
Il Comune di San Cataldo, o in siciliano San Cataddu, è una cittadina della provincia di Caltanissetta che sorge in una zona collinare nella parte più interna della Sicilia.
Le formazioni geologiche abbondanti in quest’area, come i calcari e il salgemma, contribuiscono alla formazione di un particolarissimo ambiente fluvio-salmastro, generato dal fiume Salito e popolato da flora e fauna altrettanto inusuali.
Un tempo importante centro minerario per l’estrazione dello zolfo e del salgemma, oggi la sua economia è prevalentemente basata sull’agricoltura, specialmente sulla coltivazione di cereali, di olive e di mandorle.
Fondato dal principe Nicolò Galletti nel 1607 all’interno della baronia di Fiumesalato, il paese da iniziali 722 abitanti arrivò ad averne 1607, verso la metà del ‘600, acquisendo gli abitanti dei paesi confinanti. Attualmente la sua popolazione raggiunge i 23000 cittadini.
La storia urbanistica di San Cataldo conta diverse ricostruzioni nel corso del tempo, per questo prevale l’aspetto di una città moderna. Nonostante ciò, il borgo presenta alcune rilevanti attrattive artistiche e culturali. Vediamole insieme.
La Chiesa Madre
La Chiesa Madre sorge nella parte più alta e centrale della città. Si tratta del principale luogo di culto del comune di San Cataldo. Voluto dalla famiglia Galletti, i fondatori del paese, il Duomo è dedicato alla Natività di Maria.
Dal punto di vista architettonico, la chiesa è concepita secondo i canoni barocchi con pianta basilicale e una cupola centrale. Presenta tre navate e la pianta è a forma di croce. L’autore del progetto è tuttora sconosciuto sebbene sia riconducibile alla cerchia di collaboratori del celebre architetto Vaccarini.
L’interno del Duomo è arricchito da diverse pitture come La Natività di Maria e L’Adorazione dei pastori. Sono, poi, da menzionare le sculture: il Crocifisso in avorio, San Michele Arcangelo, l’Immacolata e San Cataldo, tutte realizzate da artisti ignoti. L’imponente campanile della chiesa è, ancora oggi, utilizzato per segnalare, con lo scampanio, gli eventi religiosi della città. La torre campanaria conta al suo interno sei campane, fra le quali spicca la seconda campana più grande della Sicilia.
La Torre Civica
La Torre Civica domina il comune di San Cataldo dall’alto del monte, un tempo denominato Tabor. La torre fu abbattuta nel 1959 e successivamente ricostruita. Oggi presenta un fusto quadrangolare con una merlatura guelfa. Ha quattro riquadri, l’ultimo dei quali ospita l’orologio.
Una curiosità sulla torre? Nel corso della giornata, le tre campane intonavano il fischio dei sancataldesi che invitava i “pigroni” e i “fannulloni” a darsi da fare come è costume degli abitanti della cittadina.
Castello Galletti
Su di uno spuntone di roccia sorge il palazzo-castello in stile neogotico. Fu costruito per ordine del Principe Nicolò Galletti che lo commissionò allo stesso architetto che aveva progettato Villa San Cataldo a Bagheria.
Vassallaggi
Vassallaggi è un altro sito interessante del comune di San Cataldo. Si tratta di un’area archeologica che, dal 1905 fino agli anni sessanta, è stata oggetto di scavi che hanno portato alla luce diverse tracce storiche a partire dall’Età del bronzo. Tombe, case, tracciati urbani e luoghi di culto testimoniano il fiorente passato del comune di San Cataldo.
Le tradizioni religiose
La celebrazione della Settimana Santa, con l’Ncuntru dei Sampaoloni con Gesù Risorto, è un evento tradizionale e molto partecipato a San Cataldo.
La mattina della Domenica di Pasqua i Sampaoloni, statue di tre metri che rappresentano tutti gli Apostoli meno Giuda, vengono portati in processione per le vie centrali della città. Nel pomeriggio la statua di Maria Maddalena, portata a spalla dai giovani della città, viene condotta verso il santo Sepolcro. La processione si ripete per tre volte, prima con l’aggiunta dei Sampaoloni, poi con quella della Madonna, finché tutti non si trovano al cospetto della statua del Cristo Risorto.
L’origine delle statue data all’incirca al XVIII secolo; il nome deriva da San Paolo e la loro dimensione deve ricordare la “grandezza” degli Apostoli oltre ad essere legata alla tradizione spagnola sia nelle misure che nello sfarzo dei costumi. I Sampaoloni hanno una struttura metallica a cui vengono attaccati testa e braccia. Le gambe sono quelle del portatore, che si trova all’interno della statua e che guarda attraverso delle fessure. Tuniche colorate e decorate con pizzi e ori, anche queste di tradizione spagnola, contraddistinguono i diversi Apostoli, il cui nome è indicato da un’insegna appeso al torace della statua.
Le specialità culinarie del Comune di San Cataldo
Protagonista di fiere e sagre, la ‘ngiambella di San Cataldo è una delle specialità più acclamate del paese. Si tratta di un biscotto dalla forma ellissoidale con una crosta croccante, lucidata con l’albume delle uova, utilizzate per la preparazione. Le origini di questa deliziosa ciambella sono antiche, secondo i racconti degli anziani del paese, la ciambella risalirebbe alla fine dell’Ottocento. Si dice che venisse preparata, in particolare negli anni Trenta, presso la Dolceria Iacolina di San Cataldo.
La ricetta, tramandata di generazione in generazione, include l’utilizzo di farine dell’antica tradizione siciliana, come quella di Maiorca. Un tempo era usanza portare le morbide ciambelle ai malati per favorire la loro guarigione.
Quando visitare San Cataldo
Se le ciambelle e la storia artistica di San Cataldo hanno stuzzicato la vostra curiosità, allora scegliete il periodo migliore in cui visitare il paese.
San Cataldo gode di un clima mediterraneo con estati secche e abbastanza calde e inverni miti. Se siete amanti del caldo visitatela tra maggio e ottobre, altrimenti considerate il periodo autunnale o invernale con temperature che, normalmente, non scendono sotto i 10°.
In sintesi, il Comune di San Cataldo, grazie alla sua valenza storica e artistica, vale sicuramente una visita!
Avete in programma di visitare la Sicilia e pensate di andare alla scoperta del Comune di San Cataldo? Fatecelo sapere nei commenti!
Benedetta Sorgato
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