
Sulle sponde del fiume Po si trova Boretto, un paese nella provincia reggiana noto a livello turistico per il porto fluviale regionale, le ricchezze storiche romane, i musei e le sue antiche architetture. Un posto ideale anche per trascorrere una vacanza nella natura e rilassarsi scegliendo tra le attività sportive di motonautica, canoa, pesca sportiva.
Boretto mette a disposizione degli amanti della bicicletta la “pista ciclabile naturalistica della sponda del Po”, un tragitto ciclabile che attraversa le zone che costeggiano il grande fiume. In primavera ed estate il porto attiva a livello turistico e sportivo il servizio (a richiesta) delle crociere sul Po, che sono di diversa durata con viaggi fino a Mantova.
Il Porto Turistico Fluviale Regionale di Boretto
Si tratta della parte di fiume Po più caratteristica dell’Emilia-Romagna, che comprende il territorio da Piacenza a Ferrara. Si contraddistingue da un alto standard qualitativo dei servizi offerti, dove la domanda dei turisti per navigare il fiume Po aumenta costantemente. Boretto è luogo di ancoraggio e sosta dei passeggeri sulle motonavi turistiche, situate nel porto del borgo reggiano.
Tutta la zona del Porto Turistico Fluviale Regionale e del Lido Po, compresi i moli di approdo, sono gestiti dalla società delle infrastrutture fluviali. I viaggiatori hanno a disposizione servizi di alta qualità e differenti, per offerte turistiche e gastronomiche.
Boretto: i Musei “Dino Gialdini” e “Pietro Ghizzardi”
Nel Museo “Pietro Ghizzardi” si trovano le più importanti opere letterarie, plastiche e pittoriche dell’artista Pietro Ghizzardi. La Galleria è situata nell’abitazione del pittore e conserva i lavori prodotti dal 1975 al 1986. La struttura nasce nel 1992 per volere del nipote Nives Pecchini Ghizzardi, che ha deciso di aprirla al pubblico. All’interno i turisti possono ammirare le tele, i murales ed anche le sculture ed i vari manoscritti dell’artista, oltre ai materiali fotografici e video che ne raccontano la vita.
Mentre il Museo “Dino Gialdini” espone documenti ed attrezzature, che sono servite nel tempo ad attraversare il fiume Po. Custodisce strumenti e fotografie riguardanti le abitudini della gente del territorio, quando non vi era ancora il ponte in cemento. Il vecchio ponte di barche che collegava Boretto a Viadana venne distrutto nel 1967 e sostituito da uno più moderno strutturato in cemento.
Tra le sponde del fiume Po, il collegamento tra i due borghi era possibile grazie a dei ponti galleggianti collocati in alcuni tratti. Romano Gialdini, il nipote del capo pontiere ha preso le immagini principali del viadotto ed in parte ha ricreato il medesimo in scala 1:10. Ha fabbricato vicino alla propria casa, appunto il Museo “Dino Gialdini”, in memoria di suo padre per raccontare i ponti di barche e il lavoro del pontiere. Una professione oggi scomparsa, che in passato ha fatto la storia della sua famiglia e di tutto il territorio reggiano.
Boretto, il Museo del Po e della Navigazione Interna
Il Museo del Po ospita i materiali inerenti alla navigazione e alle imbarcazioni del fiume più esteso d’Italia. Qui vengono esposti in ambito archeologico ed industriale attrezzature e macchinari, che il Genio Civile impiegava per la conservazione delle profondità fluviali ed il disciplinamento delle traversate. Agli inizi del secolo scorso, era un cantiere che produceva e conteneva strumenti a supporto della manutenzione dei mezzi di trasporto e di segnalazioni.
L’estensione di un’area che copriva 25mila metri quadrati, con oltre 200 esperti che utilizzavano specifiche tipologie di macchinari. Il Museo del Po e della Navigazione Interna è nato nel 1999, da nove soci: la Provincia di Reggio-Emilia, i paesi di Guastalla, Gualtieri e Boretto, l’impresa Bacchi Aladino, l’associazione di imprese – PR, le bonifiche Bentivoglio-Enza e Parmigiana-Moglia, l’ARNI. L’anno successivo con la piena del Po, il museo subisce gravi danni strutturali ed agli oggetti, per cui viene chiuso fino alla riapertura nel 2006.
Il Museo multimediale della Bonifica di Boretto
Nel 1920 la chiavica di Boretto è stata edificata con l’edificio, fino a divenire una struttura imponente con i suoi 20 metri di altezza sul paesaggio reggiano. Il museo rappresenta l’inizio di un lungo tragitto, noto come “Il Paesaggio della Bonifica” un percorso di turismo culturale e consapevole, di carattere naturalistico, multimediale e sociale.
Un viaggio su quasi 90 chilometri ripercorrendo la parte destra del Po per ammirare i territori agricoli che sono stati bonificati. Si vedono chiaviche e ponti, fino ai piccoli borghi rurali ed urbani in cui si ripercorre la loro storia, tra coltivazioni, flora e fauna locali. Il tour si compone di cinque itinerari, con punti di partenza dalla provincia di Reggio Emilia fino a quella di Mantova e lungo la strada si trova l’apposita segnaletica.
Boretto, la Chiesa di Santa Croce e la Basilica Minore di San Marco
La Basilica Minore di San Marco si contraddistingue per la sua cupola solenne, alta 45 metri e per la costruzione che padroneggia sul paese nella parte centrale. Nel 1871 venne realizzata dall’architetto Luigi Panizzi Moriglio per divenire Basilica nel 1956. A fine anni Ottanta ci fu il crollo della cupola ed oggi appare ricostruita e del tutto rinnovata con del legno lamellare. Con l’utilizzo di tecniche attuali, vanta i talenti architettonici degli ingegneri Roberto Alessi e Antonio Raffagli.
Mentre la Chiesa di Santa Croce, fino al XVII secolo era una rettoria ed oggi è parte della Parrocchia di Boretto. In epoca passata, un chiostro francescano sostituiva l’attuale chiesa. Nel 1700 Ercole Rinaldo III d’Este, come Duca di Modena provvede con un decreto a creare una chiesa dedicata a Santa Croce. Dopo due secoli, la struttura religiosa viene rinnovata per essere nuovamente restaurata a metà degli anni Cinquanta. Oggi la facciata sfoggia un’architettura dallo stile barocco, dove prevale la semplicità senza troppi stucchi e conservando un carattere in stile Seicento.
Il Teatro del Fiume
Progettato nel 1914 da Marcello Nizzoli, con l’inizio della Prima Guerra Mondiale viene requisito ed utilizzato come caserma. In seguito, l’edificio ritorna nuovamente di proprietà del Comune, che decide di ristrutturarlo. Nel 1922 il teatro apre le porte al pubblico con le opere de “Il Rigoletto” e “Il barbiere di Siviglia”, di Giuseppe Verdi e Gioacchino Rossini.
In meno di dieci anni, oltre alle interpretazioni teatrali si aggiungono anche quelle cinematografiche. Ma i bombardamenti del 1944 distruggono l’edificio e dopo i lavori di ricostruzione riapre i battenti negli anni Sessanta. Vent’anni dopo, un incendio colpisce di nuovo la struttura, a cui seguono gli interventi di restauro per rinascere nel 1997.
Vuoi visitare Boretto nelle sue bellezze naturali e culturali, per una vacanza oppure per un week-end? Faccelo sapere, scrivi nei commenti!
Articolo di Elena Canini
Iscriviti per ricevere news su Reggio Emilia
Scopri gli eventi su Reggio Emilia
Entra nella nostra chat telegram