
In pochi sanno quanta storia possegga ogni monumento che risiede nella vecchia capitale d’Italia e in questo articolo andremo alla scoperta di uno di questi, si tratta del Duomo di Torino. Per conoscere la storia, i misteri e le caratteristiche di un luogo tanto suggestivo quanto vissuto. Torino, da sempre definita la città magica, intrisa di segreti e leggende.
Si tratta del più famoso luogo di culto torinese, anche sede vescovile dell’arcidiocesi del capoluogo, situato in una zona decisamente intrisa di storia e definita anche come area sacra. Tale definizione le venne attribuita in memoria delle tre chiese sulle quali questo edificio è stato innalzato. Nello specifico parliamo della Chiesa dedicata a San Salvatore, la più antica di tutte. Poi di quella rivolta a San Giovanni Battista, famosa per la reliquia della mandibola del Battista in essa ospitata (ma della quale non si hanno più notizie), e infine la Chiesa di Santa Maria luogo di venerazione dedicato alla memoria della Vergine.
Che stile ha il Duomo di Torino?
A colpo d’occhio, questa Cattedrale mostra tutti i principali tratti dell’arte rinascimentale, la sua facciata è realizzata totalmente in marmo bianco, con tre portoni di cui solo uno centrale. Accanto al Duomo è eretta la torre campanaria ideata da Filippo Juvarra nel 1470 e al suo interno si può ammirare una gigantesca croce latina che fa da pianta all’intera struttura. Per non parlare dell’imponente organo a trasmissione meccanica, composto da ben 3498 canne e 2 tastiere, realizzato da Giacomo Vegezzi Bossi che rappresenta uno dei punti focali più importanti.
È facile intuire come un luogo di questa portata possa avere un sacco di vicende da raccontare. Tante delle quali sono state tramandate dai nostri nonni e altre invece scritte nero su bianco sui nostri libri di storia.
Qual è la leggenda del Duomo?
Tra i tanti fatti fantastici vi è una famosa leggenda che narra di una strega che predisse che proprio il Duomo di Torino sarebbe stato “teatro di una doppia uccisione nello stesso giorno”. La fattucchiera aveva ragione ma venne comunque bruciata sul rogo. La sorpresa fu qualche anno dopo, più precisamente nel 662 d.c. quando a pochi secondi di distanza morirono il Duca di Torino e il suo attentatore. Entrambi presenti poche ore prima della celebrazione della Santa Pasqua.
La colpa del Duca era proprio quella di aver giocato sporco per ottenere il trono reale. Poco prima della sua morte, il Re Ariperto I, nominò come successori i suoi due figli, Godeperto e Pertarito, che non avevano alcuna intenzione di dividersi il trono. Così il Duca di Torino, Garipaldo, finse di patteggiare per Godeperto e aiutarlo a salire al trono. In realtà era una trappola che portò Godeperto alla morte e che costrinse Petrarito a fuggire.
Il Duca di Torino, dopo aver occupato il trono, non si preoccupò minimamente delle conseguenze che tale gesto potesse avere. Così, come accennato sopra, il giorno di Pasqua, mentre si accingeva per assistere alla funzione venne brutalmente ucciso da un sostenitore di Godeperto. L’uomo, che non aveva accettato la morte del suo principe, pochi attimi dopo venne trafitto a morte dalle guardie del Duca.
Dov’è esposta la Sacra Sindone?
È famosa in tutta Italia la presenza di numerose cripte e percorsi sotterranei che si nascondono sotto questa città ricoperta di Sampietrini. E anche in questo caso, non potevano mancare le decine di tombe e bare pronte da riempire posizionate nella cripta del Duomo torinese. La storia ci insegna che in questo luogo sono stati presenti per molti anni, e solo successivamente sposate nella cappella della Sacra Sindone (esposta ora nella Cattedrale di Torino), i resti di Emanuele Filiberto, Carlo Emanuele II, Amedeo VIII o ancora quelli di Federico Augusto della Torre e di numerosi altri artisti dell’epoca seicentesca. Ma c’è di più…
Anche le campane della torre del Duomo di Torino hanno una storia da raccontare. Infatti, intorno al 1354 i due vasi di bronzo precipitarono rovinosamente e per rimetterli in sesto venne chiesto il sostegno di tutti i torinesi. Una volta rimesse al loro posto, gli abitanti della zona giurarono di essere in grado di riconoscere quale delle due campane stesse battendo i rintocchi!
O ancora, il famoso incendio divampato in data 11 aprile 1997. Giorno in cui la Sacra Sindone rischiò di essere distrutta totalmente dopo millenni di accurata conservazione. Un corto circuito presentatosi durante la fase di restauro, costrinse i pompieri a sfondare la teca per salvare la Sindone ma portò alla rovina dell’altare e di alcuni monumenti.
Il mistero della porta del Duomo di Torino e della Meridiana
Un paragrafo a parte va dedicato alla Torino Noir, alle meraviglie dell’ingresso principale della Cattedrale. Quest’ultimo, infatti, rappresenta il portale tra il mondo conosciuto e il mondo dell’oltretomba. La chiave di questa porta non è quella che potremmo immaginarci. Ma bensì il simbolo di Giove che ha lo scopo di chiudere le porte solstiziali conosciute come Janua Coeli e Ianua Inferi. Per essere più chiari, combaciano perfettamente con il tragitto che fa il sole durante la giornata. Dal momento in cui si innalza fino a quando tramonta nascondendosi dietro le Alpi che fanno da cornice al bellissimo panorama circostante. Il tutto ovviamente fino al giorno successivo. La soglia della struttura quindi rappresenta il momento in cui si entra in contatto con una forma molto più elevata di conoscenza del mondo ultraterreno.
La presenza della meridiana, inoltre, rafforza i significati esoterici che la Magica Torino vuole velatamente farci notare. Il suo scopo non è solo quello di mostrare l’ora solare. Infatti, essa nasce come meridiana astrologica e anche qui, in base ai moti del sole, mette in risalto un segno zodiacale rispetto a un altro. Tra l’altro i segni dello zodiaco non sono posizionati in cerchio, ma in verticale e sono visibili solo in determinate condizioni di luce. Questo per rafforzare ancora di più la potenza dei loro simbolismi.
La parte più interessante si racchiude tra due segni zodiacali specifici. Infatti, il Capricorno rappresenta il solstizio d’inverno e corrisponde alla festa di San Giovanni Apostolo in data 27 dicembre, mentre il 24 giugno, sotto il segno del Cancro, coincide il solstizio d’estate legato al giorno di San Giovanni Battista. Anche in questo caso, una leggenda afferma che i due Giovanni rappresentino la continuità di Cristo che apre agli iniziati le porte tra i due mondi.
Per concludere, se la tua passione più grande è quella di avventurarti nei millenari misteri di una città che tende a mostrarne solo in parte, non puoi farti scappare l’occasione di visitare il maestosissimo Duomo di Torino.
Cosa ne pensi? Hai già visitato il Duomo di Torino? Raccontaci la tua esperienza nei commenti.
Articolo di Giorgia Lari