La comunicazione assertiva: cos’è e perché è efficace - Oj Eventi

La comunicazione assertiva: cos’è e perché è efficace

comunicazione

La comunicazione assertiva: cos’è e perché è efficace

 

comunicazione

La comunicazione assertiva è uno stile comunicativo che ci permette di esprimere la nostra opinione in modo diretto e onesto, senza risultare aggressivi. La parola assertività deriva infatti dal latino asserere che significa asserire, ovvero dichiarare con certezza, affermare. Il concetto è stato studiato per la prima volta negli anni Settanta dagli psicologi statunitensi Alberti e Emmons che l’hanno definita come “un comportamento che permette a una persona di agire nel proprio interesse, di difendere il proprio punto di vista senza esagerata ansia, di esprimere con sincerità e disinvoltura i propri sentimenti, di difendere i propri diritti, senza ignorare quelli altrui”.

La comunicazione assertiva può essere quindi uno strumento molto efficace in tutte quelle situazioni ad alto rischio di conflitto interpersonale. Se la presenza di interessi diversi e contrapposti può dare origine a disaccordo e malintesi, la comunicazione assertiva ci aiuta a presidiare il sottile confine tra lo scambio proficuo di opinioni e l’aperta ostilità.

I 5 assiomi della comunicazione

Alla fine degli anni Sessanta, lo psicologo Paul Watzlawick della Scuola di Palo Alto pubblica il saggio “Pragmatica della comunicazione umana”, che è ancora oggi uno dei principali testi di riferimento per lo studio delle interazioni interpersonali. Nel libro l’autore mette in evidenza come la comunicazione sia costituita da 5 assiomi fondamentali, ovvero 5 principi evidenti che non hanno bisogno di essere dimostrati.

  • Non si può non comunicare. La comunicazione non passa solo attraverso il canale verbale. Anche quando siamo in silenzio il nostro corpo e la posizione che assumiamo nello spazio trasmettono un messaggio a chi ci sta intorno.  
  • Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e uno di relazione. Ogni scambio comunicativo è composto da due elementi: cosa diciamo e come lo diciamo. Una stessa frase può essere pronunciata con un intento e un’intonazione diversa, esprimendo quindi il medesimo contenuto, ma sottolineando una diversa relazione tra gli interlocutori.
  • La comunicazione dipende dalla “punteggiatura”. Con il termine punteggiatura si intendono i punti di vista degli interlocutori. Quindi ogni persona interpreta il messaggio comunicativo in base alla propria prospettiva sul contesto e sulla relazione.
  • La comunicazione può essere analogica o numerica. Uno scambio comunicativo può avvenire attraverso il canale verbale, chiamato numerico perché codificato attraverso simboli, ovvero le parole. Oppure può prodursi attraverso il canale non verbale (analogico), ovvero tramite la posizione del corpo nello spazio, i gesti e le espressioni facciali.
  • Gli scambi comunicativi possono essere simmetrici o complementari. Se gli interlocutori sono sullo stesso livello (ad esempio sono entrambi colleghi di lavoro) si parla di comunicazione simmetrica. Se invece una delle due persone ha una posizione di leadership nei confronti dell’altra (ad esempio dirigente e dipendente) allora si tratta di comunicazione complementare. 

Gli stili comunicativi

Se è vero che in quanto esseri umani non possiamo non comunicare, diventa importante riconoscere il proprio stile comunicativo nelle diverse situazioni in cui ci possiamo trovare.

Il modo in cui comunichiamo infatti dipende dal contesto e dalla relazione che abbiamo con il nostro interlocutore. Pensiamo ad esempio alla differenza tra il tipo di comunicazione che abbiamo con il nostro capo quando siamo in ufficio o quando siamo a casa con il nostro partner. Con il concetto di stile comunicativo non si intende solo la comunicazione che passa attraverso le parole, ma anche l’insieme di comportamenti, pensieri ed emozioni che caratterizzano la sfera non verbale della comunicazione.

I 3 stili della comunicazione

Gli studiosi hanno individuato 3 stili di comunicazione che si pongono lungo un continuum. A un’estremità troviamo lo stile passivo, all’altra lo stile aggressivo, mentre in mezzo vi è lo stile assertivo. Lo stile passivo è caratterizzato dal timore di esprimere le proprie opinioni ed emozioni. La persona che ha atteggiamenti di tipo passivo si sente spesso oppressa dagli altri e ha una bassa autostima di sé. Ha sempre paura di sbagliare e difficilmente saprà dire di no, anche andando contro ai propri bisogni e desideri. Lo stile aggressivo invece è contraddistinto dalla volontà di imporsi sempre sugli altri.

Una persona con atteggiamenti aggressivi quindi sarà in grado di soddisfare i propri interessi, ma a scapito di chi gli sta vicino, mettendo in atto comportamenti di prevaricazione. Gli aggressivi spesso non ascoltano mentre gli altri parlano e li interrompono frequentemente, non sono capaci di chiedere scusa quando hanno sbagliato e giudicano gli altri senza essere in grado di riconoscere i propri errori. Tra lo stile passivo e lo stile aggressivo troviamo invece lo stile assertivo. Questo stile permette di esprimere le proprie opinioni ed emozioni in modo aperto, senza offendere o prevaricare l’altro. Il comportamento assertivo è caratterizzato dalla capacità di affermare se stessi in modo socialmente adeguato. Una persona assertiva ascolta gli altri, ma prende decisioni in modo autonomo, è in grado di cambiare idea e ha una buona stima di sé.

Perché la comunicazione assertiva è efficace?

Avere uno stile comunicativo di tipo assertivo ci permette di essere chiari e onesti in tutte le situazioni in cui ci troviamo. Essere in grado di esprimere i propri pensieri e stati d’animo è infatti una capacità fondamentale per sviluppare una buona autostima e trovare soddisfazione sia a livello personale sia nella relazione con le altre persone. Quando ci troviamo in una situazione potenziale di conflitto dovremmo abbandonare lo stile passivo e quello aggressivo e utilizzare invece la comunicazione assertiva.

Questa ci permette infatti di evitare l’escalation del conflitto, che trasforma un piccolo disaccordo in aperta opposizione. L’assertività può essere utile sia nella vita privata, nella relazione con il proprio partner o i propri figli, sia in ambito lavorativo. Ad esempio un buon addetto al customer service dovrebbe padroneggiare alcune tecniche di comunicazione assertiva per rispondere adeguatamente alle richieste dei clienti, ma al contempo prendere le parti dell’azienda, qualora fosse necessario.

Per avere uno stile comunicativo assertivo ed efficace è necessario rimanere focalizzati sui fatti, senza generalizzare o dare giudizi sull’accaduto. È fondamentale usare l’ascolto attivo, mostrando reale interesse nei confronti di chi ci sta parlando. Le critiche vanno fatte in modo costruttivo, rivolgendole al comportamento e senza accusare la persona. Infine è di estrema importanza riconoscere i propri errori e scusarsi, proponendo anche possibili soluzioni al problema. In conclusione possiamo dire che mettere in pratica la comunicazione assertiva nella vita di tutti i giorni può migliorare notevolmente le nostre relazioni.

Sapevi cos’è la comunicazione assertiva? La ritieni efficace? Raccontacelo nei commenti.

Articolo di Antonella Macchi

Iscriviti per ricevere news

Entra nella nostra chat telegram

Contattaci per assistenza