
È impossibile andare a Firenze senza visitare la Galleria dell’Accademia, insieme agli Uffizi tra i musei più importanti al mondo.
La Galleria è un museo statale italiano, ed espone il maggior numero di sculture di Michelangelo al mondo. Tra queste, sette in totale, c’è ovviamente anche il David. Le opere che si trovano in questo museo sono però innumerevoli, a partire da quelle pittoriche a fondo oro fino ad arrivare a quelle del Museo degli strumenti musicali.
Se avete in programma di trascorrere qualche giornata nel capoluogo toscano all’insegna dell’arte, nel vostro itinerario non può assolutamente mancare la Galleria dell’Accademia. Andiamo a scoprire insieme la storia di questo fantastico museo.
Galleria dell’Accademia, storia
La Galleria dell’Accademia vede la luce a Firenze intorno al 1784 insieme all’Accademia di Belle Arti, su desiderio di Pietro Leopoldo di Lorena. Tale galleria comprendeva opere sia originali che riprodotte che dovevano servire per migliorare la conoscenza e formazione artistica degli studenti dell’accademia. La Galleria si arricchì fin da subito di tantissime opere provenienti da diversi conventi e monasteri. Tra queste possiamo elencare ad esempio il Battesimo di Cristo di Verrocchio, le Maestà di Cimabue e di Giotto, o anche la Sant’Anna Metterza di Masaccio e Masolino. Nel corso della sua storia il museo è andato incontro a numerose spoliazioni, soprattutto ad opera di Napoleone. In seguito la Galleria si è arricchita a partire dagli inizi del XIX secolo, con l’acquisizione di opere che provenivano dai concorsi di pittura e scultura.
Il David di Michelangelo
Negli anni in cui Firenze era capitale d’Italia l’Accademia vide al suo interno l’ingresso di numerose nuove opere che trovarono sistemazione in diverse stanze al primo piano. Da qui il museo assunse il nome di Galleria Antica e Moderna, con le opere moderne che riscuotevano grandissimo interesse soprattutto da parte degli studenti. La svolta forse più importante della storia della Galleria arriva però con molta probabilità nel 1872. In quell’anno si decise infatti di spostare lì il David di Michelangelo, che trovò posto su una Tribuna opera di Emilio De Fabris alla fine della Galleria dei Quadri antichi. Il capolavoro rimase però chiuso al pubblico per ben nove anni per aspettare la fine della costruzione della Tribuna. Nel frattempo, nel 1875 si creò una mostra che comprendeva le riproduzioni in gesso delle opere scultoree dell’autore del David.
Nel 1882 ci fu finalmente l’inaugurazione del Museo michelangiolesco. Insieme al David ebbero spazio i calchi del Mosè e dei sepolcri medicei. E ancora della Pietà Rondanini, del Cristo della Minerva, della Pietà Vaticana e dei Prigioni. Nel corso degli anni cambiò anche la disposizione delle opere all’interno del museo. Dopo diversi restauri apparvero nuove pareti lignee per dividere in comparti le opere del Trecento e Quattrocento da quelle del Seicento. In più ci fu l’allestimento di tre nuove sale, con le opere di Botticelli e del Perugino. I dipinti del primo in particolare divennero agli inizi del Novecento l’attrattiva principale del museo, in grado di oscurare anche le sculture del Michelangelo.
La Galleria dell’Accademia oggi
Agli inizi del Novecento le raccolte di arte contemporanea del museo passarono alla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti. In seguito al trasferimento di queste opere la Galleria assunse il nome di Galleria dell’Accademia. Un altro importante cambiamento di quegli anni consistette poi nella sostituzione dei calchi con le opere originali del Michelangelo. Si riunirono così i Prigioni, il San Matteo e il Torso di fiume. Successivamente arrivò nella Galleria anche la Pietà di Palestrina, mentre negli anni Trenta ci fu l’aggiunta delle sale del Colosso e dell’Anticolosso.
Con lo scopo di rendere più omogenea la collezione del museo, negli anni recenti si ebbe l’allestimento delle sale dell’Ottocento e del tardo Trecento. In questo modo la collezione ha acquisito un ordine cronologico, ripercorrendo tutta l’arte fiorentina dal tredicesimo al quattordicesimo secolo. A queste sale si aggiunsero in un secondo momento l’esposizione delle icone russe del settecento che venivano dalle collezioni dei Lorena e quella degli strumenti musicali antichi. Il problema dello scarso ordine cronologico che lega tra di loro le varie opere del museo persiste però in parte ancora oggi. Ad attirare gran parte delle attenzioni del pubblico è però ovviamente il David, che difficilmente si sposterà in altre sedi in futuro.
Cosa vedere alla Galleria dell’Accademia
- La Sala del Colosso. Al centro della Sala è posto il modello preparatorio del Ratto delle Sabine di Giambologna, stupendo esempio di scultura del Cinquecento. La sala dispone di una vastissima moltitudine di opere, tra cui quelle di Filippino Lippi Pontormo, Ghirlandaio, Bronzino, Perugino. Ad attirare l’attenzione c’è poi alla destra dell’ingresso un cassone nunziale dipinto. Questo cassone rappresenta un corteo nunziale tra le strade di Firenze, e si riconosce tra le altre cose anche il Battistero. Sulla sinistra del cassone è invece presente un’opera in piccolo formato che sarebbe da attribuire a Botticelli, ovvero la Madonna del Mare. Il nome deriva dal paesaggio marino dello sfondo e dal simbolo della Stella Maris sul mantello della Vergine.
- Il Museo degli Strumenti Musicali. La Galleria dell’Accademia accontenta anche gli amanti dell’Opera e della musica classica con una collezione di preziosi strumenti musicali. Questi derivano dalle collezioni medicea e lorenese e si trovano nell’ala del Conservatorio Cherubini, alla destra della Sala del Colosso. Tra le opere di rilievo in esposizione ci sono il pianoforte creato da Bartolomeo Cristofori per i Medici e diversi altri strumenti opera invece di Antonio Stradivari.
- La Galleria dei Prigioni e la Tribuna con il David. La Galleria dei Prigioni ospita i colossi non finiti di Michelangelo e porta fino a quella che è l’attrazione principale per chiunque decida di visitare la Galleria dell’Accademia. Stiamo parlando ovviamente del David, probabilmente la scultura più famosa del mondo che attira ogni anno turisti di ogni provenienza. Vicino al David ci sono tre dipinti di Alessandro Allori, vero e proprio simbolo del Rinascimento con i loro motivi floreali. Da qui si arriva all’ingresso per l’Accademia di Belle Arti, opera del Granduca di Toscana Pietro Leopoldo di Lorena e che ha avuto origine dall’antico ospedale di San Marco. Una delle ali dell’ospedale ospita oggi anche la Gipsoteca Bartolini, che comprende al suo interno diversi modelli in gesso opera del professore dell’Accademia Lorenzo Bartolini.
Avete già visitato la Galleria dell’Accademia? Parlatecene nei commenti!
Articolo di Francesco Basso
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