Enrosadira: la leggenda delle Dolomiti rosa - Oj Eventi

Enrosadira: la leggenda delle Dolomiti rosa

Dolomiti

Enrosadira: la leggenda delle Dolomiti rosa

Dolomiti

Dolomiti

Ai confini tra Trentino e Veneto, tra le vallate incorniciate dalle Dolomiti, si va raccontando una leggenda, che parla di magia e del colore rosa delle montagne.

E se anche non avessi mai sentito parlare della storia di Re Laurino e della Principessa Similde, sicuramente ne conoscerai i suoi magici effetti. Infatti, se mai una volta i tuoi occhi si fossero posati sulla maestosità di quelle montagne, avrai certamente notato la loro bellezza cangiante. Un rosa che sfuma nel viola e che, a tratti, impallidisce in pagliuzze dorate.

E non vi è dubbio alcuno che proprio quel fenomeno così affascinante, l’enrosadira, abbia aiutato a conferire alle Dolomiti la nomina tra i beni Patrimonio dell’UNESCO. Come non v’è altresì dubbio che a tanta meraviglia debba corrispondere una altrettanto meravigliosa storia.

 

La Leggenda del colore rosa delle Dolomiti: Re Laurino e la Principessa Similde

Si narra che tanto tempo addietro, tra i monti del Catinaccio, tra Val di Fassa e Val di Tires in Trentino, vivesse il Re dei Nani. Re Laurino era un sovrano un po’ scaltro, innamorato soprattutto delle gemme preziose che riusciva a ricavare dalla montagna. In particolare, annoverava tra i suoi tesori una splendida cintura magica, che gli conferiva il potere dell’invisibilità.

Un giorno il Re dell’Adige decise di indire una magnifica festa a palazzo per trovare un degno pretendente per sua figlia, la Principessa Similde. Dunque, invitò a corte tutti i nobili delle montagne, eccetto il furbo Re Laurino. Quest’ultimo, risentito per la decisione del re, decise di partecipare comunque, indossando la magica cintura.

Fu allora, però, che aggirandosi tra gli invitati, la vide. La Principessa Similde era così bella che Re Laurino se ne innamorò all’istante e, protetto dalla sua invisibilità, decise di rapirla e portarla con sé tra i monti del Catinaccio.

E per proteggere la sua bella amata, proprio su questi monti, in tedesco chiamati “Rosengarten“, in italiano “Giardino delle Rose“, Re Laurino fece crescere proprio un rigoglioso tappeto di rose rosse.

Quando il Re dell’Adige marciò con il suo esercito sul Catinaccio per riavere indietro la figlia, Re Laurino pensò di averla vinta: da un lato la fitta selva di rose, e dall’altro la cintura magica, Re Laurino era sicuro di salvarsi. Non tenne però conto di una cosa: mentre avanzava tra i fiori, egli pestava necessariamente i fiori. Ecco che il Re dell’Adige poté seguire le sue tracce e catturarlo.

Re Laurino dovette lasciar andare non solo la cintura, ma anche l’amata Similde. Per la rabbia, lanciò una maledizione contro quel giardino di rose che non ne aveva cancellato i passi.

“Né di giorno, né di notte alcun occhio umano potrà più ammirarti”.

Da allora, infatti, anziché un rigoglioso tappeto di fiori rossi, sulle Dolomiti non resta che roccia.
Eppure, Re Laurino parve dimentico di un dettaglio. All’alba e al tramonto, alzando gli occhi verso la sommità delle montagne, ognuno di noi sa che è ancora possibile osservare il bel giardino di rose rosse.
Per sapere per quale motivo, non resta che seguitare a leggere e lasciarsi incantare dal fenomeno dell’enrosadira.

 

A cosa è dovuto il colore rosa delle Dolomiti? Il fenomeno dell’enrosadira

Rosadüra o enrosadöra è la parola ladina da cui ha origine il termine italiano enrosadira. Significa letteralmente “diventare di colore rosa“.

In effetti, come racconta la leggenda, le Dolomiti si tingono di rosa sotto i raggi del sole, in particolar modo con l’incedere di alba e tramonto.

Questo si verifica a causa della composizione della roccia stessa. La dolomia, infatti, è fatta di dolomite che è un composto di magnesio e carbonato di calcio. Proprio a causa di questa particolare conformazione, quando i raggi del sole incontrano la roccia, soprattutto all’alba e al tramonto, danno vita a quel caratteristico colore.

Non si tratta solo di rosa, in verità. Si possono osservare anche sfumature di giallo, arancio, e, infine, un viola più intenso. Qualunque sia il colore, comunque, è un’emozione che davvero non si scorda più.

 

Come e dove poter vedere l’enrosadira?

Si potrebbe credere che ogni giorno sia possibile quel fenomeno di cui parla la leggenda. In verità, però, è maggiormente visibile d’estate, quando il cielo è più limpido e le giornate sono più lunghe.

I diversi colori che si possono osservare sono proprio frutto del passaggio delle stagioni e delle diverse condizioni meteorologiche. In generale, sono le pareti esposte ad est ad illuminarsi all’alba, e quelle ad ovest che si illuminano al tramonto.

Ci sono davvero molti luoghi dai quali poter ammirare l’enrosadira e non poteva certamente mancare il regno del Re Laurino, i monti del Catinaccio. L’alba dorata di San Giovanni di Fassa è infatti uno spettacolo senza pari.

Se però vogliamo considerare l’enrosadira al tramonto, ecco alcuni spunti utili:

  • Sempre in Val di Fassa, da Campitello, è possibile guardare le luci che si stendono sul Sass Pordoi;
  • Non troppo lontano dai monti del Catinaccio, in Val Gardena questa volta, vi sono le cime del Sassolungo e dello Sciliar, luoghi in cui i riflessi sulla roccia cambiano spesso al tramonto;
  • Le famose Tre Cime di Lavaredo, che al crepuscolo si tingono d’oro;
  • A San Martino di Castrozza, per vedere le Tre Pale di San Martino.

Insomma, sebbene siano da tutti conosciute, e a tratti appiattite sotto un unico nome, Dolomiti, queste montagne in realtà differiscono tra di loro, e ciascuna porta con sé un qualcosa di unico, che non è possibile trovare altrove. Motivo di grande vanto per gli abitanti di Bolzano e dei territori che circondano questo angolo di paradiso.

Una cosa però è certa. Sentire narrare la leggenda delle Dolomiti e del giardino delle rose sarà solo un piccolo riflesso rispetto all’esperienza di vivere davvero l’enrosadira. E un riflesso rosa, naturalmente.

 

Conoscevi la leggenda del Re dei Nani Laurino e delle Dolomiti Rosa? Faccelo sapere nei commenti!

Articolo di Elisa Borgato

Iscriviti per ricevere news su Bolzano

Scopri gli eventi su Bolzano

Entra nella nostra chat telegram

Contattaci per assistenza