
Il Cimitero Monumentale di Torino è il più grande del capoluogo piemontese e tra i primi in Italia per numero di defunti. Si trova in zona Regio Parco, a ridosso del parco Colletta. A fargli da suggestivo sfondo è la collina sormontata dalla basilica di Superga. Si compone di una parte antica di forma ottagonale e di vari ampliamenti avvenuti nel corso del tempo. La prima parte ospita numerose tombe storiche e 12 km di porticati. Quest’ultimi sono arricchiti da sculture dall’elevato valore artistico. Sono proprio queste le caratteristiche che hanno fatto conferire al Cimitero l’appellativo di “monumentale”.
Qual è la storia del Cimitero Monumentale di Torino?
La costruzione del Cimitero Monumentale di Torino viene ordinata nel 1827. Esso doveva andare a sostituire i più modesti cimiteri di San Pietro in Vincoli e di San Lazzaro. Questi, infatti, non erano più sufficienti a causa della crescita demografica della città. Il progetto viene affidato all’architetto Gaetano Lombardi. Il finanziamento per la sua realizzazione proviene però dal marchese Carlo Tancredi Falletti di Barolo. Nel 1828 egli dona infatti 300.000 lire sabaude. Così facendo permette l’acquisto del terreno e l’edificazione del primo nucleo. Il Cimitero entra in funzione nello stesso 1828.
Alla sua nascita il Monumentale si presenta con una pianta quadrata. Al suo interno c’è una cappella e alcuni edifici di servizio in stile neoclassico. Lungo le sue mura scorrono dei portici ciechi, chiamati nicchioni, che ospitano le famiglie più in vista. Quest’ultime fanno sin da subito costruire importanti monumenti funerari davanti alle tombe. Nel tempo il Cimitero subisce ben otto ampliamenti. Ad esempio, nel 1882 viene costruito uno dei più grandi templi crematori in Italia, secondo solo a quello di Milano. Ma non finisce qui! Sono infatti sorte anche alcune aree specifiche. Si pensi a quella per gli ebrei, o a quella per i partigiani e deportati politici.
Le tombe monumentali
Il Cimitero Monumentale di Torino ospita delle tombe monumentali di grande rilevanza artistica. Il loro valore non è infatti minore a quello delle opere d’arte conservate nei musei. Uno degli esempi più noti è quello della Tomba Denina Sineo. Essa ospita la fanciulla Teresa Denina Sineo, passata alla storia come la sposa bambina. Il suo monumento funebre la ritrae mentre dorme su un baldacchino, circondata da due piccoli angeli che vegliano su di lei.
Un’altra delle tombe più famose del Cimitero è la Tomba Pongiglione. Accanto a questa si trova una statua del defunto a cui appartiene: Giuseppe Pongiglione, un industriale dell’Ottocento. Tale scultura, firmata da Lorenzo Vergnano, lo mostra mentre vola in cielo. Durante questa salita egli porta con sé uno scrigno di ricordi ed è accompagnato da un angelo. Si può osservare inoltre anche uno sfondo. Su di questo si può scorgere un ponte attraversato da un treno, una città e tanti altri piccoli dettagli. Ma a colpire lo sguardo dello spettatore è soprattutto l’aspetto di Pongiglione. Egli viene infatti raffigurato con una barba a due punte, un panciotto raffinato e un’espressione che vuole incutere rispetto.
Il Mausoleo Tamagno
La tomba monumentale più importante del Cimitero Monumentale di Torino è però il Mausoleo Tamagno. Costruito in onore del tenore Francesco Tamagno, è un monumento imponente. Allo stesso tempo si distingue però per il suo candore, derivante dall’uso del marmo Botticino. Esso si compone di una camera sepolcrale, alla quale si accede tramite degli scalini. Ai lati di questi si trovano due sfingi di tradizione greca: mezze donne e mezze leonesse. Purtroppo, la camera sepolcrale è sempre chiusa. Ma è risaputo che all’interno di essa si trova un sarcofago scuro, con dei fiori e una cornice che raffigura Tamagno. Una scaletta conduce poi alla cripta che ospita effettivamente il defunto.
Tutta questa struttura funge in realtà da piedistallo al monumento funebre vero e proprio. Esso è composto da una cupola sorretta da sei colonne corinzie che formano un cilindro. Alla cima si erige un tripode di bronzo, con il quale un tempo si onoravano i trionfi artistici. L’installazione si ispira a un’opera statuaria eretta nell’acropoli di Atene nel 334 a.C. Quest’ultima aveva lo scopo di celebrare la vittoria della tribù del corego Lisicrate in una gara canora.
Il Cimitero Monumentale ospita personaggi degni di nota?
All’interno del Cimitero Monumentale di Torino riposano numerosi personaggi illustri. Persone che hanno lasciato il segno non solo nella storia della città, ma anche in quella dell’Italia o del mondo. Elencarle tutte sarebbe ovviamente impossibile! Ce ne sono però tre particolarmente rappresentative.
Il primo personaggio che vale la pena menzionare è Fred Buscaglione. Cantautore nato a Torino nel 1921, noto al grande pubblico grazie a brani come “Eri piccola così” o “Che bambola”. A lasciare il segno nella storia è la sua morte improvvisa a Roma nel 1960, a soli 38 anni. Buscaglione stava tornando verso l’hotel dopo una serata in un locale della capitale, quando la sua macchina finisce contro un camion. Inutili i tentativi di salvargli la vita in ospedale. Fred Buscaglione è un personaggio molto importante per il cantautorato italiano. Nel 2009 gli viene infatti dedicato il Festival “Sotto il cielo di Fred”. Quest’ultimo si tiene a Torino ogni due anni e ha lo scopo di far conoscere giovani cantautori emergenti.
Rita Levi-Montalcini
Un’altra ospite d’eccellenza del Monumentale è Rita Levi-Montalcini, nata a Torino nel 1909. Ella si mostra interessata allo studio del sistema nervoso sin dai primi anni di università. Nel 1938 la proclamazione delle leggi razziali le impedisce di continuare ufficialmente gli studi. La Montalcini continua però privatamente la sua formazione. Ciò la porta a ricevere nel ’47 l’invito a trasferirsi alla Washington University, in Missouri. Qui insegna neurobiologia, ma prosegue anche con la ricerca. La sua scoperta più importante è l’identificazione del fattore di crescita nelle cellule nervose, avvenuta nel 1952. Solo un anno dopo porta inoltre a compimento la caratterizzazione biochimica di questo fattore, grazie al sistema della coltura in vitro. Tutto ciò le varrà nel 1986 il premio Nobel per la medicina. Nel frattempo la scienziata si ristabilisce definitivamente in Italia. Qui arriva a dirigere vari istituti di ricerca e a essere membro di varie accademie scientifiche. Ma soprattutto diventa Presidente della Fondazione Rita Levi-Montalcini Onlus. Quest’ultima finanzia borse di studio in sostengo dell’istruzione di donne africane. La Montalcini scompare infine nel 2012, all’età di ben 103 anni.
Il Grande Torino
Tra i vari personaggi illustri che riposano nel Cimitero Monumentale di Torino ce n’è uno particolarmente importante per i cittadini del capoluogo piemontese. Si tratta del Grande Torino. Con questo nome collettivo si indica la formazione della squadra del Torino degli anni ‘40 del ventesimo secolo. Squadra pluricampione d’Italia, i cui giocatori erano la colonna portante anche della Nazionale. Essa scompare tragicamente nella sua totalità nel 1949, nella cosiddetta tragedia di Superga. Si tratta di in un incidente aereo avvenuto il 4 maggio del ’49. Quel giorno il Fiat G.212 della compagnia ALI si schianta contro il muraglione del terrapieno posteriore della Basilica di Superga. A bordo dell’aereo c’era tutto il Grande Torino, che stava tornando da Lisbona dopo una partita amichevole contro il Benfica. Nessun componente della squadra è sopravvissuto al disastroso evento e tutti riposano attualmente al Cimitero Monumentale.
Insomma, il Cimitero Monumentale di Torino non è un semplice cimitero. È un luogo d’arte al pari di tanti musei. Ma è anche un luogo dove possono essere onorati e ricordati personaggi che tutto il mondo ha invidiato alla città di Torino. Personaggi che hanno lasciato, grazie alle loro canzoni, scoperte o vittorie, un segno indelebile della loro esistenza.
E tu? Conoscevi la storia dei personaggi illustri ospitati nel Cimitero Monumentale di Torino? Sapevi che questo era anche luogo di conservazione di vere e proprie opere d’arte? Lascia un commento e se ti è piaciuto l’articolo condividilo!
Articolo di Alessia Fattori
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