La Cappella Sistina: 500 anni di capolavori
Cappella Sistina – «Senza aver visto la Cappella Sistina non è possibile formare un’idea apprezzabile di cosa un uomo solo sia in grado di ottenere». Questo è ciò che scrisse Goethe nella sua opera Viaggio in Italia e non si può certo dargli torto! La maestosità architettonica della Cappella è messa in risalto dalla magnificenza degli affreschi di Michelangelo. Questa opera d’arte permanente Si trova a Città del Vaticano, esattamente il cuore di Roma , e fa parte dei Musei Vaticani. Ma non è sempre stata così, sai? Scopriamo insieme alcune delle modifiche a cui è stata sottoposta nel corso di 500 anni!
La ricostruzione
Si hanno testimonianze di una Cappella Magna in Vaticano già nel 1368. Era però in pessime condizioni a causa dell’abbandono e delle lotte civili che accompagnarono la cosiddetta cattività avignonese. Fu nel 1477, sotto Papa Sisto IV, che iniziò la sua ricostruzione, da cui la denominazione di “Cappella Sistina”. I lavori ebbero inizio con l’abbattimento della vecchia chiesa che, pur mantenendo i muri e fondamenta in buone condizioni, si preferì demolire per far spazio alla nuova. Inaugurata nel 1483, la nuova chiesa venne dedicata all’Assunzione della Vergine Maria.
I primi affreschi
Nel 1481 ebbero poi inizio i lavori per le decorazioni interne. Gli affreschi furono commissionati ad artisti del calibro di Pietro Perugino, Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio e Cosimo Rosselli con rispettiva bottega ad assisterli. Il risultato fu una sinfonia di opere che illustrava:
- Storie di Mosè: originariamente comprendenti 8 riquadri con il ciclo dell’antico Testamento a partire dal viaggio di Mosè in Egitto sino alla Disputa sul corpo di Mosè;
- Storie di Cristo: originariamente comprendente 8 riquadri (ora 7) a partire dalla Natività sino alla Resurrezione;
- Ritratti dei Pontefici: ritratti che fungevano anche da decorazione perimetrale dell’intera cappella.
Sulla parete di ingresso erano inoltre raffigurati i quadri conclusivi dei due cicli. Purtroppo gli affreschi originali andarono tutti perduti in seguito ad un terremoto. Papa Gregorio XIII decise in seguito di farli rifare da Hendrik van den Broeck e Matteo da Lecce, ma nemmeno questi erano destinati ad essere gli affreschi definitivi della Cappella Sistina.
Il Nuovo soffitto
Nel 1504 una crepa si aprì nella volta e Papa Giulio II incaricò Bramante di porvi rimedio. Il Bramante affisse delle catene contenitive, ma i danni agli affreschi erano ormai irreparabili. Nel 1508 il pontefice affidò quindi a Michelangelo il compito di ridipingere il soffitto della Cappella. Il nuovo grandioso affresco comprende tre blocchi narrativi che vanno sviluppandosi dal centro ai lati. Nella parte centrale sono presenti nove storie della Genesi, partendo dall’origine dell’universo sino a quella dell’uomo e del male. Intorno a queste, come ad incorniciarle, ecco le Sibille ed i Profeti seduti su troni con Zaccaria e Giona rappresentati agli estremi. Infine ecco i pennacchi ai 4 lati della volta, per concludere il ciclo con quattro episodi della portata in salvo del popolo di Israele. E il resto della Cappella? Anche quello venne modificato, vediamo come.
Il Giudizio Universale
Nel 1533 Papa Clemente VII incaricò Michelangelo di modificare anche l’affresco sulla parete dell’altare. A causa di questi interventi andarono persi la Pala con la Vergine Assunta tra gli Apostoli ed i primi due quadri delle storie di Mosè e Cristo.
Il tema scelto da Michelangelo per la parete dell’altare fu quello del Giudizio Universale. L’artista scelse di rappresentare il momento immediatamente prima del fatidico giudizio finale. Oltre al Cristo, i simboli aiutano a riconoscere anche altre figure: la Vergine Maria accanto a lui, S. Pietro con le chiavi, S. Lorenzo con la graticola, S. Bartolomeo con la propria pelle (possibile autoritratto di Michelangelo). Oltre ai soggetti più prettamente religiosi si possono riconoscere anche Caronte e Minosse, debitamente accompagnati da angeli e demoni. Oltre al riferimento ai testi Omerici, risulta abbastanza chiaro anche il richiamo alla Divina Commedia di Dante.
Molti studiosi hanno indagato affinità e differenze tra Michelangelo e Dante, visto l’interesse intellettuale che i due toscani mostravano l’uno verso l’altro. Buonarroti conosceva perfettamente il lavoro del suo corregionale e lo onorò nel suo Giudizio Universale in due modi. Innanzitutto includendo le figure di Caronte e Minosse, prese direttamente dalla Cantica dell’Inferno, poi dipingendo i demoni con i dannati sulle spalle in totale sintonia con le figure descritte da Dante. Michelangelo però diede la propria interpretazione all’episodio specifico affrescando la scena in cui le anime approdano all’Inferno e non quella in cui si accingono a salire sulla barca. Elimina inoltre il desiderio di punizione descritto nella Commedia rappresentando dannati restii a scendere dal traghetto, con Caronte costretto a spingerli con forza. Si suppone infine che Michelangelo, ad ulteriore conferma di stima verso lo scrittore, lo abbia rappresentato tra le anime beate.
Inizialmente i corpi dipinti da Michelangelo erano nudi, suscitando non poche polemiche. Nel 1564 si affidò quindi a Daniele da Volterra il compito di dipingere delle coperture. Da quel momento l’artista fu soprannominato il “Braghettone”.
La Cappella Sistina è la casa di capolavori unici da 500 anni. Ciascuno degli affreschi al suo interno è un’opera d’arte impareggiabile. Non c’è descrizione che riesca a rendere giustizia all’immensità di tanto capolavoro. Vederli con i propri occhi è un’emozione indescrivibile e imparagonabile. Un’esperienza da fare assolutamente almeno una volta nella vita! Vieni a visitarla!
Informazioni utili
La Cappella Sistina si trova all’interno dei Musei Vaticani ed è quindi possibile visitarla con lo stesso biglietto.
È aperta:
- Dal lunedì al sabato H. 9.00 – 18.00(ultimo ingresso h. 16.00)
- Ogni ultima domenica del mese H. 9.00 – 14.00(ultimo ingresso h. 12.30)
I biglietti sono acquistabili anche online.
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Articolo di Alice Mariti
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