I sette re di Roma vivono nel periodo monarchico della storia romana. Si susseguono nell’arco di 244 anni, segnando la nascita di Roma e i suoi primi passi.
Ma, quali sono i sette re di Roma? Cosa fecero? Come ricordarli?
Quali sono i sette re di Roma?
I sette re di Roma, in ordine cronologico, sono:
- Romolo (753-716 a.C.)
- Numa Pompilio (715-673 a.C.)
- Tullo Ostilio (673-641 a.C.)
- Anco Marzio (640-616 a.C.)
- Tarquinio Prisco (616-579 a.C.)
- Servio Tullio (578-535 a.C.)
- Tarquinio il Superbo (535-509 a.C.)
La loro storia comincia con la fondazione di Roma nel 753 a.C. e termina nel 509 a.C., quando l’ultimo re viene scacciato. È questo il periodo in cui il sistema romano era fondato sulla monarchia; al suo termine inizia la repubblica.
Il periodo monarchico viene suddiviso dagli storici in due fasi:
- La prima è quella in cui il Senato e le assemblee popolari avevano un ruolo centrale. In questa fase si susseguono i primi 4 re, di origine etrusca o latina.
- La seconda è quella dalla svolta assolutistica e accentratrice. Qui rientrano gli ultimi 3 re, di origine etrusca.
Perché i re di Roma sono sette?
I sette re di Roma erano davvero sette? In questa domanda si mescolano elementi storici e leggenda.
Il sette è particolarmente simbolico per Roma: così come i Colli, anche i re venivano ritenuti in tal numero.
Gli esperti riconoscono la storicità del periodo monarchico. Sono però sono scettici su alcuni elementi: non è accertato che i re fossero davvero sette, innanzitutto a causa della durata di ciascun incarico. Sembra improbabile che ognuno abbia governato per 35 anni in media. Si crede che il numero dei re sia stato maggiore: sette sono pochi per due secoli e mezzo!
Inoltre: a ciascun re viene associato un ambito d’intervento particolare; vi è un settore specifico in cui le riforme di ognuno hanno cambiato la vita romana. Ad esempio, Romolo avrebbe dato forma alle istituzioni civili; Numa Pompilio a quelle religiose; Servio Tullio a quelle militari. Anche questo dato ha dell’improbabilità, soprattutto accostato ad un altro: non tutte le opere dei re hanno un fondamento storico. È un ulteriore elemento di conferma per gli storici, che avvalorano così un’ipotesi: l’esistenza di un simbolismo dietro alla leggenda dei sette re di Roma.
Cosa fecero?
I sette re di Roma, tra storia e leggenda, meritano di essere conosciuti meglio. Ognuno avrebbe dato un particolare apporto alla vita romana: specifiche riforme, opere, interessi ed azioni.
Vediamone, uno per uno, i contributi dei sette Re di Roma
Romolo. Di origini divine, viene considerato dalla leggenda il fondatore di Roma. Sarebbe stato allevato assieme al fratello Remo da una Lupa, ancora oggi simbolo della capitale. A Romolo vengono attribuite le prime riforme in campo politico ed istituzionale: dalla fondazione del Senato e dei comizi curiati alla ripartizione del popolo romano in tre tribù, ovvero i Ramnes, i Tities e i Luceres.
Numa Pompilio. Al secondo re di Roma viene attribuita l’organizzazione religiosa. Avrebbe istituito diversi culti, riti, cerimonie e collegi sacerdotali.
Inoltre, avrebbe introdotto il calendario, così come lo conosciamo ancora oggi.
Tullo Ostilio. Sarebbe stato un guerriero e conquistatore. Sotto il suo regno: il celebre scontro tra gli Orazi (tre fratelli romani) e i Curiazi (i tre fratelli di Alba Longa). Qui uno sfondo storico c’è: la sostituzione di Roma ad Alba Longa come città-guida dei latini.
Anco Marzio. Il quarto re di Roma è ricordato per le sue opere urbanistiche e commerciali. Avrebbe fondato Ostia e avviato scambi di merci via mare. Sarebbe anche l’artefice della costruzione del Ponte Sublicio, il primo sul Tevere, seguito poi da Ponte Emilio, Ponte Milvio e gli altri.
Tarquinio Prisco. Egli viene ricordato come costruttore. Fu lui a volere il Circo Massimo, il Foro Boario, il tempio di Giove Capitolino e la Cloaca Massima, importante opera idraulica.
Servio Tullio. Il sesto re di Roma è noto per opere urbanistiche e riforme politiche. Nel primo campo, gli si attribuiscono le mura della città, dette appunto “Serviane”. Nel secondo, l’istituzione dei comizi centuriati: un’assemblea in cui si poteva partecipare per reddito.
Tarquinio il Superbo. Il settimo ed ultimo re di Roma sembrava fosse un tiranno dispotico. Il suo regime fu assolutistico e accentratore, spazzò via i diritti del popolo. Suo figlio fece violenza alla nobile Lucrezia, che poi si suicidò. Questo fatto fu la goccia che fece traboccare il vaso: il popolo insorse, prese forma una rivolta e il re fu cacciato. Ha inizio la repubblica!
Come ricordare i nomi dei sette re di Roma?
I sette re di Roma hanno nomi particolari. Non sempre è facile memorizzarli, anche se sarebbe utile. Allora come fare?
Ti suggeriamo due diversi trucchetti:
1) Ricordare i nomi dei sette re con un acronimo.
Ripetiamo: Romolo, Numa Pompilio, Tullo Ostilio, Anco Marzio, Tarquinio Prisco, Servio Tullio, Tarquinio il Superbo.
Ti basta prendere le lettere inziali per comporre una frase, ad esempio: “ROma NUn sPOrcà TUtta OStia, ANche (il) MAre TAce PRima, SE TU TAci SUbito!”
Il consiglio è di inventarne una con tue associazioni: ti rimarrà impresso più facilmente!
2) I nomi dei sette re di Roma in una filastrocca. Eccone una:
“Romolo della città fu il re fondatore,
a lui vanno in eterno gloria e onore.Numa Pompilio fu religioso e pio,
fece costruire un tempio per ogni dio.Tullo Ostilio fu re guerriero,
dei fratelli orazi andava fiero.Anco Marzio gran costruttore,
del porto di Ostia fu l’inventore.Tarquinio Prisco etrusco di gran civiltà
di case in muratura riempì la città.Servo Tullio assai intraprendente:
di mura cinse roma per difendere la gente.di questi bravi re a rovinar la reputazione
ci pensò Tarquinio il Superbo, con la sua orrenda azione!fece tanti guai e deluse così i Romani
che lo scacciarono e non vollero più sovrani!”
Perché non inventare un acronimo o una filastrocca sui sette re di Roma? Provaci e facci sapere!
Articolo di Eleonora Mometti
Iscriviti per ricevere news su Roma