
I Dogi di Venezia sono delle figure storiche a capo della Repubblica di Venezia dal 697 al 1797.
Il Doge ha perso sicuramente la sua valenza e il suo potere con il passare degli anni, ma è comunque rimasto simbolo ed icona di una città che ai tempi era La Repubblica “coronata”. Era un rappresentante di grande importanza, selezionato tra i saggi anziani della città, aveva residenza al Palazzo Ducale.
Chi fu il primo doge di Venezia?
Per conoscere a tutto tondo la storia di Venezia è doveroso partire dal primo di una delle figure più iconiche della città.
Come anticipato, i Dogi hanno perso molto del loro potere con il passare degli anni -scelta fatta al fine di evitare di concentrare tanto potere nelle mani di un solo individuo-, anche se inizialmente le cose erano un po’ diverse.
Colui che viene ad oggi considerato come il primo Doge si chiamava Paolo Lucio Anafesto e il suo ruolo fu decisamente centrale durante il suo dogato.
Fu, infatti, protagonista di un enorme successo diplomatico, visto che fu proprio lui a firmare un importante trattato di non aggressione con l’allora Re dei Longobardi, Liutprando.
Quanti Dogi ha avuto Venezia?
Data l’enormità dell’importanza che la Repubblica di Venezia attribuiva a questo ruolo, la carica del Doge era a vita.
Qualora non succedesse qualcosa che impediva al Doge in questione di rimanere in carica per tutta la durata della sua esistenza, con la fine del dogado si intendeva anche la morte del doge in carica.
Considerando dunque che questa figura è entrata in vigore nel 697 fino ad arrivare al 1797, in tutto i Dogi sono stati ben 120.
Dove vivevano i Dogi a Venezia?
La residenza del Doge era il conosciutissimo Palazzo Ducale, che al tempo dei Dogi era chiamato Palazzo Dogale in quanto sede della più antica magistratura di Venezia.
Oggi è possibile visitare questo palazzo tramite una visita guidata e itinerante tra i vari piani della struttura.
La Serenissima Signoria e il ruolo durante il dogato
Partiamo dal presupposto che uno dei ruoli principali del Doge era amplificare il più possibile la magnificenza della Repubblica Venezia, in particolare nelle cerimonie pubbliche e in quelle diplomatiche.
Inoltre:
- Comandava l’armata durante i periodi di guerra,
- Sedeva al tavolo della “Serenissima Signoria“,
- Era l’organo supremo di rappresentanza della sovranità.
La Signoria era un tutt’uno con il potere ducale e costituiva sia il doge che gli uomini con l’incarico di sorvegliarlo.
È proprio attorno alla figura del Doge nasce il soprannome “La Serenissima”. Sembra, infatti che il nomignolo sia nato a Venezia al fine di designare la città e che proprio il Doge venisse definito dagli stessi abitanti di Venezia come serenissimo, dunque col tempo tale definizione si sia poi estesa per descrivere l’intera città veneta.
A tal proposito, al museo del Louvre nella capitale francese, è possibile ammirare un quadro del pittore veneziano Francesco Lazzaro Guardi, intitolato ” “L’udienza accordata dal doge di Venezia nella sala del Collegio nel Palazzo Ducale”.
Come si diventava Doge di Venezia?
Venezia
Un requisito necessario al fine di impersonale questa prestigiosa carica era di certo far parte di una famiglia nobiliare. Come mai?
Si dice che la famiglia, oltre che essere nobile, dovesse essere tra le più rispettate di tutta la città, proprio perché il comportamento di ogni membro della famiglia in questione aveva la possibilità di influenzare il voto.
Anche il salvadanaio della famiglia era un fattore di estrema rilevanza e da non tralasciare. Il Doge, una volta al potere, doveva sostenere non poche spese di tasca propria, dunque una famiglia nobile e molte ricca veniva considerata come ideale per sostenerlo.
Per quanto riguarda invece, il fattore dell’età, Il Doge non doveva essere giovane, al contrario doveva avere un certo numero di anni ma comunque portati bene.
Se il Doge eletto era troppa giovane sussisteva poi il rischio che occupasse la carica per troppi anni perché, come etto precedentemente, la carica del Doge durava tutta la vita.
Contrariamente se l’eletto era troppo anziano poteva non risultare consono nel sostenere un ruolo così impegnativo, anche sotto punto di vista fisico. Gli appuntamenti, dalle riunioni politiche alle cerimonie religiose ai quali il Doge doveva far parte erano numerose e con un’età troppo avanzata c’era chiaramente il rischio di non riuscire a sostenerli. A tal proposito, oltre alla famiglia d’origine aveva sicuramente peso le esperienze che il candidato possedeva in campo politico.
Tanti nobili veneziani ricoprivano ruoli come ambasciatore o senatore.
Foscari, il dogato più lungo della storia
Certo, un’età adatta e un’attitudine politica adeguata non garantivano al 100% un dogato duraturo. Ci sono stati, nella storia veneziana, dogati piuttosto brevi.
Il primato lo detiene Francesco Corner, che fu doge per soltanto 19 giorni. Più precisamente dal 17 maggio al 5 giugno del 1656, e di questo brevissimo periodo ne passò quasi la metà ammalato nel suo letto.
Un fatto sicuramente più noto è invece quello del dogato più lungo della storia della Repubblica di Venezia. Inizia 1423 e tramonta nel 1457, collezionando ben 34 anni di carica. È il dogato di Francesco Foscari. Molto noti sono infatti i suoi molteplici e prestigiosi incarichi.
Lo ricordiamo anche per un’elezione a doge all’età di soli 57 anni e per una carriera politica degna di nota che però termina però in una triste maniera. Viene costretto ad abdicare, e sembra che il Doge ne abbia sofferto così duramente da morire di crepacuore pochi giorni dopo il fatto.
Che cosa è il Corno Ducale?
Il Corno era semplicemente il copricapo utilizzato dai Dogi.
“Semplicemente” si fa per dire, perché il Corno nel tempo si è sempre più impreziosito, con perle, pietre preziose e inserti di damasco.
Se pensate di averlo già visto non sbagliate.
Questo maestoso oggetto oggi fa parte dello stemma della Città di Venezia.
E tu, cosa nei pensi dei Dogi di Venezia? Sei mai stato a Palazzo Ducale? Faccelo Sapere!
Articolo di Martina Forgione
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