Metropolitana di Torino, un viaggio tra futuro e passato
La metropolitana di Torino è nata nel 2006, inaugurata in occasione dei giochi olimpici invernali, che hanno visto protagonista il capoluogo piemontese, è la prima in Italia dotata di tecnologia VAL208.
La linea M1, attualmente in funzione, che ripercorre il vecchio percorso della Linea 1 di superficie, rappresenta una valida alternativa ai mezzi privati, incidendo positivamente sul traffico cittadino.
I progetti della Metropolitana di Torino
Prima di dare vita alla metropolitana di Torino come la conosciamo oggi, ci sono stati diversi tentativi di realizzazione rimasti inutilizzati.
La prima notizia su una metropolitana sotterranea di Torino risale al 1920, anno in cui l’imprenditore Riccardo Giuliano presentò la propria idea ispirandosi a quelle di Parigi e Londra.
Il progetto, studiato in concomitanza con l’ampliamento di via Roma, prevedeva l’utilizzo di treni elettrici sotterranei, i quali sarebbero stati prodotti da un’azienda consociata della Piaggio. Purtroppo il rinnovamento di via Roma non fu confermato, bloccando anche la realizzazione della metropolitana.
Bisognerà aspettare il 1931 perché il progetto sia ripreso e confermato. Come per quello del 1920, progettarono un vano sotterraneo destinato ad ospitare i vagoni del treno metropolitano. In seguito quello spazio non risultò abbastanza ampio e quindi fu destinato ad ospitare attività espositive e fieristiche, fino a quando fu trasformato in un parcheggio.
La realizzazione della “metro”
Dopo le guerre Torino ancora non aveva la sua metropolitana, ma i ruggenti anni del boom economico ridisegnarono il destino della città, che si preparava a diventare un pilastro industriale del nord Italia.
Nel 1961, in occasione del centenario dell’Unità d’Italia, balenò l’idea di puntare su di una monorotaia che avrebbe dovuto collegare il centro Fiat di Mirafiori ai quartieri operai.
Se ne discusse per dieci anni, fino al fallimento della società che avrebbe dovuto occuparsene.
Ma le basi ormai erano state gettate e nel corso degli anni 80 finalmente si arrivò ad avere la prima metropolitana di Torino. Il nuovo progetto prevedeva 5 linee, che avrebbero percorso le maggiori direttrici cittadine sia in superficie, servendosi delle corsie preferenziali, che nel sottosuolo.
Di queste solo una è rimasta una metropolitana leggera fino ai giorni nostri (linea 4), mentre le altre si sono mantenute come tranvie o linee bus ordinarie.
Gli anni 2000
Il progetto era parzialmente realizzato, ma il sogno di Torino di avere una propria metropolitana dovette ancora aspettare. Almeno fino agli anni 2000, quando arrivò l’idea di una metropolitana senza conducente, sfruttando la tecnologia VAL. La prima linea, che avrebbe collegato Piazza XVIII dicembre alla fermata Fermi (al confine con Collegno) fu inaugurata nel 2006, in concomitanza con l’inizio dei Giochi Olimpici Invernali. Mentre la seconda diventò operativa già nel 2007 come congiunzione tra Piazza XVIII dicembre e la stazione di Porta Nuova. La fermata di Porta Susa è attivata solo dal 2011, anno in cui terminarono i lavori di costruzione della nuova stazione sotterranea.
Nello stesso anno venne attivata anche la linea Porta Nuova – Lingotto, mentre nel 2021 è stata la volta della tratta Lingotto – Bengasi.
La linea M1 della metropolitana di Torino riunisce tutti questi tratti in uno unico, collega attualmente Bengasi a Fermi e conta 23 fermate. Che diventeranno 27 una volta terminato il tratto fino a Cascine Vica, previsto per il 2024.
Gli scavi della Metropolitana di Torino diventano archeologici
Durante le opere di costruzione della Metropolitana di Torino sono stati molti i contrattempi che hanno ritardato le consegne.
Uno degli impedimenti, che più volte hanno rallentato l’avanzamento dei lavori, oltre che ad incidere sui costi di realizzazione, sono stati i ritrovamenti archeologici venuti alla luce durante gli scavi.
Torino è una città la cui storia è presente in ogni anfratto, non stupisce quindi che anche nei sotterranei della città sabauda si celino tracce di un passato indelebile.
Dal Ghetto ebraico alle ghiacciaie di Porta Palazzo, dalle galleria militari di Pietro Micca ai resti di una misteriosa città. La metropolitana di Torino si è dovuta progettare in modo da smarcarsi tra tutti questi reperti.
Ma questo non è stato sufficiente, perché non tutto ciò che si nascondeva nel sottosuolo era noto agli addetti ai lavori.
In corso d’opera infatti rinvenirono altrettante bellezze appartenenti al passato della città sabauda. La costruzione della metropolitana di fatto ha contribuito ad una delle più imponenti ricerche archeologiche del sottosuolo della città.
Un colpo di fortuna
La scoperta più eclatante si è manifestata in occasione degli scavi a Collegno, che hanno riportato alla luce un antico villaggio e un cimitero longobardo.
In piazza Carlo Felice furono poi trovati dei resti delle fortificazioni settecentesche dei bastioni sud di Torino. Mentre in Piazza Carlo Alberto, in occasione dei lavori per la Metro 2 riemersero un giardino ed una fontana risalenti allo stesso periodo.
L’ultimo ritrovamento in ordine cronologico è emerso in concomitanza dei lavori a Rivoli, dove sono stati disseppelliti dei resti di un antico villaggio che si pensa risalga a prima del medioevo.
Da qui sono emersi un canale che si pensa fosse usato per l’irrigazione, un acciottolato stradale, vasellame ed alcuni fossati. Questi ultimi ancora sotto indagine per essere datati con precisione.
L’azienda che si sta occupando dei lavori per la Metropolitana di Torino si è detta molto onorata, per il ruolo storico che questi ritrovamenti rappresentano.
La nuova tecnologia: metropolitana VAL208
Il nome Val, acronimo del francese Véhicule Automatique Léger, è il nome commerciale della prima metropolitana automatica al mondo, nata a Lilla nel 1983. In seguito questa tecnologia arrivò alle città di Rennes, Tolosa e infine Torino, prima città italiana ad usufruirne.
Ciò che caratterizza questo mezzo di trasporto è:
- assenza di conducente: controllo centralizzato di tutte le operazioni
- risparmio energetico: l’energia sfruttata per l’accelerazione è restituita in fase di decellerazione
- ruote gommate e binari di cemento: garantiscono un viaggio più confortevole
- minore ingombro: le dimensioni delle carrozze sono ridotte e non necessitano di pantografo
Le nuove linee della Metropolitana di Torino
Attualmente sono in corso delle nuove opere che riguardano la Metropolitana di Torino, che nel corso degli anni ha guadagnato la fiducia dei cittadini torinesi.
In un primo momento ci furono non poche polemiche attorno a questa novità, in quanto la risposta dei clienti non riusciva a giustificare l’investimento iniziale. Ma i dubbi si dissiparono con l’aumentare dei passeggeri che si muovevano sfruttando la metropolitana.
Ad oggi sono oltre 42 milioni all’anno gli utenti che si spostano sulla M1 di Torino e questo ha avuto effetti estremamente positivi sul traffico di veicoli privati e sugli altri mezzi di trasporto pubblici.
Attualmente la Metropolitana di Torino è in via di sviluppo e promette di collegare nel prossimo futuro le aree della città ancora non servite.
La linea M1 è in fase di ampliamento ed arriverà fino a Cascine Vica entro il 2024, mentre è ancora in attesa di approvazione la proposta di connettere ad essa anche il comune di Rosta.
Linea M2 ha iniziato a prendere forma e promette di tagliare la città in due collegando la fine di Corso Orbassano a Pescarito, passando per lo Stadio Olimpico e l’ospedale San Giovanni Bosco.
La linea M3 è stata nel frattempo approvata e si stanno cercando i fonti per la realizzazione di questa tratta, che arriverà fino alla Reggia di Venaria. Nel progetto presentato toccherà zone d’interesse come il Juventus Stadium, e la nuova stazione Torino Dora. Per poi finire la sua corsa presso il capolinea della tranvia Sassi-Superga.
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Articolo di Renato M.G. Sarlo
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