
Era la metà del 1300 quando il Campanile di Giotto veniva rivestito di marmi pregiati.
Un mercante veronese, vedendo la qualità dell’opera in costruzione, disse che i fiorentini non possedevano abbastanza oro per completare il prezioso edifico. La Signoria, oltraggiata dal giudizio, lo incarcerò per due mesi con l’accusa di vilipendio. Scontata la pena, il gonfaloniere Ruggeri Calcagni, condusse il mercante a vedere i tesori nelle casse del regno. Mostrando che, se solo Firenze ne avesse avuto il vizio, sarebbe stata in grado di rivestire di marmo non solo le mura del campanile, ma le case e le stalle della città intera.
Il Campanile di Giotto è alto 85 metri e conta al suo interno 398 scalini, oltre i 15 della rampa d’accesso. Dalla cima dell’opera è possibile osservare la città di Firenze, avvolta in un velo di storia e cultura. Venne edificato nel periodo di massimo splendore fiorentino, accanto alla Cattedrale di Santa Maria del Fiore, in Piazza Duomo. La storia della sua nascita alterna opere di artisti famosi, sculture e bassorilievi, da Giotto ad Andrea Pisano, da Alberto Arnoldi a Luca della Robbia.
Attraversando le vie del centro, si rimane subito incantati dal marmo colorato che ne riveste i bordi. Considerato il campanile più bello d’Italia, grazie al suo collocamento nella zona centrale a traffico limitato, è un luogo estremamente facile da raggiungere a piedi da qualsiasi punto della città. La sua posizione, non molto distante dalla facciata del Duomo, venne studiata fin dal principio in modo da non coprire la Cupola di Brunelleschi, destinata a dominare la città dal 1436.
Com’è nato il Campanile?
Le fondamenta del Campanile di Giotto vennero scavate nel 1298, quando iniziarono i cantieri per la costruzione della Cattedrale.
Giotto, come riporta il Vasari, entrò nel progetto anni dopo sostituendo il capomastro Arnolfo di Cambio, da cui ereditò il progetto dell’intera struttura, concentrandosi, tuttavia, solo sulla realizzazione della torre. La parentesi giottesca rimane visibile nel pittoricismo dei marmi, e nelle figure decorative che ne rivestono la base.
Dopo la sua morte, Taddeo Gaddi, precedette per un breve tempo Andrea Pisano, il quale modificò il progetto per dare luce alla sala di rappresentanza costruita al primo piano, imbattendosi in notevoli problemi di struttura. Con l’arrivo della peste nera i lavori vennero interrotti e ultimati anni dopo sotto la mano di Francesco Talenti che, una volta risolti i problemi strutturali, si trovò a completare agevolmente l’opera.
Sarà lo stesso Francesco a sposare, tempo dopo, proprio la figlia di Giotto nella chiesa adiacente all’opera conclusa.
Le campane ancora attive
Lo sapevate che la torre è ancora funzionante? Sette campane su dodici scandiscono ancora oggi il tempo fiorentino.
Attualmente, il loro suono delizia i riti liturgici del Duomo di Firenze, accompagnando la vita quotidiana della città. La Campanata di Santa Reparata – o Campanone – è una delle campane più grandi d’Italia ed insieme alle altre ancora funzionati viene usata per glorificare i riti festivi. Per le celebrazioni arcivescovili e capitolari vengono suonate le campane a doppio, mentre quelle singole ripetono ogni giorno l’Ave Maria; invitano alla recita del “Credo” o invocano il sacro “Requiem” per i defunti.
Se vi capita di fare un giro al Campanile di Giotto non perdetevi le bellissime campane ancora funzionanti, né quelle dimesse, ma esposte ai turisti.
Il loro suono si diffonde ancora tra le strade di Firenze, tra una nota e l’altra, ci sono secoli di storia!
Il Campanile di Giotto, interni e sculture
La caratteristica principale del campanile è la presenza di sculture variegate che vantano la firma dei migliori artisti del tempo. Ovviamente, le opere originali sono state sostituite con delle copie, raffiguranti alcuni cicli figurativi del Medioevo.
Si pensa che i bassorilievi siano stati programmati da Giotto, ma completati successivamente da Andrea Pisano, facendo emergere trai collaboratori le figure di vari artisti come Alberto Arnoldi, Maso di Banco, o perfino il figlio Nino Pisano.
Anche per quanto riguarda la statue che riempiono le nicchie non sono presenti le opere originali. Alcune di queste si trovano nel Museo dell’Opera del Duomo di Firenze dove sono conservate con parsimonia.
I quasi 400 gradini si trovano all’interno del campanile. I vani scale non furono facili da costruire. Per non indebolire le mura, Andrea Pisano fu costretto a sacrificare le finestre progettate per il primo piano. I gradini, ancora oggi percorribili, sono utilizzati per raggiungere la cima dell’edificio.
Per avere un assaggio degli interni del campanile è possibile farsi trasportare dalla mappa virtuale offerta gratuitamente sul sito ufficiale del monumento.
Come e quando prenotare una visita
Se si desidera visitare il Campanile di Giotto è possibile seguire due strade alternative.
- Il Brunelleschi Pass, valido per tre giorni dalla data scelta. Questo pacchetto comprende: l’ingresso alla Cupola del Brunelleschi, al Campanile di Giotto, al Battistero di San Giovanni, al Museo dell’Opera del Duomo e Santa Reparata. Il suo costo è di 30 euro a persona. Gratis per bambini da 0 a 6 anni, e ridotto a 12 euro per i giovani dai 7 ai 14.
- Il Giotto Pass, anch’esso valido per tre giorni e comprendente il Campanile di Giotto, il Battistero di San Giovanni, il Museo dell’Opera del Duomo e Santa Reparata. Con un costo del biglietto intero pari a 20 euro a persona, e 7 euro a prezzo ridotto.
Nei periodi di alta stagione è consigliato aprire in anticipo il sito ufficiale dell’Opera di Santa Maria del Fiore e prenotare il pacchetto scelto. Non farti scappare l’occasione di fare un salto all’interno di una delle opere più famose del rinascimento italiano!
La città di Firenze offre spettacoli nascosti in ogni angolo. Lasciati stupire dalla bellezza del Museo degli Uffizi o dal fascino del Ponte Vecchio che sorveglia ancora l’Arno. E non dimenticare di fare un salto ai Giardini di Boboli, museo a cielo aperto che si espande intorno alle mura di Palazzo Pitti.
E tu, hai già visitato il Campanile di Giotto? Qual è il tuo monumento fiorentino preferito? Faccelo sapere lasciando un commento qui sotto!
Articolo di Jacopo Ferri
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