Imola – La Motor Valley dove si celebra la velocità
“Non si può descrivere la passione, la si può solo vivere. La passione permette di sopportare amarezze e rinunce che l’ambizione non giustificherebbe in alcun modo.”
Enzo Ferrari
Imola, paesaggio e tradizione romagnola con una realtà visionaria. Dalla vista aerea del territorio imolese, si può scorgere un fiume di asfalto: si tratta dell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari. Esso si snoda ai bordi delle tipiche case in stile locale e avvolge una natura così preziosa, quanto simbolica, di una regione che ha saputo fondere la purezza del territorio all’arte e alla passione motoristica.
Antiche origini
Imola è stata fondata da Lucio Cornelio Silla nell’ anno 82 a.C. col nome di Forum Cornelii. Il nome attuale inizia ad essere attestato intorno al VII secolo d.C. Nell’alto medioevo la città sarà alternativamente sotto la dominazione Longobarda e Bizantina fino all’installazione dell’Esarcato di Ravenna, quando diventerà stabilmente parte del territorio di pertinenza Papale. Nei secoli di contrapposizione tra Papato e Impero, il comune sarà spesso orientato sul versante Ghibellino, seppure ricondotto nelle mani della Chiesa in plurimi casi, fino a tornarci stabilmente con l’avvento degli Sforza. Alla fine del XVIII secolo sarà occupata dalle forze francesi e posto sotto l’autorità della Repubblica Cisalpina. Nell’epoca Napoleonica si assisterà ad un ampliamento infrastrutturale del territorio imolese. Annessa al Regno di Sardegna e futuro Regno d’Italia nel 1859, Imola darà un grande contributo in termini di vite umane nel corso della Grande Guerra. Nel secondo conflitto mondiale sarà interessata da alcuni bombardamenti alleati – trovandosi a circa 15 km dalla Linea Gotica – e fu teatro di scontro tra truppe tedesche ed elementi della resistenza, con relative rappresaglie, tra cui restano famose quella di Pozzo Becca e di Via Aldrovandi. Nel dopoguerra assisterà ad un rapido sviluppo economico ed urbanistico.
Rocca sforzesca di Imola
La Rocca sforzesca, le cui origini risalgono al 1261, rappresenta il monumento dominatrice del centro storico di Imola. Una formidabile fortezza militare, con pianta quadrangolare e quattro torrioni circolari agli angoli, innestata in una città per più di otto secoli al centro di continue dispute politiche e ripetuti assedi. In perfetto stile rinascimentale, il risultato odierno è frutto di continue trasformazioni nel corso del tempo che fanno della Rocca un maestoso edificio con una superba architettura fortificata unica nel suo genere. Nel 1502 si incrociarono in Rocca i destini dei due celeberrimi personaggi, come Nicolò Macchiavelli e Leonardo da Vinci, chiamato da Cesare Borgia ad ispezionare le difese della città. Consistenti interventi di restauro, operati sulla struttura dal 1959 al 1973, hanno permesso il completo inserimento del monumento nel tessuto urbanistico della città. All’ interno dell’edificio troviamo oggi un esemplare collezione di ceramiche e circa 600 armi databili dal XIV al XX secolo.
Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari
“Valutai fin dal primo momento che quell’ambiente collinoso poteva un giorno diventare un piccolo Nürburgring”. Così Enzo Ferrari nel 1980 descriveva l’intuizione che, nel 1949, il paesaggio sinuosamente collinare di Imola gli illuminò i sensi per commissionare la realizzazione dell’autodromo. Con i suoi 4,900 metri di percorrenza e 19 curve, il tracciato è pensato come tra i più selettivi per auto e piloti. Lo scorrimento celere e le falcate varianti sublimano il vorticoso fluire del Santerno, in cui le automobili lanciate in velocità evocano il ruggire delle sue rapide agli occhi dello spettatore. Questo crea un tutt’uno in cui il calore adrenalinico della natura viva si fonde con l’inesorabile potenza dell’acciaio.
Destra sinistra in discesa seguito da un destra-sinistra in ripida salita: benvenuti alla variante Acque minerali. Le tribune di questa iconica variante sono situate in prossimità dell’omonimo Parco delle Acque Minerali, il polmone verde di Imola, dove il tempo sembra fermarsi immerso nei larghi viali ricolmi di querce, pini, olmi, frassini e anche alberi esotici, tra cui gli splendidi ginkgo biloba.
All’ interno del parco è collocata la statua di bronzo di Ayrton Senna, il pilota più amato della storia che perse la vita a causa di un terribile incidente alla curva del Tamburello. Sono passati quasi trent’anni da quel primo maggio del 1994, ma il ricordo delle sue gesta fa ancora emozionare gli sportivi di tutto il mondo. Il monumento è infatti divenuto luogo di “pellegrinaggio” per i suoi tifosi e per gli appassionati di Formula 1. Ogni curva del tracciato possiede un significato speciale, il circuito infatti ha subito diverse modifiche nel corso del tempo per migliorarne la sicurezza garantendo sempre lo spettacolo con una totale armonia di efficienza ed operatività sul piano organizzativo.
Anima racing ma anche eventi e musica
Campionati Gran Turismo, Gran Premi Superbike, l’imperdibile Gran Premio dell’Emilia-Romagna di Formula 1 e molte altre corse motociclistiche e automobilistiche di caratura mondiale animano l’Autodromo di Imola. Questo è il luogo dove la velocità diventa culto. L’ autodromo oggi mantiene la sua anima innovativa e di progresso includendo nella sua offerta al pubblico le driving experience. Cosa sono? Giri in pista indimenticabili alla guida delle rosse di Maranello e altre supercar per provare il brivido di un vero pilota. La location si presta ad essere protagonista anche di eventi e manifestazioni come concerti, fiere, conferenze, showroom, set cinematografici e fotografici. Cesare Cremonini, Sfera Ebbasta, Pearl Jam e tanti altri artisti del panorama musicale mondiale hanno calcato il palco dell’autodromo. Il “The Sound of Imola”, un importante progetto di comunicazione e promozione di eventi, è nato per trasmettere i due emblemi della città: motori e musica.
Tradizione gastronomica
Città di confine tra Emilia e Romagna, Imola è il punto di raccordo tra le relative usanze culinarie. La specialità più famosa della zona sono i garganelli, particolare formato di pasta all’uovo ritorta su un bastoncino. Solitamente accompagnati da ragù di selvaggina, affondano le loro radici nella tradizione rurale legata alla coltivazione della canapa per produzione di cordame. Presi in prestito da Bologna, ci sono gli immancabili cappelletti, mentre per gli amanti del dessert la “Vera Torta”, considerata dai locali il dolce delle occasioni importanti, saprà accontentare i palati più esigenti.