
Palazzo Ducale Venezia – Palazzo Ducale Venezia è una tappa obbligata per qualunque turista che visiti la nota città lagunare. Originariamente sede della vita pubblica e privata del Doge, la struttura presenta due facciate in stile bizantino e orientaleggiante, di cui una dà su Piazza San Marco e l’altra sul suo bacino. A sorreggerne la pesante mole sono due livelli di esili colonnati dai capitelli meravigliosamente intarsiati. Una visione apparentemente idilliaca, non ti pare? Ma Palazzo Ducale non ospitava solo gli organi governativi della Repubblica della Serenissima, bensì anche le temibili Prigioni dei Piombi. Da qui nacquero diversi simbolismi e leggende legate al destino dei suoi carcerati. Eccone qualche esempio!
Le due Colonne Rosse
Se osservi bene il lato di Palazzo Ducale Venezia su Piazza San Marco, noterai due colonne in marmo rosso di Verona al centro del loggiato superiore. Il colore sta a simboleggiare il sangue dei condannati a morte. Si racconta infatti che da questo punto il Doge non solo assisteva alle cerimonie e agli spettacoli nella piazza sottostante, ma presiedeva anche alla lettura delle sentenze capitali e all’esecuzione dei condannati tra le colonne di San Marco e San Todaro. Secondo alcune versioni, in mezzo alle due colonne rosse venivano addirittura impiccati gli aristocratici trovati ad infrangere la legge.
La Colonna Dannata
Ad alcuni sentenziati a morte veniva data la possibilità di salvarsi a condizione che fossero riusciti a superare una prova. Quale? Girare attorno alla colonna dannata senza tenervisi. Essa si trova sulla facciata di Palazzo Ducale Venezia che dà sul Bacino di San Marco ed è caratterizzata da una base molto più stretta e levigata rispetto alle altre. La prova in questione era dunque una farsa, poiché aggirare la colonna risulta quasi impossibile. Provare per credere! Al tempo poi la facciata dava direttamente sull’acqua quindi, cadendo, molti dei condannati a cui veniva concessa questa “grazia” annegavano nella Laguna.
Il Ponte dei Sospiri
Questo notissimo ponte collega il Palazzo Ducale alle prigioni, considerate a prova di evasione almeno fino all’incredibile fuga di Giacomo Casanova. Si tratta di un passaggio coperto attraverso il quale passavano i condannati per raggiungere le celle. Dalle quali, con ogni probabilità, non sarebbero mai più usciti. Si narra che il Ponte dei Sospiri debba il suo nome al fatto che i prigionieri che lo attraversavano gettando un ultimo sguardo alla Laguna di Venezia attraverso le grate che lo adornano sospiravano ripensando alla libertà perduta.
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Articolo di Sara Mazzucchi