Oggi parliamo di Feltre, un piccolo comune veneto di origine preromanica, localizzato all’ingresso del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Ciò fa di questo paese un luogo da visitare, sia da per il suo patrimonio storico e culturale, sia per la sua posizione privilegiata nei confronti di uno dei Parchi naturali più importanti d’Italia. Feltre si distingue per un impianto urbanistico di origine medievale, con l’insediamento storico situato in cima ad un colle chiamato “Colle delle Capre”.
Ad est di Feltre scorre il fiume Piave e si innalzano le Dolomiti, mentre a sud si trova il Monte Tomatico. A circa 30km di distanza sorge Belluno, il capoluogo di provincia più vicino, mentre Venezia dista più o meno un’ora e mezza di macchina in direzione sud.
La fondazione e l’Impero Romano
Uno dei primi storici a menzionare Feltre nei suoi studi fu Plinio il Vecchio, che nel suo Naturalis Historia (78 D.C.), parla della fondazione delle città di Feltria, Trento e Verona. Eppure, la città sembra risalire ad un’epoca precedente a quella romanica, come testimonia l’area archeologica accessibile sotto Piazza del Duomo. In età imperiale, la città conobbe un periodo di notevole ricchezza, essendo situata a ridosso della Via Claudia Augusta. Al tempo, infatti, rappresentava uno snodo commerciale importantissimo, che collegava il Veneto alla Baviera, passando per Trento e il Brennero. Durante gli ultimi secoli dell’Impero Romano, Feltre ospitava diversi gruppi di maestranze, che aprirono botteghe e costituirono associazioni professionali. Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, si avvicendarono Longobardi, Franchi, il Sacro Romano Impero e diverse signorie medievali. Tra queste i Da Romano, i Carraresi, gli Scaligeri e i Visconti.
Dal dominio veneziano ai giorni nostri
Solo nel 1404, dopo la morte di Gian Galeazzo Visconti, gli avvicendamenti di potere sembrarono conclusi. Infatti, la popolazione decise autonomamente di sottomettersi al dominio della Repubblica di Venezia, per proteggersi dalle rinnovate mire della famiglia dei Carraresi. Nonostante questo, Feltre non sfuggì alla distruzione portata dagli scontri tra la Repubblica Veneziana e il Sacro Romano Impero durante i primi anni del Cinquencento. Le truppe asburgiche, infatti, prima di ritirarsi definitivamente, si accanirono sulla popolazione locale in quello che ancora oggi è ricordato come “l’Eccidio di Feltre”.Nei secoli successivi, le fortune commerciali e politiche di Feltre svanirono, insieme a quelle della decadente Serenissima. Nel 1797, la Repubblica cadde e Napoleone si impadronì dei suoi territori. Dopo il Congresso di Vienna, Feltre venne assegnata all’Impero austriaco che la controllò fino al 1866, anno in cui entrò di diritto a far parte del Regno d’Italia.
Cosa c’è da vedere a Feltre?
Il Castello di Alboino è forse il complesso basso medievale di maggior rilievo di Feltre. Erroneamente attribuito al Re Longobardo che mai passò da queste parti, il Castello era più esteso di come appare ora. Nonostante questo, nel tempo sono state aggiunti diversi moduli che rendono difficoltosa una lettura integrale della struttura del complesso. Le due componenti più importanti sono le torri: la Torre dell’Orologio e la Torre del Campanon. La prima rappresenta l’antico accesso al Castello, dalla quale scendeva un ponte levatoio, che permetteva il transito ai pedoni. Una caratteristica curiosa di quest’ultima è la presenza di una banderuola segnavento a mezzaluna, di chiare origini mediorientali di cui però non si conosce l’esatta provenienza. La seconda Torre invece, che con i suoi 35 metri di altezza si erge sulla sottostante Piazza Maggiore, prende il nome da una grande campana che segnalava importanti eventi pubblici come esecuzioni o riunioni cittadine.
Cosa vedere a Feltre centro storico?
Affacciato su Piazza Maggiore, si trova il Palazzo della Ragione, sorto in seguito al passaggio di Feltre sotto il dominio veneziano. L’edificio si riconosce subito grazie all’ampio porticato attribuito ad Andrea Palladio, figura di spicco dell’architettura rinascimentale veneziana, che tra le sue opere annovera il Teatro Palladiano di Vicenza e Villa Barbaro. Al primo piano del Palazzo, si trova il Teatro della Sena. Inizialmente concepita come luogo per le assemblee del Maggior Consiglio cittadino, la grande sala del Teatro ha visto crescere la sua importanza. Questo avvenne grazie alla frequentazione di questo luogo da parte dei nobili, che occupavano i palchetti e organizzavano banchetti. Tra i tanti celebri autori che calcarono la scena teatrale feltrina, ci fu anche il giovane Carlo Goldoni, che tra il 1729 e il 1730 lavorava presso la cancelleria cittadina. Al Teatro della Sena mise in scena le sue opere “Il Buon Vecchio” e “La Cantatrice”.
Il Palio
Grazie al vasto patrimonio storico della città, Feltre vanta anche un grande bagaglio di tradizioni, il cui esempio più fulgido è il Palio dei Quindici Ducati. Si tratta di una ricostruzione storica che ricorda l’autonoma sottomissione di Feltre alla Repubblica di Venezia nel 1404. Durante il Palio, che dura tre giorni e prevede anche un grande corteo cittadino, i quattro quartieri della città – Castello, Duomo, Port’Oria e Santo Stefano- si disputano tra loro il possesso dei quindi ducati d’oro. Questa disputa avviene in quattro diverse gare: staffetta, tiro con l’arco, tiro alla fune e corsa equestre. La contrada vincente si aggiudica un drappo che sarà il simbolo del suo trionfo fino al Palio successivo.
Cosa Vedere nei dintorni di Feltre?
Dopo la distruzione dell’antico palazzo del Comune, per mano delle truppe asburgiche di Massimiliano I, il governo Veneziano commissionò la ricostruzione di un edificio pubblico di rilievo. Il Palazzo Pretorio fu costruito tra il 1515 e il 1524, e il primo rettore che ci andò ad abitare fu Marco Loredan. I rettori veneziani amministravano la giustizia civile e penale del territorio a cui erano assegnati. Essi punivano i criminali con la prigionia.
Come se non bastassero lo charme del suo borgo storico e le tradizioni medievali, Feltre è anche la porta di accesso ad uno dei luoghi più belli d’Europa, nonché Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO: il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Si tratta di un’area verde di 31.000 ettari, in cui la natura selvaggia imperversa, tra boschi, altopiani, canyon e cime innevate. Il simbolo di questo spettacolare luogo sono le Tre Cime di Lavaredo , dalle iconiche pareti affusolate a forma di mano.
Articolo di Francesca Proni
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