Le mille vite del Castello di Rivoli
Il Castello di Rivoli è uno dei siti culturali di maggiore interesse nei dintorni di Torino. Percorso il lunghissimo corso Francia, che vi guiderà dritti fuori dalla città, si arriva nel piccolo centro cittadino di Rivoli. L’imponente edificio storico si erge sulla collina che sovrasta la cittadina. A rendere interessante questo polo di storia e arte non sono solo le sue caratteristiche intrinseche. Anche il punto geografico stesso in cui è collocato. Dal piazzale di fronte all’edificio potrete infatti ammirare una spettacolare vista panoramica su tutta la città di Torino e su una delle sue luminose arterie pulsanti: Corso Francia, tra le strade più lunghe di tutto il capoluogo piemontese.
La sua storia, come spesso accade in Piemonte, è strettamente intrecciata con quella dei Savoia. Abbandonate però l’idea tradizionale di residenza sabauda: questa infatti non ha niente a che vedere con quelle che siete abituati a visitare, come quella di Stupinigi. Qui la cornice sabauda è stata innovata e arricchita da un contenuto assolutamente contemporaneo: all’interno infatti si trova il Museo di Arte Contemporanea, polo di interesse artistico all’avanguardia.
Vi state chiedendo come sia finito un Museo di Arte Contemporanea all’interno di una residenza sabauda? Ripercorrete con noi la storia di questo posto!
Castello di Rivoli: dalle origini al turbolento XVIII secolo
Le origini dell’edificio affondano nel XI secolo: nasce infatti allora come punto di controllo per la città, essendo posizionato su una collina panoramica. Già alla fine del XII secolo, tuttavia, passa nelle mani dei Savoia: era tra l’altro posizionato in una zona strategica, tra Torino e la Val Susa. La prima curiosità: da qui transita anche la Sacra Sindone, nel XV secolo, per la prima volta su suolo piemontese.
La pianta rettangolare fa sì che ci si trovi di fronte a una costruzione sviluppata in altezza. Nel corso del ’600, venne poi realizzata la Manica Lunga: un ampliamento di 120 metri, utile come pinacoteca sabauda, scuderie e alloggi per la servitù. Nel XVIII secolo sia il Castello che la Manica vengono incendiati e saccheggiati dai Francesi, nel contesto della guerra di successione spagnola. Dopo questo tragico evento, cominciano i lunghi lavori di ristrutturazione che passeranno di mano in mano, fino ad arrivare in quelle, sapienti e geniali, dell’architetto Filippo Juvarra.
Sempre durante il tumultuoso ’700, il re Vittorio Amedeo II viene rinchiuso qui dal figlio Carlo Emanuele III. Si narra che, furioso, il padre impazzì: per questo motivo, in quel periodo, vengono aggiunte le grate alle finestre e l’ingresso alla Manica Lunga viene serrato.
Dall’Ottocento ai giorni nostri
Conclusi gli anni d’oro del dominio sabaudo, nel 1883 la proprietà del sito passa nelle mani del Comune di Rivoli, che già lo stava utilizzando da vent’anni, in affitto. Con la trasformazione in caserma militare, sembra dunque chiudersi l’epoca gloriosa dell’edificio.
Il Novecento piomba sull’ex residenza reale con la furia dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, che distruggono buona parte dell’edificio: tanto che, i primi interventi architettonici dopo la Guerra vengono attuati al semplice scopo di non farlo crollare.
Ma una nuova veste aspetta il Castello: nel 1946 viene trasformato in Casinò Municipale. Si dice che uno degli assidui partecipanti alla roulette fosse il grande Vittorio de Sica. Ma nemmeno il Casinò doveva essere la forma definitiva del polo, visto che pochi mesi dopo anche questa esperienza vede la fine. Gli anni che seguono sono un periodo molto buio: la struttura viene completamente abbandonata fino al 1979. Da quel momento comincia un grande lavoro di restauro e ricostruzione che porta, infine, all’inaugurazione del Museo di Arte Contemporanea, nel 1984. Dieci anni dopo, viene completata anche la ristrutturazione del piazzale: finalmente il Castello di Rivoli può essere restituito alla collettività, in tutta la sua bellezza e i suoi nuovi, straordinari, contrasti.
E voi? Siete mai stati nel Museo di Arte Contemporanea del Castello di Rivoli? Fatecelo sapere nei commenti e, se l’articolo vi piace, condividetelo!
Articolo di Aurora Saldi
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