
- Chi è l'autore degli affreschi della Cappella degli Scrovegni?
- La Cappella degli Scrovegni ed il ciclo di affreschi di Giotto
- Cosa realizza Giotto a Padova?
- Tecniche stilistiche ed innovazioni giottesche
- I Vizi e le Virtù e lo zoccolo
- Come prenotare la Cappella degli Scrovegni Padova?
- Articolo di Giulia Forleri
Oggi, ti condurrò alla scoperta di uno dei capolavori assoluti dell’arte mondiale: la Cappella degli Scrovegni. Tappa che vale la visita alla magnifica città veneta di Padova che tanto amo. Padova è riconosciuta, a livello mondiale, come una delle principali sedi universitarie. Nel 2022 celebra i ben 800 anni di storia dell’Ateneo diventando così il fulcro e l’emblema per gli studenti universitari come me. La città patavina è, inoltre, protagonista della pittura risalente al Trecento. Essa gode di un doppio riconoscimento Unesco: Museo Orto Botanico e la Cappella degli Scrovegni. Primato assoluto per il nostro Paese. Padova Urbs Picta, “città dipinta”, è un tesoro costituito da ben 8 siti che aspettano solo di essere scoperti! Tutti nel centro storico, redendo Padova testimonianza culturale e culla d’arte di un passato senza eguali grazie ai prestigiosi affreschi di Giotto, Altichiero, Guariento.
Chi è l’autore degli affreschi della Cappella degli Scrovegni?
Nell’area dell’antica arena romana, nel pieno centro storico di Padova, incontriamo la Cappella degli Scrovegni. Il suo nome deriva dal committente Enrico Scrovegni. Egli era un potente banchiere italiano. Nel Trecento fece erigere un suntuoso palazzo nobiliare con annessa cappella. Fungeva da oratorio privato della famiglia Scrovegni, divenuta in seguito mausoleo familiare. Divenuto, poi, bene di proprietà del comune di Padova. Dal 2021 è stato dichiarato sito UNESCO in quanto è interamente affrescata da Giotto di Bondone comunemente chiamato Giotto importante e noto pittore ed architetto italiano. Vediamo ora, la descrizione di questo importante scrigno d’arte.
La Cappella degli Scrovegni ed il ciclo di affreschi di Giotto
La cappella degli Scrovegni è il rinomato museo civico di Padova. Visitare la Cappella degli Scrovegni è un’opportunità che gli appassionati d’arte non si lasciano scappare quando vengono in città. Tutto cominciò nel 1302 quando Giotto giunse a Padova e per volontà di Enrico Scrovegni affrescò, tra il 25 marzo 1303 e il 25 marzo 1305, interamente la monumentale ala che ancora oggi possiamo ammirare. È considerato il più completo ciclo pittorico affrescato da Giotto, grande maestro toscano che segnerà una vera e propria rivoluzione nella storia dell’arte Occidentale. La Cappella presenta un’architettura piuttosto semplice: un’elegante trifora gotica in facciata, all’interno un unico ambiente costituito da una navata lunga 29 metri e larga 8 metri che termina sul fondo con un presbiterio. Qui si trova il sarcofago di Enrico Scrovegni, opera di Andriolo de Santi. È a noi ignoto l’artefice della cappella, alcuni ritengono che sia Giotto stesso. Per adornare l’edificio il ricco banchiere Scrovegni chiamò due tra i più grandi artisti del tempo. A Giovanni Pisano, per il presbiterio e l’abside non accessibili al pubblico, commissionò 3 statue d’altare in marmo raffiguranti la Madonna con Bambino tra due diaconi, a Giotto la decorazione pittorica della superficie muraria. Giotto era un artista già celebre aveva lavorato per il papa nella Basilica di S. Francesco in Assisi, in S. Giovanni in Laterano a Roma, a Padova nella Basilica di S. Antonio e nel Palazzo della Ragione.
Cosa realizza Giotto a Padova?
A Giotto venne affidato il compito di raffigurare, su una superficie di 900 mq, una sequenza di storie sacre tratte dal Vecchio e dal Nuovo Testamento che culminavano nella morte e resurrezione del Figlio di Dio e nel Giudizio Universale. L’arte era l’unico mezzo vigente in quel secolo per poter trasmettere dei messaggi ad un popolo analfabeta. Il significato che si voleva conferire con queste meravigliose illustrazioni è che solo meditando ed imitando l’esempio di Cristo, morto sulla croce per riscattare i nostri peccati, si possono evitare le pene dell’Inferno. Si invitano, dunque, i fedeli che entravano nella Cappella a meditare sul tema della salvezza eterna. Le storie vengono raccontate in fasce orizzontali poste all’interno di riquadri di forma rettangolare. La lettura inizia, in alto, nella parete di sinistra, vi si raccontano, con andamento a spirale, le storie: di Gioacchino ed Anna (i genitori di Maria); le Storie di Maria; nell’Arco Trionfale vi sono le scene dell’Annunciazione e Visitazione; le Storie di Cristo e la Pentecoste. Il soffitto presenta, invece, una volta a botte interamente decorata di blu come se si stesse, all’aperto, sotto ad un cielo stellato, suddivisa in tre fasce trasversali con tondi raffiguranti Cristo Pantrocatore benedicente tra gli Evangelisti ed i Profeti.
Tecniche stilistiche ed innovazioni giottesche
Merito esclusivo di Giotto è l’introduzione di figure nuove rispetto alla tradizione dominata dall’arte bizantina. I personaggi raffigurati assumono sembianze umane, naturali, con maggiore espressività dei volti dando una lettura reale. Vi invito ad osservare gli sguardi struggenti e disperati degli angeli nella scena, ricca di patos, del Compianto sul Cristo morto. Gli angeli non solo piangono ed urlano, ma si strappano addirittura i capelli! La novità dell’opera di Giotto fu subito riconosciuta tra i dotti dell’epoca fra cui Dante Alighieri. Fu fonte di ispirazione per i più grandi pittori italiani: da Masaccio a Piero della Francesca, da Mantegna a Raffaello, a Michelangelo.
I Vizi e le Virtù e lo zoccolo
Altra fondamentale innovazione è la personificazione dei 7 vizi contrapposti dalle 7 virtù. Il ciclo monocromatico si articola come di seguito: Prudenza/Stoltezza, Fortezza/Incostanza, Temperanza/Ira, Giustizia/Ingiustizia, Fede/Infedeltà, Carità/Invidia, Speranza/Disperazione, secondo un accurato ordine di corrispondenze. Sono poste nel registro inferiore denominato “zoccolo”. A forte impatto illusivo architettonico composto da specchi marmorei dove le allegorie sembrano scolpite come rilievi. È un ulteriore invito ai fedeli di decidere la loro sorte: una continua lotta tra il bene ed il male. Ancora una volta ci si trova a riflettere se si vuole raggiungere la salvezza eterna. Proprio come mostra con evidenza il committente dell’opera, Enrico Scrovegni, mediante una scena dedicatoria fattosi raffigurare nella controfacciata, dalla parte dei salvati nel Giorno del Giudizio Universale mentre offre alla Madonna la Cappella.
Come prenotare la Cappella degli Scrovegni Padova?
Ti consiglio, per esperienza personale, di prenotare il biglietto online o per telefono e con anticipo. Questo perché vi è una crescita di affluenze, proveniente da ogni parte del mondo, soprattutto in seguito alla denominazione a sito UNESCO. Tieni presente che l’accesso alla cappella è subordinato a regole precise: si entra solo in gruppi limitati di persone; prima di entrare si sosta in una “camera di ambientazione” che permette di togliere le impurità che possediamo per garantire una maggiore tutela e conservazione del nostro tesoro giottesco. Durante la sosta viene trasmesso un video introduttivo alla visita. Non dimenticare, inoltre, di visitare anche l’Orto botanico!
Sapevi che Giotto ha affrescato la Cappella degli Scrovegni? Ti piacerebbe vedere l’unica città italiana con ben 2 siti UNESCO? Che cosa ne pensi del mio articolo? Metti un like e condividi l’articolo!
Articolo di Giulia Forleri
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