
Oggi parleremo di Palazzo Balbi Senarega! Questo sorge sul lato a mare di Via Balbi, una delle vie principali del centro di Genova, intitolata, appunto, all’aristocratica famiglia genovese dei Balbi.
L’edificazione del palazzo prese avvio nel 1618 e proseguì per diversi anni a seguire.
Palazzo Balbi rimase di proprietà della famiglia per oltre tre secoli, ospitando anche la preziosa quadreria che, originariamente, annoverava pezzi di straordinario valore.
Nel 1972, il palazzo è stato acquistato dall’Università degli Studi di Genova che lo ha adibito a sede della Scuola di Scienze Umanistiche.
Dal 2006 è un sito Patrimonio mondiale dell’UNESCO.
Strada Balbi e la famiglia Balbi
Via Balbi fu costruita tra il 1601 e il 1620 grazie alla collaborazione tra le autorità cittadine e la famiglia dei mercanti e banchieri genovesi Balbi, nel periodo in cui la città si espandeva a nord. Nello stesso periodo, l’aristocrazia locale abbandonava le strade medievali di Genova, costruendo eleganti palazzi e ville sulle strade cosiddette “Strade Nuove”.
Strada Balbi aveva l’originaria funzione di ampliare la via commerciale che serviva a portare le merci provenienti dal porto verso l’uscita ovest della città, dove un tempo si collocava Porta di San Tommaso.
La costruzione di sei palazzi sui due lati della via iniziò a fine Cinquecento su un terreno libero da edifici preesistenti e Palazzo Balbi Senarega divenne il secondo nucleo per importanza dei Palazzi dei Rolli.
I Balbi furono una delle più influenti famiglie dell’aristocrazia dirigente della Repubblica di Genova.
L’architetto Bartolomeo Bianco progettò Palazzo Balbi Senarega a partire dal 1618, per volere dei fratelli Giacomo e Pantaleo Balbi.
Giacomo e Pantaleo utilizzarono buona parte delle loro ricchezze per rendere unica la loro dimora, affinché diventasse un fondamentale punto di accoglienza per i personaggi di spicco in visita a Genova.
Palazzo Balbi Senarega: com’è costituito?
A tipica pianta quadrata, l’edificio è caratterizzato da un arioso atrio e da un chiostro con una doppia fila di colonne che sorreggono i piani alti. La particolarità del palazzo è quella di avere, per la prima volta, la sovrapposizione di due piani nobili, identici. Questa scelta architettonica, oltre a dare un’idea di elegante verticalità, permetteva di separare gli appartamenti dei due fratelli, evitando così la coesistenza di spazi in comune su un unico livello.
L’apparato decorativo dell’edificio, iniziato nel 1645, toccò a Francesco Maria Balbi, figlio di Giacomo. Francesco si avvalse dell’opera dell’architetto Pietro Antonio Corradi e fece sfondare il cortile interno per ampliare lo spazio al pian terreno con un piccolo giardino che accolse l’aranceto. Qualche anno dopo, nel fronte del giardino, fu creato un ninfeo con statue in stucco, rocce e conchiglie. Qui fu ripreso il soggetto Mito di Proserpina, trattato anche negli affreschi del secondo piano nobile. Questo mito così complesso trova un posto di tutto rispetto nello spazio ridotto del giardino e le statue si integrano alla perfezione con l’ambiente circostante
Il piano nobile
Le innovazioni più importanti riguardano il secondo piano nobile, dove Francesco Maria Balbi fece chiudere il loggiato trasformandolo in un’eccezionale galleria. Questo spazio divenne, intorno al 1655, il luogo per eccellenza della celebrazione familiare.Qui trovarono posto i sei busti marmorei della collezione antiquaria della famiglia Balbi. Ai due lati opposti della galleria, l’artista affrescò Il Ratto di Proserpina e La Caduta di Fetonte. Al centro della volta, invece, è raffigurata Cerere, dea della fertilità. Il finto loggiato marmoreo realizzato dal quadraturista bolognese Andrea Seghizzi contribuisce a formare uno degli ambienti più suggestivi del Barocco genovese. Cuore dell’appartamento è il grande salone, affrescato sempre da Valerio Castello con Il carro del Tempo, mentre nei salotti attigui, il pittore realizza gli affreschi raffiguranti Leda e il cigno e Pace, Allegrezza e Abbondanza.
Gli affreschi dei salotti
Valerio Castello non fu l’unico pittore a operare all’interno del Palazzo Balbi Senarega. A causa della prematura morte dell’artista nel 1659, per completare la decorazione dei suoi appartamenti, Francesco Maria Balbi si rivolse ai giovani Domenico Piola e Gregorio De Ferrari.
Quest’ultimi dipinsero le volte dei restanti salotti con gli affreschi dedicati a Giove tra le Arti, Apollo e le Muse, Zefiro e Flora, L’Apoteosi di Ercole. Sarà quindi proprio il De Ferrari, negli anni Novanta del secolo, che chiuderà il lungo cantiere decorativo di Palazzo Balbi Senarega. La sua straordinaria libertà compositiva si espresse attraverso visioni aperte nel cielo, a discapito delle finte architetture dipinte, proiettate verso il gusto tipico del tardo Barocco settecentesco.
Visitare Palazzo Balbi Senarega
Palazzo Balbi Senarega è situato in Via Balbi 4, in pieno centro storico, vicino al Porto Antico.
Si può facilmente raggiungere con i mezzi pubblici partendo dalla stazione di Genova Porta Principe oppure facendo una passeggiata lungo le vie del centro storico.
Palazzo Balbi Senarega fa parte del circuito patrimonio dell’Unesco dei palazzi genovesi denominati “Rolli”.
Il sito Unesco comprende 42 palazzi, fra gli oltre 100 esistenti, che da Strada Nuova arrivano a gran parte del centro storico attraverso Via Lomellini, Piazza Fossatello e Via San Luca, fino a Piazza Banchi e al mare.
I palazzi dei Rolli, in alcuni casi, appartengono ancora oggi a privati, mentre molti sono diventati sedi di banche o uffici. Alcuni sono diventati Musei e sono quindi sempre visitabili: i palazzi dei Musei di Strada Nuova, la Galleria Nazionale di Palazzo Spinola di Pellicceria, il Museo di Palazzo Reale.
Ogni anno Genova celebra i suoi Palazzi dei Rolli, con l’evento Rolli Days: weekend durante i quali i palazzi aprono le porte e mostrano al pubblico i loro tesori.
Tra gli altri, meritano senz’altro una visita anche il Palazzo Grimaldi della Meridiana e il Palazzo Nicolosio Nomellino.
Sei pronto a scoprire la bellezza di Palazzo Balbi Senarega e degli altri palazzi storici di Genova? Scrivi nei commenti se hai intenzione di visitarli e quali ti hanno maggiormente affascinato!
Articolo di Laura Vanoli


