine tra il Trentino e il Veneto, poco tempo dopo la disfatta di Caporetto, a seguito della quale il generale Cadorna aveva ordinato la ritirata verso il fiume.

Il mese di novembre fu caratterizzato da azioni di avanzamento e ritirata. Nello specifico avvennero anche nuovi attacchi sul Monte Pertica e nelle vicinanze di Alano di Piave, proprio sul fronte del Monte Grappa.

Sebbene le truppe italiane risentissero ancora della sconfitta di Caporetto, la posizione del fiume diede ai soldati un marcato senso di difesa del territorio. Questo sentimento, fino ad allora assente in altre fasi del conflitto, sulla linea del Piave rese molto più vivo il desiderio di voler proteggere il Paese dal nemico.

Un altro fattore si rivelò fondamentale per la vittoria italiana, in quanto Armando Diaz e Luigi Cadorna evitarono gli errori che avevano causato la terribile sconfitta. In questo modo si ridussero il numero di circolari e la diffusione degli ordini. Questa emozione, e la nuova strategia, si mostrarono decisive quando, il 26 novembre 1917, 12 battaglioni italiani riuscirono a respingere definitivamente i 15 austroungarico-tedeschi.

 

La seconda battaglia del Piave

La battaglia del solstizio (o seconda battaglia del Piave) fu l’ultima grande offensiva sferrata dagli austriaci nel corso della prima guerra mondiale.

Gli italiani però avevano intuito i piani del nemico e anticiparono l’attacco, lasciandolo disorientato.

Anche se gli austriaci riuscirono a conquistare il Montello e il paese di Nervesa, le passerelle gettate sul Piave dagli austriaci vennero bombardate e ciò comportò un rallentamento nelle forniture di armi e viveri.

Nel frattempo, alla foce del fiume, gli italiani avevano allagato il territorio di Caposile per impedire agli austriaci ogni tentativo di avanzata. I soldati dell’esercito austroungarico-tedesco giunsero a Fagarè, ma presto vennero ricacciati dagli Arditi sulla riva del Piave da cui erano venuti.

Il violento scontro risultò in un ingente numero di vittime da entrambe le parti, tuttavia per l’esercito nemico la battaglia del solstizio è stata l’ultima possibilità di volgere a proprio favore le sorti della guerra. Il suo fallimento stabilì l’inizio della sconfitta finale, infatti questo scontro avvenne solo quattro mesi prima della vittoria dell’Italia a Vittorio Veneto.

 

La leggenda del Piave mormorava

Autore di un vasto repertorio musicale, E. A. Mario, pseudonimo del paroliere napoletano Ermete Giovanni Gaeta, compose il brano “La leggenda del Piave”. Nota anche come “La canzone del Piave” o “Il Piave mormorava”  si ispirò agli eventi della battaglia del solstizio.

Fu però il suo amico Enrico Demma, il cui vero nome era Raffaele Gattordo, a far conoscere questa canzone quando si esibì di fronte a un reparto di bersaglieri.

Grazie ai versi patriottici sulla gioia per la recente vittoria e la musica a ritmo di marcia, la canzone divenne molto celebre tra i soldati. Riuscì anche a infondere in loro nuovo coraggio tanto che il generale Armando Diaz mandò un telegramma di ringraziamento a Gaeta.

Egli scrisse: “La vostra Leggenda del Piave al fronte è più di un generale”.

Ancora oggi il Museo storico della comunicazione di Roma conserva al suo interno il manoscritto originale di Gaeta che riporta le quattro strofe della canzone.

 

Storia e natura si incontrano

Sul Piave le impronte della storia sono ancora ben visibili, basti pensare alle trincee a Saletto di Piave, che sono state restaurate a perenne ricordo dei coraggiosi soldati italiani, che sono riusciti a fermare l’avanzata austro-tedesca.

Mentre sulla sponda del fiume, oltre il Montello, si può prendere parte all’itinerario naturalistico monumentale sulla cosiddetta Isola dei Morti. In questo luogo avvenne la battaglia finale che portò alla conquista del Vittorio Veneto e alla fine della Grande Guerra.

Lì, negli anni ’20, venne eretta una piramide di pietra, sulla cui sommità si trova una croce di filo spinato e un elmetto, mentre sulle quattro pareti sono state collocate lapidi in pietra che riportano la poesia “La preghiera di Sernaglia” di Gabriele D’Annunzio.

Per alcune persone l’opportunità di trascorrere una giornata all’aria aperta potrebbe essere più importante della storia. Per questi il Piave non manca di luoghi verdi in cui godere di pace e tranquillità, però è importante ricordare che nel fiume vige il divieto di balneazione.

Se si è alla ricerca di un po’ di frescura, un’escursione sul piccolo Colle Marcon offre anche un panorama mozzafiato sul fiume Piave e il Montello. Mentre il sentiero panoramico a Vidor permette di ammirare le colline del Prosecco e le Prealpi Trevigiane.

Inoltre, lungo questo percorso si può raggiungere l’abbazia di Santa Rosa con il suo magnifico chiostro affrescato.

Se visitare il Piave ha fatto nascere in te la voglia di scoprire le meraviglie dei rii italiani, anche il fiume Adige potrebbe essere una meta da tenere in considerazione!

 

Conoscevi già la storia del Piave? Raccontaci cosa ti ha colpito di più nei commenti!

Articolo di Ada Valeria Cavasino

Iscriviti per ricevere news su Treviso

Entra nella nostra chat telegram