
Si sa i colleghi di lavoro bastardi esistono. Il luogo di lavoro è spesso peggio di una trincea dove regna la legge del più forte. Anche se sarebbe il caso di dire la legge del più “bastardo”, ed è proprio dai colleghi di lavoro bastardi che occorre proteggersi.
Come? Con la nostra guida per individuarli.
È inutile negarlo, i posti di lavoro non sono sempre le isole felici che ci fanno credere ai colloqui e ci potrà capitare di dover condividere gran parte della giornata, delle fatiche e degli obiettivi, con delle persone che detestiamo.
Ci sono:
- Colleghi che non salutano,
- Colleghi negativi su ogni argomento,
- Colleghi che ti escludono,
- Quelli arroganti
- Infine, pure il collega che non fa niente.
Ecco dunque come riconoscere le tipologie più frequenti di “colleghi bastardi” e qualche consiglio per difendere la propria pace lavorativa.
I colleghi di lavoro sono tutti bastardi?
Sia chiaro, non stiamo dicendo che tutti i colleghi siano dei cosiddetti colleghi di lavoro bastardi. Alcuni sono semplicemente goffi o strani.
Avete mai lavorato con certi ingegneri? Ecco, non è che si comportino in modo maleducato, ma spesso sono persone non conformi alla nostra stessa idea di norme sociali. Non sono o non vogliono necessariamente essere scortesi dunque, ma potrebbero essere “socialmente strani”.
Ci sono però anche quelli che da simpatici e neutrali, improvvisamente diventano antipatici, ostili e creano tensioni difficili da gestire.
Ogni collega ha il suo modo di essere insopportabilmente bastardo. Bisogna perciò capirne la personalità: dai colleghi troppo pettegoli a quelli falsi o dittatoriali, cerchiamo di analizzare brevemente alcuni loro modi di essere e cerchiamo di capire come difenderci.
1. Il collega narciso
Il termine dice tutto: il narciso è sempre in cerca di attenzioni, è molto arrogante e con un ego gigantesco. Si fa come dice lui e si fa pure vanto del lavoro altrui. È forse uno dei più difficili con cui aver a che fare perché l’ambiente diventa più competitivo e non più un luogo in cui ci si aiuta a vicenda.
Per intenderci il narciso è colui, o colei, che una mattina potrebbe fare commenti poco apprezzabili sul nostro vestiario o potrebbe dirci come dovremmo fare quel determinato compito perché, si sa, lui/lei la sa lunga e può permettersi di dirti come fare. Quando si ha a che fare con il narciso bisogna “prenderlo per l’ego” e riconoscere occasionalmente i suoi risultati o il suo contributo per evitare commenti non apprezzati.
2. La collega falsa
Chiamata anche “venere acchiappamosche”, perché proprio come la pianta, si guadagna la tua fiducia e poi, all’improvviso, fa di te quello che vuole: momenti di stima per il tuo lavoro alternati a momenti di totale indifferenza per quello che fai e in alcuni casi anche di sabotaggio.
È la tipologia di collega con cui bisogna sondare il terreno e fissare limiti ben precisi per evitare che l’ufficio diventi un dramma degno dei migliori teatri.
3. Il collega pettegolo
È il classico collega che mette in giro voci su presunti aumenti, bonus, favoritismi o presunte relazioni. La maggior parte delle volte si tratta di puro gossip, di voci di corridoio, eppure possono creare un enorme danno: oggi tocca al collega X, domani magari proprio a voi.
Quando si ha a che fare con un collega così bastardo da mettere in giro anche voci false, la soluzione migliore è quella di non scucire informazioni che potrebbero essere riportate da altre parti: no ai dettagli personali o professionali, ancora meno tutto ciò che a che fare con la sfera famigliare!
4. Il collega perfettino
Tutti abbiamo un collega che vede solo il granellino di sabbia al posto della spiaggia.
Benché sia una persona apprezzata lavorativamente parlando, in quanto ricopre spesso un ruolo importante proprio per la sua attenzione ai dettagli, quel potere gli da alla testa. E non è in grado di vedere l’immagine generale.
È importante non mettere direttamente in discussione l’autorità di un perfettino. Cercate di enfatizzare il vostro spirito lavorativo e di apprezzare il suo. E per carità, non promettetegli di finire un lavoro lungo in tempi brevi o vi starà con il fiato sul collo!
5. Il collega dittatore
Può anche essere, e spesso lo è, un superiore. È quello che urla e comanda a bacchetta, quello che pensa la paura sia il modo giusto per tenere sotto controllo il lavoro degli altri.
Purtroppo, qui non ci sono molte soluzioni: intanto c’è da sperare che l’azienda stessa abbia attivato un qualche programma per contrastare questi comportamenti, altrimenti fatevi i fatti vostri, lavorate bene e a testa bassa. Ancora meglio se alla prima occasione cambiate aria!
Qui ve ne abbiamo elencate solo alcune, ma il libro “The Schmuck in My Office: How to Deal Effectively with Difficult People at Work hardcover” di Jody J. Foster racchiude al meglio tutte le tipologie di colleghi e i migliori consigli sul come gestirli.
6. I colleghi di lavoro bastardi che non salutano
Di tutte, la tipologia di collega bastardo più diffusa è certamente quella del collega che non saluta. Quello/quella che arriva in ufficio e non accenna nemmeno un saluto o un gesto, che sia inizio o fine settimana. E perché non ne abbiamo parlato allora?
La risposta è più lunga. In questo caso potrebbe essere una persona semplicemente maleducata, oppure essa vuole solo mantenere le distanze.
Nel primo caso un sonoro e sentito “in bocca al lupo” sarebbe d’obbligo a coloro che devono sopportare un/a collega maleducato/a. Nel secondo caso, invece, si spiegherebbe la cosa se pensassimo ad una persona che non vuole che le questioni di business siano inficiate dalla simpatia o dall’amicizia nei confronti di un collega. Non è necessariamente maleducazione, ma solo voler mantenere una certa distanza professionale. Certo, a che prezzo.
Consigli finali
Team building
Ricordate sempre che le tensioni a volte sono semplicemente causa di incomprensioni e/o di cattiva capacità comunicativa. Non è facile mettersi nei panni degli altri, ma è il primo passo per provare a mantenere i buoni rapporti.
Mantenete sempre i nervi saldi e non reagite d’impulso. Cercate di prendere eventuali commenti come critiche costruttive, slegate dalla vostra persona e da ciò che siete oltre al lavoro. Questo anche per mantenere intatta la vostra autostima.
Ciò non significa che non si debba mai reagire e subire passivamente eventuali attacchi, ma sarebbe meglio farlo in modo costruttivo, senza andare ad alimentare il fuoco che ha acceso il bastardo d’ufficio di turno. In questo un’esperienza di teambuilding potrebbe essere un buon primo passo verso la soluzione.
E tu, hai colleghi di lavoro bastardi? Quale tipologia descrive meglio il tuo collega? Faccelo sapere con un commento.
Articolo di Alessia Brignoli
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