
La Fontana dei Quattro Fiumi, posta al centro di Piazza Navona, progettata e realizzata da Gian Lorenzo Bernini, è un meraviglioso esempio di arte barocca.
Il progetto della Fontana dei Quattro Fiumi
Papa Innocenzo X nel 1647, decise di ristrutturare l’intera piazza, commissionando la realizzazione della Fontana dei Fiumi ad ornamento della piazza, un tempo occupata dallo stadio di Domiziano. In quegli anni, sempre per volere del pontefice, si realizzò il palazzo di famiglia, insieme alla chiesa di Sant’Agnese in Agone e al Collegio Innocenziano.
Nel 1647 Innocenzo X affidò a Francesco Borromini il progetto per fornire dell’Acqua Vergine la fontana. Contemporaneamente, decise di trasferire sulla piazza l’Obelisco Agonale egizio, copia romana di epoca di Domiziano, proveniente dal circo di Massenzio sull’Appia antica.
Il Bernini, per ottenere la commissione papale del progetto della Fontana, fece una mossa molto astuta: regalò un modello in argento dell’opera alla cognata del papa, Olimpia Maidalchini. Innocenzo X, vedendo il modellino, si convinse così ad affidargli il lavoro, spiazzando la concorrenza del Borromini. Gian Lorenzo Bernini riuscì ad entrare nelle grazie del papa anche per l’idea di fondo del progetto. L’artista, infatti, propose la metafora della grazia divina che domina sui quattro continenti, riproducendo più volte lo stemma papale per precisarne il ruolo di tramite terreno della volontà divina.
I Quattro Fiumi
Meravigliosa fusione tra architettura e scultura, la Fontana dei Quattro Fiumi esprime movimento in ogni particolare, dalle statue, alla vegetazione, fino alla fauna. Al centro di un basso bacino di forma ovale, la fontana è immaginata come una grande scogliera di travertino, scavata da una grotta con quattro aperture, che sorregge l’obelisco di granito.
Agli angoli della scogliera sono collocate le monumentali statue marmoree dei quattro fiumi, che rappresentano i continenti allora conosciuti. Il Danubio, realizzato da Antonio Ercole Raggi, rappresenta l’Europa, ed è stato immortalato mentre indica lo stemma della famiglia Pamphilij. Il Gange, realizzato da Claude Poussin, rappresenta l’Asia, e nella sua mano regge un lungo remo, per ricordare la sua facile navigabilità. Il Nilo, realizzato da Giacomo Antonio Fancelli, rappresenta l’Africa, con il capo velato, per indicare le sue sorgenti ancora sconosciute ai tempi. Infine, il Rio de la Plata, realizzato da Francesco Baratta, rappresenta l’America, raffigurato con un braccio alzato e con un sacco pieno di monete preziose, che ricordano il colore delle sue acque.
Tra le figure umane, per ambientare la scena allegorica, Bernini inserì piante, alberi e animali che emergono dall’acqua. Un cavallo che spunta dall’acqua nell’atto di lanciarsi al galoppo, un leone mentre si abbevera ai piedi di una palma africana. Tutt’intorno vi sono anche diversi delfini in posizione eretta, un serpente marino, un serpente di terra, un armadillo, un grande pesce e un dragone.
Sulla parte alta della scogliera vi sono due grandi stemmi marmorei della famiglia Pamphilij, con una colomba che porta nel becco un ramo di ulivo. La stessa colomba, in bronzo, è collocata alla sommità dell’obelisco.
Lo stile
La caratteristica stilistica più innovativa e scenografica è stata quella di sospendere l’obelisco nel vuoto. Infatti esso non poggia su una base centrale, ma sugli spigoli, lasciando uno spazio vuoto al di sotto. Le figure dei fiumi risultano poi piuttosto possenti al fine di sostenere il peso dell’obelisco. Il Bernini aveva già applicato lo stesso principio, a Roma, nella Fontana del Tritone nel 1643.
Originariamente, le diverse figure della Fontana dei Fiumi erano dipinte con colori vivaci e con dettagli in oro che esaltavano il movimento dell’intera scultura. Oggi quest’effetto è esaltato dalla luce del sole che, durante il giorno, crea dei suggestivi giochi di ombre.
I dispetti tra il Borromini e il Bernini
Il conflitto professionale tra Gian Lorenzo Bernini e Francesco Borromini ha fatto nascere alcuni curiosi aneddoti. Si dice, infatti, che alcuni atteggiamenti delle statue siano stati realizzati apposta dal Bernini per sbeffeggiare l’opera del Borromini. In particolare, la statua del Nilo ha il volto coperto per non vedere la vicina chiesa di Sant’Agnese in Agone. La statua del Rio della Plata, invece, ha il volto spaventato e la mano sinistra alzata per sorreggere l’eventuale caduta della cupola della chiesa, opera del Borromini.
Aneddoti di pura fantasia, perché i lavori di costruzione della chiesa cominciarono solo nel 1652, quando la Fontana dei Fiumi era già stata ultimata.
E tu, sei mai stato a Piazza Navona ad ammirare la splendida Fontana dei Fiumi? Raccontaci com’è andata!
Articolo di Renata Tanda