Voluta da Vespasiano Gonzaga, Sabbioneta è una cittadina fortificata del 500 situata nel cuore della Pianura Padana.
Oggigiorno sembra difficile trovare un angolo di pace estraneo ai conflitti politici, le disparità sociali e le dispute culturali. Tuttavia se applichiamo queste circostanze a diversi contesti temporali, vedremo che sono caratteristiche riscontrabili in qualsiasi epoca della storia. Di conseguenza sorge spontaneo pensare che sia impossibile costruire una città ideale, un luogo dove regni la concordia, l’equilibrio e la serenità. Ma ne siamo proprio certi?
In contrasto con le odierne metropoli Sabbioneta non si distingue per grattacieli e luci artificiali, ma al contrario per le sue proporzioni a misura d’uomo. La virtù di questo tesoro architettonico risiede nel sogno di un uomo, che per l’appunto, voleva fondare la città ideale. Ed è così che grazie alla genialità di artisti come Vincenzo Scamozzi, allievo di Palladio, il nobiluomo riuscì a concretizzare il suo sogno.
Per cosa è famosa Sabbioneta
Riconosciuta Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2008, Sabbioneta è stata pensata come un luogo perfetto, in cui arte, cultura e bellezza potessero fondersi insieme in una sintesi armoniosa.
Questo centro abitato rappresenta un esempio unico di urbanizzazione fortificata dell’epoca. Non a caso è stata inserita nella lista delle più belle città murate d’Italia. Infatti mentre le mura della città, ancora in gran parte intatte, sono state progettate per proteggere questo centro urbano dalle invasioni nemiche. Il nucleo dell’urbe è stato costruito a partire da un asse centrale per poter conferire a questo borgo un’atmosfera serena e ordinata.
Nonostante tutto, c’è da dire che non è stata l’unica città costruita con l’idea di essere la massima espressione dei canoni urbanistici rinascimentali e delle dottrine umanistiche. Un altro esempio lo possiamo vedere in Friuli Venezia Giulia dove troviamo l’esagonale Palmanova. Tuttavia, Sabbioneta è una delle poche città italiane che possono vantare un’urbanistica perfetta e un’architettura rinascimentale impeccabile.
Cosa c’è da vedere a Sabbioneta
- Conosciuto anche come Palazzo Grande, il Palazzo Ducale fu ricostruito da Vespasiano Gonzaga intorno al 1561, a seguito di un incendio che distrusse il precedente. Il suo principale uso era quello di residenza per il Duca e i suoi famigliari, ma era anche utilizzato come luogo di celebrazione per eventi e cerimonie ufficiali.
Il Palazzo Ducale di Sabbioneta è diviso su due piani e
presenta caratteristiche architettoniche e di design uniche. Nella parte inferiore la facciata è composta da un portico a 5 archi leggermente rialzato. Mentre la parte superiore, nonostante abbia perso gli affreschi di Bernardino Campi, mantiene il suo fascino grazie alla simmetria dei cinque finestroni sormontati da altrettanti busti scultorei. Sulle architravi delle finestre possiamo leggere: “VESP. D. G. DVX SABLON. I.” ossia Vespasiano per grazia di Dio duca di Sabbioneta. La facciata è infine coronata da una torretta posta nel centro. Delle numerose sale che compongono questo palazzo, vi consigliamo di non perdervi per nessun motivo la Sala delle Aquile. Questo salone ospita un complesso di statue lignee del 1587, volte a celebrare la prodezza dei Gonzaga e il pregio dei loro cavalli. In effetti, i signori di Mantova erano conosciuti per possedere una razza di destrieri ambita da tutti i nobili dell’epoca. Tanto è vero che un esempio dell’ammirazione che la famiglia aveva per i propri purosangue lo troviamo in Palazzo Te. Dato che in un principio questo luogo fu costruito proprio come sede di addestramento per i cavalli gonzagheschi.
La galleria degli Antichi
Da non confondere con la Galleria degli Antenati, che nel palazzo ducale era lo studio privato di Vespasiano. La Galleria degli Antichi o Corridor Grande, è un edificio che si estende lungo Piazza d’Armi poggiato su 26 arcate inferiori. Con i suoi 97 metri è la terza Galleria d’Italia per lunghezza, superata solo da quella delle carte geografiche del Vaticano e dagli Uffizi di Firenze.
La galleria affrescata nel 1587 da Giovanni e Alessandro Alberti, era stata pensata per ospitare la collezione archeologica del duca. In totale, il Museo dell’Età Classica di Vespasiano era composto da 50 statue, 160 busti e 80 bassorilievi. In realtà la sala non conteneva solo i marmi antichi che il nobile aveva acquistato. Infatti tra statue e bassorilievi si potevano ammirare trofei di caccia provenienti dalla collezione imperiale di Praga. Doni che Vespasiano decise di esporre a testimonianza del profondo legame che lo legava alla casa d’Asburgo.
Oggi la collezione di Vespasiano è stata spostata da Sabbioneta a Mantova. Alcune opere si possono ammirare nel Palazzo Ducale, mentre altre sono esposte nel Museo della Città.
Il teatro all’antica di Sabbioneta
Come richiama il nome stesso di questo luogo, l’ispirazione per la sua costruzione, come del resto quella di tutta la città, resta lo splendore dell’antica Roma.
Per assicurarsi della buona riuscita dell’opera Vespasiano ingaggiò come costruttore il sopracitato Vincenzo Scamozzi. Reduce del successo per la terminazione del Teatro Olimpico di Vicenza, l’architetto accettò senza esitare la proposta del duca. Nel 1590 il teatro era terminato. Sprovvisto di arcoscenico il palco è dominato da una scenografia fissa. La scena rappresenta una piazza con una strada centrale, entrambe definite da edifici in legno posti in prospettiva. Invece la platea è composta da una gradinata lignea e da una loggia con colonnato. Questo suggestivo e unico teatro vi assicuriamo che non lascia indifferenti i suoi visitatori.
Perché è importante Sabbioneta
Come un’opera d’arte concettuale ciò che davvero è importante di questa città, ancora più dell’opera urbanistica stessa, sono le idee su cui è fondata. Vespasiano aveva capito una cosa essenziale, ed è che il minimo comune denominatore di una città non è il mattone, ma l’essere umano. Senza le persone non esisterebbe nessun tipo di centro abitato. Di conseguenza chi può rendere una città ideale è chi ci vive, siamo noi. Per questa ragione nessun edificio di Sabbioneta è stato pensato senza aver chiara la sua funzione. Questo progetto, attraverso l’architettura, voleva cambiare la vita della gente. Attraverso l’arte, trasmettendo i valori più giusti, voleva cambiare la mente dei cittadini. Affinché un giorno, grazie alla sua armonia urbana e alla sua architettura ordinata, Sabbioneta potesse diventare la prova che la città ideale non è un utopia.
Conoscevi già la storia di Sabbioneta la città ideale? Facci sapere cosa ne pensi nei commenti.
Articolo di Giovanni Turco
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