Cadeo, storia e cultura nei dintorni di Piacenza - Oj Eventi

Cadeo, storia e cultura nei dintorni di Piacenza

Cadeo

Cadeo, storia e cultura nei dintorni di Piacenza

In Emilia-Romagna ecco Cadeo, un noto borgo storico, ricco di suggestive attrazioni turistiche e culturali, oltre che in ambito naturalistico. Sia il paese che le borgate circostanti offrono un’esperienza indimenticabile, a stretto contatto con il paesaggio per scoprirne le origini e le tradizioni. Un viaggio per ritagliarsi del tempo nel relax dove la quiete regna da regina e catapulta i turisti nella dimensione della storia fino ai tempi più remoti. Numerose le architetture antiche e religiose da visitare nel territorio di provincia e nelle città confinanti, tra cui: la Chiesa della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, il Castello di Cadeo, le rocche di Zena, di Case Bruciate e di Travazzano. Da qui, la Basilica di Santa Maria delle Grazie, la Chiesa-Convento della Santissima Annunziata, la Pieve di San Giorgio con la sua fortezza e molte altre.

 

Il Castello di Cadeo e la Chiesa della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo

Chiesa della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, Cadeo

Chiesa della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, Cadeo

Grazie al nobile piacentino Francesco Maria Tadini, nel 1676 sorse il dipinto sull’effigie della Vergine del Carmelo, all’interno di una nicchia sulla via Emilia. L’opera del pittore Pietro Martire raffigurava la Vergine Maria con San Giuseppe e San Francesco, nelle vicinanze di Roveleto. Negli anni seguenti il prete di Fontana Fredda, ovvero frazione di Cadeo, dispose l’innalzamento di una cappella al fine di contenere il tabernacolo. A metà ‘700, seguì il progetto di edificazione della pieve per opera di Galli Bibbiena, famoso architetto dell’epoca. Da visitare nei dintorni anche il Convento e Chiesa di San Giovanni a Fiorenzuola d’Arda, divenuta sede dell’attuale Municipio. Oggi la Chiesa della Beata Vergine del Carmelo è anche Santuario e custodisce delle tele risalenti al XVIII secolo.

Il Castello di Cadeo sorge agli inizi del ‘300, quando poco dopo subisce la demolizione per ordine di Alberto Scoto, noto condottiere e Signore di Piacenza. A metà del Quattrocento il Castello di Cadeo divenne bersaglio di altra distruzione, durante le guerre in atto tra il duca Francesco Sforza ed Angelo Sanvitale. I proprietari della fortezza divennero i  Canonici Regolari Lateranensi fino a fine ‘700, in cui il nuovo possessore fu il Collegio Alberoni. Si tratta di una struttura a due piani che delimita uno sconfinato cortile chiuso, nella parte a lato della Chiesa Parrocchiale.

Il maniero di Cadeo, si distingue per l’importante torrione d’ingresso, simbolo di una rocca antica ad uso prevalentemente difensivo, di cui anche il ponte levatoio, poi nel tempo perduto. Attualmente la casa padronale appare rinnovata, con degli ampi locali che sono in parte coperti da volte. La rocca rientra nelle Terre Traverse del progetto che mira a valorizzare il patrimonio turistico e culturale. Ai giorni nostri, il castello rimane di proprietà del collegio Alberoni e lo gestisce la famiglia Lambertini.

 

Cadeo: i Castelli di Zena, Case Bruciate e Travazzano

Il Castello di Zena si trova a Carpaneto Piacentino e dista dal capoluogo di provincia e quindi Piacenza circa 20 chilometri. Domina nelle campagne piacentine circondato dal verde ed ha origini romane dell’Alto Medioevo. In quel periodo, i fanti e cavalieri lo distrussero mentre si trovavano in marcia nelle prossimità del borgo di Pontenure. Nei secoli ebbe diversi proprietari fino agli ultimi ed attuali della famiglia Perotti, che lo acquistarono intorno al 1850. La fortezza ottiene una restaurazione nella seconda parte del ‘900 ed esibisce grandi spazi con ben 4000 metri quadrati di area verde, sale e giardini.

Per il Castello di Travazzano anch’esso di origine romana, nasce nel XI escolo sui colli delle valli d’Arda e Nure, come riparo per i nobili di quel tempo quando uscivano dalla città. Nel XIII secolo il casato Mancassola ne divenne proprietario e poco dopo il castello subì il suo abbattimento. Intorno al 1245 le forze armate di Re Enzo di Svevia, occuparono la rocca mentre tentarono invano di conquistare Piacenza.  A metà del ‘400 Alberto Scotti riottenne il possesso del maniero, dove decise di ristrutturarlo aggiungendogli dei fossati e delle mura fortificate ed attrezzate di torri e porte.

Nel 1852 esso passò al casato Sidoli, fino a giungere in eredità al Seminario di Bedonia, dove i chierici e vescovi di Piacenza lo utilizzavano per soggiornarvi in vacanza nel periodo estivo. Il Castello di Case Bruciate sempre a Carpaneto Piacentino risale intorno al XIII secolo e deve il nome al nobile Corrado Confalonieri, che in una partita di caccia causò per errore un incendio e da lì il suo nome. La struttura si compone di tre piani ed un campanile che per la caratteristica forma a cilindro la rende nota con la denominazione di “castrum”.

 

Chiesa e Castello di San Giorgio Piacentino

Chiesa di San Giorgio Piacentino a Cadeo

Chiesa di San Giorgio Piacentino a Cadeo

La pieve sorge circa nell’886, quando la Cattedrale di Piacenza se ne occupò fino a cederla alla Chiesa di San Savino. La costruzione attuale risale al 1600 con interventi di rifacimento più volte negli anni e la chiesa più datata appare ben conservata. Il campanile in stile romano rimase funzionante fino agli inizi del Novecento, per cedere il posto alla nuova torre. La facciata esterna si mostra ripartita in tre parti, mentre l’interno lo spazio sfoggia tre navate con delle cappelle laterali. Sulla parete destra custodisce un altare in stile barocco del Sacro Cuore, proveniente dal Duomo di Piacenza. Sul lato sinistro della pieve si nota un altare dedicato alla Madonna del Rosario dotato di decorazioni ed ornamenti multicolori.

Poi la parte dietro all’altare sfoggia delle decorazioni barocche del XX secolo ed un dipinto che raffigura San Giorgio che uccide il Drago. Tale opera rappresenta una copia del pittore Soiaro realizzata dall’artista piacentino Emilio Perinetti. Il Castello di San Giorgio Piacentino nasce in epoca romana, quando la popolazione costruì un ponte sul fiume Nure, per collegare la città di Piacenza ad altri borghi della via Emilia. La parte destra della roccaforte nei pressi del torrente, subisce la distruzione intorno al 1000, come protesta del popolo contro i rifugiati nobili che vi avevano dimorato ed ancora lo occupavano. In seguito, il Monastero di San Savino acquisì la proprietà del castello, poi esso divenne dei nobili Anguissola fino al Seicento e degli Scotti. Nel XVIII secolo una parte del maniero passa al casato Porcelli, mentre quella restante rimane alla famiglia Scotti, che la trasforma in una residenza con giardino.

Vorresti trascorrere una vacanza oppure un weekend a Cadeo? Ti piacerebbe scoprire il fascino della storia e delle ricchezze paesaggistiche del posto? Faccelo sapere, scrivi nei commenti!

Articolo di Elena Canini

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