
Ci troviamo in provincia di Rovigo, al Museo archeologico nazionale di Adria. Adria oggi è la città più grande della provincia, dopo Rovigo, ma in passato fu molto più importante. In epoca greca, nel VI secolo a.C., era un fiorente porto grazie al suo sbocco del fiume Po sull’Adriatico.
Curiosità: il mar Adriatico prende il nome proprio da Adria! Il Delta del Po, che un tempo cominciava nei pressi di Adria, con le alluvioni e modifiche del terreno, si è spostato sempre più verso il mare. Dunque, il territorio come lo vediamo ora è ben diverso dal passato. La costa Adriatica pertanto era ben vicina alla città, e fu per tutta l’epoca romana. Nel IV secolo a.C. fu colonia di Siracusa. Per la città passava la via Popilia del Nord, che congiungeva Rimini e Padova alla via Annia, che arrivava a Venezia. Questa via è ancora nota a padovani e rodigini come Via Romea, la strada che porta ai rinomati lidi ferraresi!
Adria dunque, essendo colonia romana, ha conservato numerosi resti che grazie ai vari scavi furono riportati alla luce. Questi reperti di grande importanza storica sono custoditi all’interno del museo archeologico di Adria. Ma non solo: sono esposti anche i ritrovamenti di epoca preromana, in particolare reperti greci ed etruschi.
Le Origini e la Storia
Francesco Antonio Bocchi, appassionato di archeologia, venne nominato Ispettore agli Scavi e Rinvenimenti del Polesine. Cominciò così a scavare il sottosuolo della città di Adria, recuperando reperti etruschi e romani. L’intera famiglia Bocchi ben presto rimase coinvolta negli scavi, creando con i reperti una collezione privata.
Francesco Girolamo Bocchi nel 1787 ebbe l’idea di allestire un museo domestico per accogliere visitatori. La sua idea era quella di circondarsi di altri appassionati dell’antichità. In realtà, con buona probabilità, il museo domestico sorse prima del 1787, ma fu solo a partire da quell’anni che vennero documentati i nomi dei visitatori. Tra gli ospiti più illustri spiccano gli arciduchi d’Austria, Francesco Carlo con la moglie Sofia di Baviera, e Theodor Mommsen, un celebre epigrafista tedesco.
Nei primi del ‘900, l’amministrazione del comune di Adria acquistò documenti, manoscritti, reperti archeologici dalla famiglia Bocchi per intraprendere degli studi sulla storia della città. Nel 1903, il Comune istituì una nuova struttura museale, Museo Civico, e aperto al pubblico l’anno dopo.
Negli anni altri reperti vengono rinvenuti grazie a scavi e lavori, così tra il 1938 e il 1940 il museo si ritrova con numerosi reperti.
Con l’avvento della Seconda guerra mondiale, i reperti vengono imballati e spediti a Venezia, luogo ritenuto più sicuro. Il museo non subì danni e dopo il conflitto i reperti tornarono alla sede.
Nel 1951, un’alluvione inonda il Polesine, ma il museo viene salvato. Tra il 1956 e il 1957, il comune decide di spostare la sede. Nel ’58 si avviano i lavori di cantiere e nel ’61, finalmente, i reperti hanno una nuova casa. Nel tempo il museo è stato ristrutturato e ampliato, tanto che ora è articolato su tre piani.
All’interno del Museo
I reperti che troviamo all’interno del Museo archeologico nazionale di Adria sono numerosi. Per facilitarne la visita, sono state disposte 11 sezioni:
- Adria in epoca etrusca;
- le sepolture tra VI e IV secolo a.C.
- Adria nel III secolo a.C.;
- le sepolture nel III secolo a.C., in cui troviamo la tomba della biga;
- Adria e il suo territorio in epoca romana;
- Adria in età imperiale: lo sviluppo della città;
- le necropoli risalente all’età imperiale;
- il lapidario;
- Corte Cavanella di Loreo e San Basilio di Ariano nel Polesine;
- Adria tra Tardoantico e Medioevo e gli scavi della famiglia Bocchi;
- Allestimento museale
Attraverso il museo scoprirai la storia di Adria, una città che ha avuto un ruolo fondamentale in epoca romana! Visita il portale della Provincia di Rovigo per sapere i dettagli e programmare la tua visita!
Sapevi già dell’importanza storica di Adria? Hai già sentito parlare di questo museo? Faccelo sapere nei commenti!
Articolo di Asia Colonna