Porto di Genova, il grande illusionista - Scopriamolo con Oj Eventi

Porto di Genova, il grande illusionista

Porto di Genova

Il Porto di Genova, il grande illusionista

 

Genova porto

Chi arriva a Genova via mare, dal porto, si trova davanti una città letteralmente spalmata contro le colline, contro il fondo della propria visuale. A perdita d’occhio. 

È un’illusione. Ma chi è appena arrivato ancora non lo sa. Si trova là fuori, all’imbarco traghetti, e quella che gli si para innanzi è una città che come minimo gli sembra strana. Diciamo quasi “brutta” (non me ne vogliano i genovesi, lo so che Lei è Superba, ma appena sbarcato al porto sono cascato anche io nelle sue reti di illusionista, lo ammetto).

Non basta guardare a sinistra e vedere la Lanterna e il Matitone che troneggiano su un dedalo di automobili in transito, palazzoni, container e tutto quel casino che c’è. Lei è lì, e ti guarda, come una lebbrosa a una festa di gala in Costa Azzurra: la Sopraelevata è proprio davanti a te e non la puoi ignorare. C’è e basta, senza pudore, come una cicatrice o uno sfregio. E poi palazzi. Macchine e palazzi. Alti, indistinti, piatti, tutti uguali. A sinistra. E a destra. E anche in alto, belìn!

Un diamante nascosto nel pane

Molti che arrivano a Genova via mare, dal porto, hanno la sensazione appena descritta. Perché di fatto quello che vedono è esattamente quello che ho scritto: il porto, grande, enorme. La sopraelevata, grande, enorme. E sullo sfondo, spalmata sulle colline, Lei, la Superba: Genova. Una enorme città a due dimensioni. Palazzi su palazzi su palazzi.

Ovviamente tutto questo è un’illusione, come già ho detto, ma chi si trova lì sulla strada con la sopraelevata davanti e l’imbarco traghetti alle spalle ancora non lo sa, abbiamo detto. 

Non lo sa che Genova è bellissima, meravigliosa in modo quasi struggente, come nessun’altra città d’Italia sa essere.

Sta proprio qui l’illusione di cui parlavo, e che il Porto di Genova (il cui acronimo è GOA) mette in scena ogni volta con la stessa maestria: ti fa credere che la città sia tutta lì, e che ti basti. Un luogo di passaggio, il porto più grande d’Italia. A Genova ci passi e te ne vai subito per altre strade, altre direzioni. E allora Genova è brutta, e lo sarà per sempre. E lo dirai anche dopo anni: “Boh, ci son stato a Genova, ho visto solo il porto eh; bah, non mi è sembrata granché: sporca, rumorosa, incasinata, con quella sopraelevata là. Piena di palazzi ammassati”.

Ma d’altronde un porto è pur sempre un porto, mica è Miss Italia. Potrà pure essere enorme, il più grande anche, ma è un porto. E mica una città la si giudica dal porto. No, neanche Genova, che paradossalmente ha il porto anche dove non ce l’ha, ma questa è un’altra storia.

Genova oltre il porto

A Genova ci dovete entrare. Punto.

Dovete scrollarvi di dosso quella faccia un po’ così che v’è venuta in automatico e dirigervi verso destra, superando la sopraelevata, allontanandovi un po’ dalle banchine e dirigendovi verso qui palazzoni schiacciati.

E vedrete che piano piano l’illusione inizierà a svanire, lasciando spazio alla realtà, lasciando spazio allo spazio, al volume. Alla terza dimensione di una città che si apre alla profondità di campo. Ma dovete camminare, almeno un po’. Superare l’enorme fantasma del vecchio Hotel Miramare, immaginandovi gli antichi suoi fasti perduti mentre continuate ad entrare a Genova. Entrate in Via di Prè, stretta e tortuosa, antica, multietnica… e cambia già l’aria. 

All’improvviso sarete dentro una città, una città vera, tridimensionale e multi sfaccettata, cangiante ad ogni sguardo, diversa ad ogni respiro. Siete nel centro Storico più grande d’Europa, patrimonio dell’Unesco e delle prostitute, patrimonio di zeneisi e foresti, di pakistani, africani e di camalli. Patrimonio di turisti e di gente comune, di tutti quelli che nei secoli ha accolto e che continua ad accogliere.

Giratela, Genova: è una città che non potevate immaginare, lì dal porto, vittime dell’illusione prospettica data dalla particolare conformazione del territorio nel quale la Superba è nata, è cresciuta ed ha sofferto e prosperato, sempre tenendo lontani da occhi indiscreti i suoi luccichii di diamante.

Perdetevi in lei. 

Ve ne innamorerete. Scoprirete posti impensabili uno accanto all’altro: vicoli tortuosi e scalette secolari tra la roccia e i palazzi, camminatoi stretti che sembrano scavati a lama di coltello. Ma anche aperture totali verso il cielo: Principe, Via Venti, la meravigliosa Piazza De Ferraris. Via Garibaldi, altro patrimonio dell’Unesco, coi suoi palazzi che sono tutti musei: Palazzo Bianco, Palazzo Rosso, Palazzo Tursi. Genova è una delle maggiori città d’arte d’Italia, ed è per questo che è Superba: perché non ve lo dice. Non ve lo dice la tv, non ve lo dicono i genovesi, gelosi e protettivi come con una figlia molto bella mandata in giro apposta malvestita. Non ve lo dice il porto.

Spianata Castelletto: affacciata su un dedalo di ballatoi in ferro battuto sospesi a trenta metri d’altezza tra un tetto d’ardesia e l’altro. Qui capisci perché Genova è stata la città dei cantautori. Saliteci a piedi e poi usate l’ascensore. Per scendere. Non il contrario.

I quartieri alti, le funicolari storiche.  Poi Boccadasse, Nervi, Quinto al Mare, Quarto dei Mille, Camogli: le aperture di Genova sul mare, piccoli borghi dentro la città, villaggi inglobati in una metropoli che mai sembra estesa quanto lo è in realtà. Strade secondarie che diventano mulattiere che si aprono su spiaggette di acqua cristallina, barche e reti di pescatori. Non lontano dalle arterie stradali più pulsanti e trafficate della città. O salgono su su fino a colline ricoperte di ulivi. Le creuze, ci sono solo a Genova. Perché pensate che una come Bocca di Rosa si sia fermata proprio a Sant’Ilario? Da lì si vede uno dei più bei paesaggi che la Liguria offre: colline di ulivi in corsa sfrenata verso il mare. E sullo sfondo, a destra, il promontorio dietro al quale si nasconde Portofino.

Ecco, questa è Genova oltre il suo porto, oltre quell’illusione che inganna tanti viaggiatori facendo liquidare frettolosamente e ingiustamente una perla del Mediterraneo unica al mondo.

Ma anche il porto stesso presenta le sue peculiarità ed il suo fascino. E anche se prima ho detto che un porto è solo un porto beh, quello di Genova è in realtà indissolubile ed inseparabile dalla città stessa, dato che della Superba ne costituisce l’anima. Quindi, se per chi vi sbarca per la prima volta esso può essere un illusionista che può offuscare e far fraintendere la bellezza della città, una volta che questa illusione è spezzata ed il visitatore ha scoperto tutta la meraviglia ed il fascino del capoluogo ligure, anche il porto può venir guardato con occhi più limpidi, ed apprezzato per quello che ha da offrire.

Brevemente, vi dirò che a Genova i porti sono più di uno. Per semplicità, li descriverò nelle prossime righe dividendoli in tre grandi branche.

Il porto Commerciale di Genova

Inizia da Ponente ed arriva fino al Porto Antico, che è la parte centrale dei docks. La zona di ponente comincia con il porto di Prà, continuando col bacino di Sampierdarena e arrivando fino alla stazione marittima. Comprende tutta la parte industriale e commerciale, la movimentazione delle merci e gli scali passeggeri. È il primo porto d’Italia come dimensioni, come quantità di merci e passeggeri movimentati, nonché uno dei maggiori d’Europa. La parte a ponente, dopo il Porto Antico, confina col quartiere di Foce e comprende le aree destinate alla riparazione navale.

Il Porto Antico di Genova

È una sezione portuale adibita ad area turistica ed abitativa. Completamente restaurato nel 1992 dall’Architetto Renzo Piano, in occasione dei 500 anni della scoperta dell’America. Accoglie migliaia di turisti l’anno ed è sicuramente uno dei capisaldi della rinascita turistica di Genova dagli anni novanta ad oggi.

Vi si trovano numerosi monumenti, musei ed attrazioni turistiche, nonché abitazioni e locali tipici dove gustare le prelibatezze della cucina genovese e ligure.

Segnaliamo l’Acquario e la Biosfera, con oltre 600 specie marine il primo, e un microclima ideale per felci farfalle ed iguane la seconda.

Ancora, l’ascensore panoramico del Bigo, costruito anch’esso da Renzo Piano e sospeso a 40 metri d’altezza; il galeone Neptune ed il Galata – Museo del Mare e delle Migrazioni, il più grande ed importante nel suo genere.

Il porto simbolico

È quello che ogni genovese ha nel cuore, anche lontano da casa. Anche quando il mare non c’è o non si vede. E gli lascia il magone, u magún. Anche quando per mare non si può andare perché c’è il diavolo in cielo e ci si è fatto il nido. E allora si va ad asciugarsi le ossa a casa dell’Andrea, che non è marinaio. 

O forse è marinaio pure lui, perché a Genova sono forse tutti un po’ marinai, legati eternamente a quella corda marcia d’acqua e di sale che li riporta sempre lì, ognuno alla propria Crêuza de mä, al proprio destino. Che anche se non è acqua, ci sommergerà.

E tu? Sei mai stato a Genova? Hai visitato il suo porto e i dintorni di esso? Raccontacelo nei commenti, e se l’articolo ti è piaciuto, condividilo pure con chi vuoi, mi raccomando!

Articolo di Davide Mesina

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