
Chi non ha anche solo sentito parlare dell’Orto botanico di Padova, il più antico al mondo?
Si trova nel centro storico della famosa città universitaria, tra le due Basiliche più importanti: Sant’Antonio e Santa Giustina.
Un’allegra gita scolastica, una passeggiata tranquilla durante un pomeriggio sonnacchioso, un momento di brio durante una visita guidata: l’orto botanico patavino ha mille volti da offrire al suo visitatore.
Tra storia, leggenda e, naturalmente, botanica, siamo pronti per iniziare la sua esplorazione.
Il Giardino dei Semplici di Padova: 500 anni di storia
L’Orto botanico si trova tuttora nello stesso luogo della sua fondazione.
Nacque ai tempi della Serenissima, nel 1545, quando l’allora titolare della cattedra di “lettura dei semplici”, tale Francesco Bonafede, chiese di istituire un horto medicinale.
In effetti, Padova era già nota da tempo, più di 200 anni, per la presenza dell’Università. Presso l’ateneo, lo studio delle piante e del loro utilizzo in campo medico e farmacologico era cosa in voga. Serviva pertanto un luogo in cui sia gli studenti sia gli stessi professori potessero finalmente mettere in pratica i loro studi.
Ecco che nel 1545 il Senato della Serenissima approvò la realizzazione dell’horto medicinale patavino, e i lavori poterono finalmente avere inizio.
Inizialmente fu un luogo dove coltivare piante medicinali, ovvero quelle più “semplici”. Proprio per questo motivo, all’inizio l’Orto Botanico di Padova fu noto come il Giardino dei Semplici.
Un po’ alla volta, però, riuscì a divenire sempre più importante e a raccogliere esemplari sempre più rari, fino ad assumere la configurazione attuale.
Dal 1997 è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, ma la sua storia, certamente, non è finita lì.
L’Orto Botanico di Padova tra storia e modernità
L’Orto Botanico di Padova, in realtà, non è quello più antico del mondo.
Il più antico è quello di Pisa che venne costruito proprio l’anno precedente a quello di Padova: si trova però nella sua posizione attuale solo dal 1591.
Ecco perché, in realtà, l’Orto botanico di Padova è il più antico al mondo ad aver conservato la propria posizione originaria.
Vi è infatti l’orto antico, quello di metà Cinquecento, e la parte moderna, il Giardino delle Biodiversità, costruita nel 2014. Vediamole entrambe.
Il Giardino delle Biodiversità
Dal 2014, oltre alla zona protetta da una cinta muraria già pochi anni dopo la costruzione dell’orto a causa dei continui furti, vi è infatti una zona che stupirà gli occhi e il cuore di ogni visitatore.
In fianco alla zona antica, infatti, ora vi è anche il Giardino delle Biodiversità, un luogo stupefacente che racchiude i più differenti ecosistemi terrestri.
Qui, infatti, vivono più di 1300 specie vegetali in serre che simulano via via le condizioni climatiche di diverse aree della terra. In pochi minuti, infatti, si passeggia tra piante caratteristiche di zone sub umide, per finire poi, pochi passi dopo, tra i vegetali di zone aride e temperate.
La suddivisione delle piante, all’interno delle serre, segue un criterio fitogeografico. Si troveranno dunque le piante delle Americhe, dell’Europa, Asia, Africa e Oceania.
Una passeggiata, che può durare anche un intero pomeriggio, in cui si può apprezzare il mondo da un punto di vista finalmente diverso. Non più gli occhi dell’uomo o degli animali, ma quelli dei vegetali. E il visitatore non può che osservare con assoluta meraviglia la ricca biodiversità del nostro pianeta.
Le serre inoltre sono realizzate in modo da avere un ridotto impatto ambientale: lo spazio, in effetti, è organizzato in modo da riuscire a sfruttare l’energia solare e anche l’acqua piovana. I pannelli fotovoltaici, infine, riescono a far in modo che si attivino tutti quei sensori necessari alla circolazione dell’acqua.
Al di fuori della zona delle serre, vi sono aiuole dedicate alle piante che possono nascere e crescere nella Pianura Padana. Il tutto in virtù di uno studio dei vegetali che non vuole esaurirsi.
Se però torniamo alla parte antica, che cosa vi troviamo?
La zona antica dell’Orto botanico
Qui il legame tra uomo e natura è senz’altro più evidente.
Passeggiare tra i vialetti dell’orto botanico, tra piante e conformazioni architettoniche di stampo neoclassico, infatti, regala scenari rasserenanti.
Proprio questo, infatti, era l’intento di Pier Antonio Michiel. Egli, già curatore di un altro giardino, decise che gli avrebbe conferito un’atmosfera degna di un hortus conclusus romano. In effetti, la piantina è quella di un quadrato inscritto in un cerchio, che vuole invitare alla riflessione del profondo legame tra umanità e natura.
Non si tratta, però, soltanto di una passeggiata nei meandri della storia. In questa zona di ben 22 mila metri quadrati, vivono infatti 6 mila piante, rappresentanti di almeno 3.500 specie differenti.
Come anticipato poc’anzi, il muro tutt’intorno venne eretto pochi anni dopo la costruzione del parco per proteggere l’orto dai frequenti furti.
Della parte antica, il protagonista assoluta è certamente la cosiddetta Palma di Goethe. Si tratta di un esemplare di palma nana (Chamaerops humilis) che venne piantata all’interno del Giardino nel 1585. Questa pianta, vivendo da più di 400 anni, è la più antica dell’intero orto botanico.
Venne dedicata al noto scrittore, in quanto, a seguito di una visita al giardino, Goethe riuscì ad avere un’intuizione che lo portò a pubblicare nel 1790 il Saggio sulla Metamorfosi delle Piante.
Anche al bel gingko che si trova verso la Porta Nord, Goethe dedicò uno scritto. Si dice che sia giunto a Padova e, dunque, all’orto botanico, a metà Seicento.
L’Orto Botanico di Padova oggi
L’Orto botanico del capoluogo veneto è ormai famoso in tutto il mondo. Apre le sue porte a gite scolastiche, studiosi e appassionati, turisti e padovani che desiderano trascorrere un pomeriggio in tranquillità.
Non è raro, in effetti, vedere qualche studente dell’Università gironzolare per i vialetti in cerca di un luogo tranquillo in cui studiare.
Senza contare, infine, che dell’Orto botanico fa parte anche la biblioteca, aperta dal 1835, e un erbario, oggi museo. In quest’ultimo, sono ben 500 mila i campioni di vegetali raccolti nel mondo.
Ecco dunque che l’Orto botanico rappresenta davvero un luogo meraviglioso. Qui, sotto le fronde di vegetali centenari, è certamente possibile trovare la propria dimensione.
Sei mai stato all’Orto Botanico di Padova? Scrivicelo nei commenti!
Articolo di Elisa Borgato
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