Castello e Parco di Masino, posto magico nel Canavese
Nel cuore della zona del Canavese, come a volerla dominare, si erge il magnifico e millenario Castello con parco di Masino. Il Castello è collocato su un’altura proprio sopra la Serra di Ivrea, barriera naturale che tutelava il territorio dalle possibili aggressioni: questa sua posizione strategica ha fatto sì che la dimora fosse al centro di numerose contese. È inoltre molto vicino al lago di Viverone e a poca distanza da Torino.
A incorniciare l’imponente sito storico, uno splendido parco in stile inglese: la zona verde è immensa, variegata e di tipica ispirazione ottocentesca. Scommettiamo che ne rimarrete incantati? Vi consigliamo però di non accontentarvi, perché è l’interno del Castello a celare splendide stanze riccamente arredate e affrescate.
Siete pronti a visitare uno dei più bei siti artistici del Piemonte?
La storia del Castello e del parco di Masino
Il Castello di Masino è antichissimo: la sua costruzione risale all’XI secolo. A volerlo fu la famiglia Valperga: si trattava di un casato che dichiarava di essere discendente dal Re Arduino d’Ivrea. Morto poco dopo l’inizio dell’anno Mille, la sua figura è resa famosa dalla storiografia romantica: infatti molti hanno visto in lui il precursore delle lotte di indipendenza nazionale ottocentesche.
Riguarda proprio Arduino una delle curiosità di questo luogo. Fino al 1764, infatti, le sue spoglie furono conservate al Castello Ducale di Agliè : quell’anno la tenuta passò ai Savoia. La moglie del precedente proprietario però, Cristina di Saluzzo Miolans, era amante del conte Francesco Valperga di Masino. Per dispetto verso i nuovi proprietari di Agliè e per amore di Francesco, Cristina si introdusse nel Castello e trafugò i resti di Arduino per donarli al suo nobile amante. Da allora le spoglie del mitico re giacciono nella Cappella del Castello di Masino.
I Savoia furono tra l’altro anch’essi proprietari per un periodo del Castello (come di tante altre residenze piemontesi), oltre agli Acaia, i Visconti e, ovviamente, i Masino. Nel XVI secolo l’edificio venne completamente abbattuto e ricostruito dai Francesi: divenne così principalmente una dimora signorile. Restò in mano alla famiglia Valperga fino al 1988, quando morì l’ultima abitante. Il figlio, Luigi Valperga di Masino lo donò quindi al FAI.
Cosa vedere?
Dentro il Castello le meraviglie sicuramente non mancano: sono oltre trenta gli ambienti visitabili. Lasciatevi scrutare dai ritratti nelle cornici ovali appese alle pareti damascate del Salotto Rosso. Nella Sala del Biliardo, l’omonimo gioco ottocentesco, in contrasto con gli affreschi del Seicento, vi trasporterà indietro nel tempo, quando il Castello era uno dei centri della vita sociale per la nobiltà piemontese. Ma niente batte lo splendido Salone da Ballo: situato nel torrione circolare, l’ambiente è reso particolarmente suggestivo dalle grandi finestre che affacciano direttamente sulla spettacolare Serra morenica e sulla Piana di Ivrea e dall’imponente lampadario di cristallo di Boemia.
All’interno del cosiddetto Palazzo, un edificio vicino all’ingresso del Castello, poi, non dimenticate di dare un’occhiata all’eccentrico Museo delle Carrozze, che raccoglie oltre dodici esemplari tipici dell’Ottocento.
Come osserverete percorrendo i numerosi ettari di verde che circondano la tenuta, il parco sembra un bosco, punteggiato con genialità dalla mano umana, come dimostrano il Giardino delle Rose e il Giardino dei Cipressi o, ancora, il meraviglioso viale alberato e il tempietto neogotico. Non vi resta che smarrirvi nella vegetazione!
A proposito di smarrimenti, concedetevi un momento per attraversare (e provare a uscire!) l’iconico labirinto del Parco. Vi siete persi e vi arrendete? Niente paura: al centro dell’enigmatica struttura c’è una torretta. Salitevi e osservate la pianta dall’alto: troverete in fretta l’uscita!
Se siete tipi meno avventurosi potete recarvi sulla magnifica Terrazza degli Oleandri, e assaporare un caffè guardando dall’alto il panorama sul paesaggio del Canavese, accompagnato magari dai famosi nocciolini di Chivasso, tipici della zona.
E voi? Quali altri castelli avete visitato? Fatecelo sapere nei commenti e se l’articolo vi piace condividetelo!
Articolo di Aurora Saldi
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