
Abiti anche tu in Piemonte? Allora devi per forza conoscere Carmagnola.
Il comune di Carmagnola è un paese di circa trentamila abitanti che dista dal capoluogo piemontese solo 30 km, direzione Liguria.
Se si sceglie di raggiungere il luogo in treno, c’è una storia legata alla stazione ferroviaria. Si narra che un pomeriggio di ottobre del 1857, Don Bosco incontrò alla stazione di Carmagnola Michele Magone. Un giovane tredicenne birbante, povero e abbandonato a sé stesso, che, a seguito di un breve colloquio, Don Bosco riuscì facilmente a ottenere la sua fiducia. Il collegio di Valdocco prese come studente Michele, dove Don Bosco lo aiutò a studiare e a imparare un mestiere. Quell’incontro alla stazione cambiò per sempre la vita del giovane Michele. Alla sera del 21 gennaio 1859, Michele muore. Don Bosco ne scriverà la biografia.
Come trascorrere il tempo a Carmagnola
Il mese di giugno è stato rinominato mese della cultura di Carmagnola. Ogni anno durante tutto il mese di giugno l’assessorato alla cultura organizza una rassegna culturale nel comune di Carmagnola. Vi ricordiamo che Carmagnola si trova in provincia di Torino ed è facile raggiungerla! Ne vale la pena in quanto un ricco calendario di eventi si sussegue che, grazie alla partecipazione di diverse associazioni cittadine, diventa in grado di proporre eventi di qualità che toccano molti aspetti della cultura e dell’arte: storia, pittura, letteratura, musica, teatro, lirica e attualità. In particolar modo che permettono di apprezzare e conoscere una città mercantile le cui origini risalgono attorno all’anno Mille.
Le origini del luogo sono segnalate dalla presenza di:
- Castello in piazza Manzoni: Manfredo II, il marchese di Saluzzo consapevole dell’importanza strategica del sito di Carmagnola, come avamposto del marchesato verso la pianura padana. Così nel 1203, diede inizio alla costruzione del castello. Nel 1588 truppe di Carlo Emanuele I e Carmagnola conquistarono il castello, così da far parte dell’orbita del Ducato di Savoia seguendone le vicende. Buona parte delle fortificazioni del castello fu messa all’asta e venduta. Nel 1701 i Padri Filippini lo acquistarono e ne fecero una chiesa con parte dei materiali ricavati dalle strutture. Essi trasformarono la parte residua del castello in convento. Nel 1863 il comune acquistò l’intero edificio che, a seguito di altre trasformazioni, lo adibì a Palazzo Comunale.
- Palazzo Lomellini, la sua realizzazione è incerta, ma si sa che intorno ai primi anni del XVII secolo, i Lomellini di Genova, nota famiglia nobiliare, detengono la proprietà di questo palazzo imponente. Gli ordini, così come la facciata con mattoni a vista, lasciano trasparire un intervento architettonico costante nel tempo. Il Palazzo ospitò congregazioni religiose varie, per poi passare all’Amministrazione comunale che, previo restauro, ha deciso di accogliere in questo Palazzo la sede della Civica galleria di Arte Contemporanea.
La storia del suolo: un’idea diversa di narrazione
Carmagnola presenta una tipologia di terreno non molto adatta per coltivare il grano e il frumento, così ha trovato una soluzione per sfruttarlo come risorsa nella sua economia. Questa idea la puoi scoprire all’Ecomuseo della Cultura della Lavorazione della Canapa. Costruito nel 1905, è l’ultimo senté, ovvero l’ultimo sentiero della lavorazione della canapa, ancora esistente, con le sue particolari caratteristiche. Grazie allo sviluppo di questo prodotto sono nate diverse industrie che si occupano della sua trasformazione. Nei secoli scorsi e fino all’affermarsi delle tecnofibre, la canapa era indispensabile per la marina, in particolar modo per le vele, ma soprattutto per le gomene.
Il Piemonte pur non essendo bagnato dal mare, ha dato e continua a dare un notevole contributo alla Marina italiana in termini di uomini e di materiali. Si stabilì così un naturale collegamento tra la campagna locale e la cantieristica navale della Riviera Ligure, ma anche della Francia e persino dell’Inghilterra.
Una città che raggiunge il mare senza toccarlo
Come dicevamo prima non ci si aspetta di visitare una città che sembra prendere timidamente le sembianze di un porto. Dalla storia si apprende che Carmagnola è fortemente legata alle attività che interessano il mare. A dare ulteriore conferma di ciò è la presenza di un posto che dedica la sua collezione alla tradizione carmagnolose in ambito marittimo.
Il Museo Navale, piccolo, ma ricco e ordinato, è stato fondato nel 1996 per iniziativa del locale Gruppo dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia. Sinonimo di un paese che ha il mare nel cuore, documentando la vita quotidiana in mare, l’ambiente marino e il modellismo navale. Al suo interno si respira “aria di mare e di marinai”, si percepiscono, la storia, i valori, le vicissitudini di tutti coloro che sono andati per mare o che, in qualsiasi modo, lo hanno vissuto. Se ti ho incuriosito un altro museo navale nelle vicinanze di Torino e Piemonte si trova a Genova.
Se ancora non ti ho convinto, leggi un po’ qui
Il Museo Civico di Storia naturale di Carmagnola ha sede nella Cascina Vigna ed è un centro di ricerche in campo entomologico, ittiologico e ornitologico. Dal 2001 è sede del primo Centro Visita del Parco Fluviale del Po torinese. L’idea di creare un Museo Civico di Storia Naturale a Carmagnola nacque nel 1973. Il museo fu inaugurato nel 1976. Le collezioni principali e che vengono costantemente incrementate sono quelle botaniche, entomologiche, ornitologiche ed erpetologiche. A queste si affiancano collezioni mineralogiche, paleontologiche, teriologiche e ittiologiche.
L’impresa più grandiosa, però, è stata quella di convincere il Comune di Carmagnola a creare il Bosco del Gerbasso: “L’avventura più bella che abbiamo vissuto nella storia del museo”, afferma Giovanni Boano, ormai ex direttore del Museo. “Le prime piante sono state messe a dimora con l’aiuto dei bambini delle scuole locali nel 1987 e oggi, in quella che è diventata una vera foresta, ci si può perdere”. Boano, come tutti gli altri curatori del museo, hanno costruito un’esperienza culturale importante, collezioni di pregio, una rete di relazioni internazionali, ma anche di semplici appassionati: ragazzi e scolari impegnati in molteplici attività. Un’eredità, quella del museo, da maneggiare con cura ma da portare avanti con forza. Insomma, un mare di cose da scoprire! In una terra così piccola in cui perdersi.
E tu cosa ne pensi di Carmagnola? L’hai già visitata o hai in programma di farci un salto? Faccelo sapere nei commenti!
Articolo di Roberta Grazioso
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