

Palazzo Reale di Torino
Il Palazzo reale di Torino è la più importante residenza sabauda presente in Piemonte. Attiguo a Piazza Castello, in pieno centro storico, era il simbolo del potere della dinastia dei Savoia. Dal 2016 fa parte del complesso dei Musei Reali. Un polo museale che, oltre al Palazzo Reale, comprende molte altre strutture ad esso adiacenti. Ad esempio i Giardini Reali, l’Armeria Reale, la Galleria Sabauda… e altre ancora! La storia del Palazzo Reale di Torino è molto antica. Quello che vediamo oggi è infatti il risultato di vari interventi avvenuti nel corso dei secoli.
La nascita del Palazzo Reale di Torino
Attualmente ancora non si conoscono le precise origini dell’edificio che oggi chiamiamo Palazzo Reale di Torino. Si sa per certo che, almeno fino al sedicesimo secolo, esso era adibito a palazzo vescovile. Questo fa quindi presupporre una sua fondazione molto remota. Purtroppo, il periodo precedente al Cinquecento rimane tutt’ora nell’oscurità.
La sua storia come centro di potere politico inizia solo con il trasferimento della sede ducale da Chambéry a Torino. Per l’occasione Emanuele Filiberto I di Savoia sceglie infatti la struttura come sua dimora personale. L’allora legittimo proprietario, ossia il vescovo, si trovò quindi costretto ad andarsene.
Iniziano le trasformazioni
Al momento della sua proclamazione come residenza reale, il Palazzo si trovava ai confini della Torino del tempo. Ciò lo rendeva un facile bersaglio di un possibile assedio. Per evitare questa possibilità Carlo Emanuele I di Savoia decide di imprimere una svolta epocale alla città. Egli sceglie infatti di ampliarla dal lato del Palazzo, costruendo le attuali Via Po e Piazza Vittorio Veneto. Dopo la sua morte nel 1630 cominciano invece le trasformazioni alla struttura architettonica dell’edificio. L’imponente facciata che ammiriamo oggi viene completata nel 1656, ad opera dell’architetto Amedeo di Castellamonte. Da questo momento inizia l’epoca d’oro del Palazzo Reale di Torino.
Si apre a questo punto la breve parentesi del regno di Vittorio Amedeo II di Savoia. Egli riduce drasticamente i costumi e le frivolezze di corte, in nome di una politica austera. Ma ecco che arriva il 1722, anno del matrimonio dell’erede al trono Carlo Emanuele III. In questo momento il lusso torna a dominare all’interno della dimora. In occasione delle nozze iniziano infatti delle operazioni di trasformazione del Palazzo, sotto la guida di Filippo Juvarra. Questi lavori continueranno anche durante il successivo regno di Carlo Emanuele III. Il nuovo sovrano si dimostrerà sempre aperto verso la vita mondana!
L’abbandono e i Musei Reali
Tra il 1799 e il 1815 la famiglia reale è in esilio da Torino a causa dell’occupazione napoleonica. Si trasferisce quindi temporaneamente al Palazzo Reale di Cagliari. Il Palazzo Reale di Torino riprenderà la sua funzione solo con l’Unità d’Italia e la manterrà fino al 1865. In questo frangente di tempo, più precisamente nel 1862, viene progettato il grande Scalone d’Onore. Il suo scopo è quello di celebrare la nascita della nuova nazione e di rendere il Palazzo degno del titolo regio. Raggiunge l’obiettivo onorando la storia sabauda tramite tele e statue che ne raffigurano i momenti e personaggi più rappresentativi.
Nel 1866 i Savoia si trasferiscono a Palazzo Pitti a Firenze, scelta come nuova capitale d’Italia. Il Palazzo Reale di Torino viene quindi relegato a dimora di alloggio durante i soggiorni in città. Infine la caduta della monarchia nel 1946 segna l’inizio del declino degli ambienti. Quest’ultimi verranno poi riqualificati e trasformati in centro turistico, confluendo nel polo dei Musei Reali nel 2016. Oggi il Palazzo Reale di Torino rientra addirittura tra i Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO. Tra questi compaiono anche altre strutture sabaude come la reggia di Venaria Reale o la Palazzina di caccia di Stupinigi.
Il Palazzo Reale di Torino: com’è fatto?
Gli esterni del Palazzo Reale di Torino sono un mix di barocco, rococò e neoclassico. Ciò è segno dell’intervento dei tanti architetti che lo hanno trasformato nel corso del tempo. La sua apparenza austera è tipica di uno stile barocco, ma senza fronzoli. Stile che caratterizza del resto tutta la piazza che lo circonda. La sua facciata è lunga 107 metri, con un’altezza di 30 metri. Insomma una presenza ingombrante, utile a identificare l’edificio come centro del potere.
Ma il Palazzo non è solo imponenza! La struttura è infatti anche molto equilibrata. C’è una geometria perfetta tra il centro dell’edificio e i suoi due padiglioni laterali. La simmetria complessiva viene interrotta solo dall’elevarsi, sulla sinistra, della Cappella della Sacra Sindone. All’interno di essa si conserva per l’appunto la reliquia della Sacra Sindone. Quest’ultima era uno dei possedimenti più preziosi del casato dei Savoia.
Di fronte al Palazzo si erige inoltre una cancellata. Alle sue estremità sorgono le statue dei due Dioscuri. Dietro alla dimora si estendono infine i Giardini Reali, ispirati a quelli delle maggiori regge d’Europa. Erano infatti caratterizzati da giochi d’acqua e prospettive floreali.
Gli interni
Il Palazzo Reale di Torino rappresenta una delle espressioni artistiche più elevante della sua epoca. Questo grazie ai numerosi grandi artisti che hanno contribuito nel tempo alla sua formazione.
Particolarmente rilevante è il Primo Piano, chiamato anche Primo Piano Nobile. Ha uno stile aulico, a sottolineare l’importanza della dinastia dei Savoia . Alcuni dei suoi ambienti si distinguono per la loro grandiosità. Ad esempio la Galleria di Daniel, affrescata nel Seicento da Daniel Seiter. Inizialmente si ispira alla galleria degli specchi di Versailles. Viene però poi trasformata in una quadreria, con ritratti di personaggi storici legati al casato.
Al Secondo Piano si accede tramite la scala “delle Forbici”, realizzata da Juvarra. Si tratta di una gradinata di marmo che scarica il suo peso sulle pareti adiacenti. In questo modo risulta leggera e sinuosa e non grava sul pavimento in legno sottostante.
Il Secondo Piano in sé per sé si compone di varie sale. All’interno di queste si ritrovano diversi stili. Ogni sovrano infatti le modificava, in occasione del matrimonio del suo primogenito, in base alle mode del tempo. Proprio per una delle tante celebrazioni viene edificata la meravigliosa Sala da Ballo. Essa è decorata con arazzi che narrano la storia di Don Chisciotte.
Come visitare il Palazzo Reale?
Il Palazzo Reale di Torino si trova in Piazzetta Reale 1, inglobata nella centralissima Piazza Castello. È dunque raggiungibile a piedi arrivando da Via Roma, Via Po e Via Garibaldi. Nel caso invece si avesse bisogno dei mezzi di trasporto, ci sono varie opzioni. Consigliamo le varie linee di bus e tram che nel loro itinerario prevedono le fermate Castello o Duomo-Polo Reale.
È possibile acquistare i biglietti in loco, ma anche prenotarli online. Questi valgono per tutte le strutture comprese nei Musei Reali, il cui tempo medio di visita è di 2 ore. È quindi raccomandabile effettuare l’ingresso significativamente prima della chiusura del polo, per godere al massimo della visita.
Il Palazzo Reale di Torino offre quindi un affascinante itinerario di storia, arte e natura nel cuore della città. Perfetto per tutti i turisti che vogliono comprendere a pieno la storia del luogo che hanno scelto di visitare. Ma anche per quei torinesi che osservano ogni giorno il Palazzo, ma che non lo hanno ancora scoperto dall’interno.
Hai mai visitato il Palazzo Reale di Torino? Eri a conoscenza di tutte le trasformazioni che ha subito nel tempo? Scrivicelo nei commenti e se ti è piaciuto l’articolo condividilo!
Articolo di Alessia Fattori