
Nel centro storico di Roma si trova un importante complesso religioso, la Basilica di San Pietro in Vincoli. Si tratta di uno dei luoghi di culto più conosciuti della Capitale.Esso si trova nella famosa zona di Rione Monti, sul Colle Oppio. Infatti ogni giorno migliaia di romani vi si trovano davanti anche semplicemente durante delle passeggiate in compagnia.
La Basilica si conosce soprattutto per ospitare al suo interno la tomba di Giulio II e il Mosè di Michelangelo. Quest’ultimo, all’inizio del Cinquecento, fa compiere importanti restauri della facciata e del portico. Questo edificio è uno dei luoghi più visitati dagli italiani che vengono fuori Roma, ma anche meta di moltissimi turisti stranieri.
Le origini del nome
La Basilica di San Pietro in Vincoli di Roma è anche conosciuta come Basilica Eudessiana. Quest’ultimo nome deriva da Licinia Eudossia, figlia dell’allora imperatore d’Oriente Teodosio II e moglie di Valentiniano III. Proprio Eudossia decide di iniziare la costruzione del complesso nel V secolo.
Il nome di San Pietro in Vincoli invece deriva dalle catene che oggi si trovano al di sotto dell’altare maggiore, che dal latino si traducono in vincula. Queste catene, secondo gli studi, dovrebbero essere quelle che tengono legato San Pietro durante la sua carcerazione a Gerusalemme e che si uniscono inspiegabilmente in una sola catena. L’edifico nasce proprio per ricordare questo miracoloso evento. Questo avvenimento all’epoca è importante perché vi sono tensioni tra l’Impero e i barbari che minacciano un’avanzata sull’attuale Capitale d’Italia. La fusione delle sue catene diventa così simbolo di unione e pacificazione tra i due Imperi.
Storia della costruzione
Licinia Eudossia fa iniziare la realizzazione dell’attuale Basilica di San Pietro in Vincoli nel 442. Durante la costruzione sotto la basilica si ritrova un complesso, chiamato Domus Transitoria neroniana. Si tratta di un edificio romano con un porticato, un cortile e alcuni giardini.
La sua ufficiale consacrazione avviene nel 439, sotto l’imperatore Sisto III. Nel corso dei secoli, la basilica subisce moltissimi restauri e rinnovamenti. Infatti tra il XV e il XVI secolo due importanti membri della famiglia della Rovere ne divennero possessori e titolari: Sisto IV e Giulio II. Sono proprio queste due importanti figure a richiedere e far effettuare interventi di tipo rinascimentale della Chiesa.
Ad esempio, Giulio II decide di costruire il portico in facciata sostituendolo all’antico nartece. La progettazione e la realizzazione del chiostro, secondo Giorgio Vasari, si deve invece all’ingegno di Giuliano da Sangallo.
Dopo l’Unità d’Italia, il convento della Basilica di San Pietro in Vincoli diventa sede della Facoltà di Ingegneria della Sapienza. Qui Simone da Mosca realizza il pozzo centrale nel 1517, simbolo della facoltà.
La struttura della Basilica di San Pietro in Vincoli
All’esterno della chiesa si trova una facciata davanti alla quale si trova la Piazza di San Pietro in Vincoli di Roma. Il suo portico, progettato da Baccio Bandelli, si caratterizza per il fatto di avere cinque archi retti da colonne ottagonali su cui si trova lo stemma d di Giulio II.
L’interno si compone di tre navate. Quella centrale, costruita su un progetto di Francesco Fontana del 1705, si trova una rappresentazione del Miracolo delle catene che effettua il pittore Giovanni Battista Parodi.
Anche sulla tribuna si trovano una serie di affreschi che fanno riferimento all’evento miracoloso dell’unione delle catene. Durante la metà del XIX secolo la parte del presbiterio subisce una modifica sotto Papa Pio IX. Infatti, in quel periodo, l’architetto Virginio Vespignani vi costruisce un ciborio che sovrasta la cripta. Nell’altare si trova invece un’urna dove sono conservate le catene miracolose di San Pietro.
Appena si entra nel portale d’ingresso, sulla sinistra, si può notare la presenza della tomba dei pittori Antonio e Piero del Pollaiolo. Sul muro della navata sinistra si trova invece la tomba del cardinale Niccolò Cusano realizzata da Andrea Bregno nel 1465.
Il pittore Jacopo Coppi si occupa nel 1573 di dipingere l’abside. Ai lati dell’abside maggiore si trovano due importanti dipinti: l’Immacolata di Giuseppe Bravi e la pala di Santa Margherita di Antiochia realizzata dal Guercino.
La Tomba di Giulio II e il Mosè di Michelangelo
All’interno della Basilica di San Pietro in Vincoli di Roma si trova la tomba di Giulio II e il Mosè di Michelangelo. Quest’ultimo fa vari progetti della tomba, circa sei, e decide di optare per quello più semplice. Questo perché Giulio II a quel tempo non ha molto denaro, poiché nel frattempo è in corso anche l’edificazione della Cappella Sistina.
I marmi con cui Michelangelo realizza le sculture sono quelli di Carrara. Egli vi si reca personalmente per sceglierli, impiegandoci circa otto mesi. I lavori iniziano ufficialmente nel 1505, ma non sono mai continuativi, anzi, hanno nel corso del tempo varie interruzioni. Per questi motivi Michelangelo stesso chiama questo progetto ‘’la tragedia della sepoltura’’, poiché impiega molto tempo per realizzarla ed allo stesso tempo combatte con molti ripensamenti. La costruzione ha fine infatti nel 1545, trentadue anni dopo la morte di Giulio II
Il mausoleo, di forma rettangolare, si divide in due livelli, composti in totale da sei statue. Ogni livello comprende tre statue. Quella più importante è conosciuta è sicuramente quella del Mosè, che spicca al centro della parte inferiore. Il Mosè tiene in mando i dieci comandamenti e sembra girarsi verso sinistra per ascoltare Dio. Sulla sua testa si trovano dei raggi di sole che gli appaiono durante la sua discesa dal Monte Sinai.
Quello che risalta all’occhio dell’osservatore è il movimento che traspare dalla torsione di questa statua. Questa dinamicità l’architetto la ottiene grazie a delle scelte strategiche. Egli infatti decide di rimpicciolire il ginocchio sinistro per portare indietro la gamba, gira a destra la barba e abbassa la seduta di sette centimetri.
Sopra al Mosè si trova il sarcofago dove allora si doveva collocare il corpo di Giulio II. Sopra questo si trova una statua rappresentante il papa in posizione sdraiata.
Che ne pensi della Basilica di San Pietro in Vincoli? Ti piacerebbe visitarla? Faccelo sapere nei commenti!
Articolo di Marica Sabbatini
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