Montecchio Emilia: storia, cibo e tradizioni - Oj Eventi

Montecchio Emilia: storia, cibo e tradizioni

Montecchio Emilia

Montecchio Emilia: storia, cibo e tradizioni

Montecchio Emilia, posizionato alla base degli appennini, baciato dalle acque del torrente Enza, si posiziona al centro tra Parma e Reggio Emilia, ed è il crocevie di numerose strade provinciali. Nominata città nel 2008, è capoluogo dell’Unione Val d’Enza. Rappresentativo è il Castello o Rocca Medievale di epoca matildica, ma immancabile dovrebbe essere una passeggiata a Parco Enza, centro di aggregazione della comunità montecchiese.

 

Com’è nato Montecchio Emilia?

Si suppone che il territorio fosse abitato fin dall’epoca romana e etrusca, come attestano i vari ritrovamenti archeologici rinvenuti, tra cui una tazza d’oro risalente al XVIII-XVII secolo a.C. Anticamente era chiamata Monticulum, per la natura del territorio, delle alture che fornivano ripago dalle alluvioni e offrivano un terreno molto fertile.

Nell’Alto Medioevo fu un primo baluardo di avvistamento del sistema difensivo preappeninico dei Canossa, divenne poi il feudo privilegiato dagli Estensi.

In seguito, la città andò incontro alle vicende politiche e sociali che coinvolsero la zona, toccando tutti i paesi vicini come Cadelbosco di Sopra. Infine, il 26 giugno 2008, a Montecchio Emilia è stato attribuito il titolo di città.

 

Attrazioni da non perdere

Torrente Enza

Torrente Enza

Monumento rappresentativo è il Castello Medievale. Esso è visitabile tutto l’anno con un massimo di 10 persone per volta. Nei giorni festivi è possibile, inoltre, fare una visita guidata. Durante il percorso viaggerete nella storia, passando dall’epoca carolingia ai moti risorgimentali.  Il suo impianto originario è datato 1114, epoca della Contessa Matilde di Canossa, ma nel luogo dovevano esserci insediamenti più antichi, altomedievali o addirittura di epoca barbarica e romana. Successivamente fu rimodernato, fino alla struttura attuale datata tardo medioevo. Durante la visita è possibile visitare i sotterranei, con le antiche fondazioni del castello e il Sepolcro carolingio, luogo di 28 sepolture datate VIII-X secolo.

Risalendo sono visibili la Torre Pontaia, dove si può ancora vedere l’attracco del ponte levatoio. Salendo la scala a chiocciola si giunge alla biblioteca. All’interno del Torrione è possibile ammirare uno stupefacente affresco di fine Trecento. Inoltre, sulla cima la Cella Campanaria è possibile ammirare un meraviglioso paesaggio caratterizzato dal verde del torrente Enza. Al piano di sopra son visibili le merlature ghibelline, il camino di ronda e le antiche prigioni. La salita verso il Torrione consente di vedere il pendolo di Focault, orologio settecentesco eh dà la sua ora alla piazza della Repubblica.

Da non perdere è, inoltre, il Parco d’Enza, una distesa di natura autoctona che offre ai visitatori un autentico viaggio nel verde. Esso abbraccia il Torrente Enza seguendone il suo percorso e offre una grande quantità di fauna tipica della zona appenninica, oltre ad una flora contenente una ventina di specie di orchidee selvatiche e numerose specie di alberi, ritraendo un paesaggio ricchissimo di varie sfumature di verde.

 

Mille collegamenti e altrettante nuove attrattive

Parmigiano Reggiano

Parmigiano Reggiano

Il Parco d’Enza si estende fino ad abbracciare numerosi paesi dei dintorni, tra cui paesini caratteristici come Sant’Ilario d’Enza o il già nominato Cadelbosco di Sopra. Montecchio Emilia, in quanto capoluogo dell’Unione Val d’Enza è un crocevia di vie provinciali, che aiutano i visitatori ad arrivare in ognuno di questi paesi.

Sempre nei dintorni, ad un chilometro dalla città, troviamo il Santuario della Beata Vergine dell’Olmo, costruzione con fasce di archetti ciechi e un campanile in stile barocco. Di fianco sorge il convento di clausura delle Suore dell’Ordine delle Serve di Maria. L’interno del santuario è a navata unica, con quattro cappelle contenenti dipinti e affreschi settecenteschi e ottocenteschi.

Altra metà imperdibile dovrebbe essere il Museo storico del Parmigiano Reggiano e della civiltà contadina della Val d’Enza, sorto a Villa Aiola. È visitabile solo su prenotazione tramite un’offerta libera. Costruito in una originale casa colonica, testimonianza della vita patriarcale contadina del tempo, il museo raccoglie tutti gli oggetti che fanno parte della tradizione agricola. È possibile ammirare il vecchio casello, con l’esposizione di 40 pezzi tra calessi, carrozze e carri agricoli. Inoltre, nelle vicinanze son presenti due caselli storici per la lavorazione del formaggio, uno settecentesco con il fuoco vivo di legna e l’altro più recente.

 

Cibo tradizionale

Rinomata è la cucina locale. Assolutamente immancabile è il Parmigiano Reggiano. Come primi piatti si può spaziare dagli angolini di carne parmensi, ai cannelloni d pollo, dagli gnocchi di ricotta e ortica alle tagliatelle alla piacentina. Sono poi da assaggiare la torta di patate piacentina, il burro alla polpa d’aragosta, il cavolfiore romagnolo, le sogliole al vino e la tigella modenese. Infine, come non assaggiare la spongata di Natale reggiana o le chiacchiere reggiane?

 

Eventi a Montecchio Emilia

Appuntamenti di rilievo, che fortemente caratterizzano la città, sono la Fiera di San Marco, il Primo Maggio Aiolese e la Fiera di San Simone.

La Fiera di San Marco si svolge il 25 aprile e dopo una presentazione al Castello Medievale parte un tradizionale mercatino di 300 bancarelle che spaziano dal settore gastronomico al settore biologico, ai prodotti della terra, alla botanica e ai fiori.

Il Primo Maggio Aiolese è all’insegna della cultura “folk”, con un tuffo nella vita agricola di un tempo, con i suoi piatti tipici e l’immancabile Parmigiano Reggiano con i suoi metodi antichi, fatti nei caseifici settecenteschi.

Durante la Fiera di San Simone, l’ultimo weekend di ottobre, un luna park intratterrà i bambini, mentre i più grandi troveranno irresistibili le bancarelle e la mostra agricola e commerciale.

 

Come arrivare

Per arrivare a Montecchio Emilia in auto, sia da sud che da nord bisogna prendere l’autostrada del Sole A1, uscire al casello Terre di Canossa-Campegine, seguire le indicazioni per Calerno e poi per Montecchio Emilia.

In treno bisogna arrivare alla stazione ferroviaria di Reggio Emilia, a 19 km, dopodiché autobus di linea vi accompagneranno in paese.

L’aeroporto più vicino è, invece, quello di Parma, a 23 km, in alternativa quelli di Verona e Bologna.

 

Cosa ne pensate di Monecchio Emilia? Ci siete mai stati? Se no, ci vorreste andare? Fatecelo sapere nei commenti?

Articolo scritto da Matteo Francesco Pino

Iscriviti per ricevere news su Reggio Emilia

Scopri gli eventi su Reggio Emilia

Entra nella nostra chat telegram

Contattaci per assistenza