Carnevale di Ivrea, non solo la battaglia delle arance - Oj Eventi

Carnevale di Ivrea, non solo la battaglia delle arance

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Il Carnevale di Ivrea è un evento unico nel suo genere dell’area torinese. Basta pensare alla famosa battaglia delle arance, chi non ne ha mai sentito parlare? Ma ci sono tante altre cose che probabilmente non sai su questa festa storica. Scopriamo insieme queste curiosità!

Le origini del Carnevale di Ivrea

La sua storia ha inizio nel Medioevo. Nel XVI secolo i rioni della città organizzavano la festa in rivalità tra di loro. Alcune parti del carnevale hanno origine proprio da questo periodo. Ne è un esempio l’abbruciamento degli scarli del Martedì Grasso. Lo scarlo è un palo rivestito di sterpaglie che viene bruciato come simbolo di fertilità e di buon augurio. Al Medioevo risalgono anche gli Abbà, giovani scriteriati che prendevano il comando della festa secondo la tipica inversione di ruoli carnevalesca.

In seguito le celebrazioni rionali vennero riunite in un’unica festività durante il periodo napoleonico. Qui fecero così la comparsa numerose altre figure come il Generale del Carnevale di Ivrea. Egli aveva il compito di controllare e guidare le celebrazioni soprattutto per motivi di ordine pubblico.

Le figure della festa

Sono molte le figure che animano le giornate di festa. Abbiamo già accennato al Generale, tuttora una delle figure principali del Carnevale di Ivrea. La sua nomina dà inizio alle celebrazioni il giorno dell’epifania, avviando il fitto programma di eventi che si estende fino a Martedì Grasso. A conferma del suo ruolo di guida, il Generale riceve dal Sindaco di Ivrea i poteri civili il giorno di Giovedì Grasso. Da questo momento la popolazione è tenuta a calzare il berretto frigio, una sorta di calza di lana rossa che scende a sacco sulla spalla. Il Giovedì Grasso diventa anche giorno di grandi festeggiamenti, con la visita del Corteo Storico al Vescovo e le feste rionali degli aranceti.

Ma il personaggio più importante è sicuramente la Mugnaia. Ella è il simbolo della libertà conquistata dal popolo in rivolta contro il tiranno feudale. La storia racconta che la donna si ribellò all’imposizione dello ius primae noctis. Salita al castello mozzò la testa del tiranno e la mostrò al popolo, dando così inizio alla rivolta. Ogni anno la sua identità viene tenuta segreta fino alla sera del Sabato Grasso, quando viene annunciata dal balcone del Municipio. La Mugnaia guida poi il Corteo Storico su un carro dorato, accompagnata dal Generale.

Altre figure importanti sono gli Abbà, impersonati dai bambini del luogo. Essi vengono presentati dai balconi dei rispettivi rioni nelle due domeniche che precedono il Carnevale. I bambini vestono con abiti medievali e portano con sé una sciabola. Sulle loro lame è conficcata un’arancia a simboleggiare la testa mozzata del tiranno.

La Battaglia delle Arance di Ivrea

È l’evento principe di tutte le celebrazioni che riempie le strade della città per tre giorni, dalla domenica fino a Martedì Grasso. Qui 9 squadre a piedi si affrontano lottando contro i tiratori sui carri. La simbologia dietro questa tradizione ha origini antiche e richiama la ribellione del popolo avviata dallaMugnaia. Le 9 squadre a piedi rappresentano il popolo che insorge. La loro lotta è contro gli arcieri del tiranno rappresentati dai tiratori sui carri.

Ogni anno gli scontri coinvolgono più di 5000 persone. La Battaglia delle Arance di Ivrea si fonda su regole cavalleresche non scritte, ma seguite rigorosamente. Queste servono a garantire l’incolumità di tutti i partecipanti. Chiunque può iscriversi e partecipare alla battaglia in una delle 9 squadre o diventare equipaggio di un carro da getto.

Una commissione osserva attentamente l’andamento della battaglia durante i tre giorni. Alla fine premia le squadre a piedi e sui carri che si sono distinti per ardore e tecnica, ma soprattutto per lealtà. La crescente importanza di questo evento ha fatto nascere numerose associazioni di aranceri con il compito di organizzare la partecipazione al Carnevale.

Il Carnevale di Ivrea anima le giornate invernali di tutta la Città Metropolitana di Torino, richiamando ogni anno quasi 100.000 persone. Assistere ad un evento così unico è un’esperienza che deve essere fatta almeno una volta nella vita!

E tu, hai già partecipato a questo evento? Raccontaci la tua esperienza e se ti è piaciuto l’articolo condividilo!

Articolo di Lorenzo Bobbio

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