Come si fa una degustazione di vini: Una piccola guida - Oj Eventi

Come si fa una degustazione di vini: Una piccola guida

Degustazione di vini

Concedersi una degustazione vini, in inglese wine tasting, significa dar vita a una conviviale esperienza del gusto. Se vogliamo, il più moderno dei riti enoici. La storia del vino si lega a quella dell’uomo sin da prima dell’età del bronzo. Prove di viticoltura in Italia compaiono nel 6.000 a.C., e senza dubbio si tratta di una conquista collettiva, benché si abbiano diversi esempi di inventori della bevanda, Dioniso per la Grecia antica, Noè per la Bibbia. Forse un atto guidato dalla volontà di unire a qualcosa di sacro una bevanda tanto meravigliosa.

La degustazione, precisamente, consiste in una serie di assaggi di vini, bevanda ottenuta dal mosto d’uva per il processo di fermentazione, al fine di valutarne le proprietà organolettiche.

Una degustazione vini si divide in due tipologie. Verticale, se si assaggiano vini di diversa annata ma della stessa azienda vinicola. Orizzontale, se i vini appartengono alla medesima annata ma provengono da differenti aziende.

Nella sperimentazione sono coinvolti la vista e l’olfatto oltre al gusto. Potremmo infatti accostare la degustazione vini al fumare la pipa. Lo scopo in entrambi i casi è di trarre un godimento che coinvolga il gusto, l’olfatto, la vista e il tatto. Il fumo della pipa non si aspira, si assapora tra palato e naso, ugualmente il vino che in genere, in una degustazione, soprattutto in ambiente professionale, si espelle.

Come funziona una degustazione?

Innanzitutto la spesa che richiede una degustazione, come sanno gli enoappassionati, dipende dal numero di assaggi, da che cosa si assaggia, dove si svolge l’evento e che cosa viene incluso, a esempio una visita al vigneto. Di norma in una degustazione si degustano almeno 6 vini, ma non più di 12. Ricordate che l’occasione è più intima di una festa, pertanto sarebbe ideale fermarsi sotto i 10 partecipanti. Una degustazione solitamente dura un’ora e mezza e perché si svolga al meglio occorrono vini ambientati, ovvero serviti chambré, posti alla giusta temperatura cosicché si esprimano pienamente.

Una regola fondamentale è di non inquinare in precedenza il palato con sigarette, caffè, mentine o cibi dal gusto deciso, piccante o persistente, altrimenti inficereste l’assaggio. Accostare un buon vino a formaggi e salumi è più vicino a un aperitivo. Durante una degustazione vini ci si limita, oltre all’acqua, a prodotti di panetteria: il pane è ottimo perché pulisce il palato e non detronizza il vino. Questo vale sia pure per deodoranti o profumi sulla pelle, si consiglia di non esagerare. Non meno l’ambiente. Sceglietene uno visivamente rilassante, di chiare tonalità, di modo che possiate osservare meglio i colori di un calice. Inutile aggiungere che il luogo deve essere privo di forti odori.

Degustazione di vini in casa

Indubbiamente aiuta a risparmiare svolgere una degustazione in casa, rimediando del vino sfuso, spillato, cioè non imbottigliato. Facendovi guidare dal vinaio potrete riempire con pochi euro parecchie buone bottiglie e architettare un’ottima degustazione vini. Per quanto riguarda il dress code non ne esiste uno preciso. Limitatevi al business casual o smart casual, come quando da bimbi andavate in chiesa la domenica. Se poi non sapete completamente nulla di vino ma volete a tutti i costi metter su una degustazione è possibile ingaggiare un sommelier, non costano un patrimonio. Egli vi guiderà come si deve lungo il percorso.

Ricordate di partecipare con spirito curioso senza preoccuparvi del linguaggio tecnico di qualunque cultore avete davanti. Esistono molti vitigni nel mondo di cui i maggiori wine maker non hanno mai sentito parlare. Certo non guasterebbe informarsi quantomeno sulle basi. A esempio che il vino è composto da tre elementi: alcool, acqua e corpo. Quanto ai calici, in linea di massima il flute è per gli spumanti e i prosecchi, il ballon per i vini, il tulipano per i passiti. In una degustazione di vini troverete, oltre ai calici, i tovaglioli e i moscioni, il decanter (utile a ossigenare il vino).

Ancora di più aiuterebbe farsi enoturista e percorrere almeno un paio delle più belle strade del vino che offre l’Italia.

Potrete dare una trama alla vostra degustazione di vini se desiderate particolareggiarla. Solo l’Italia conta più di 400 vini, con menzione DOCG o DOC. Sta a voi scegliere.

I vini

È possibile orientarsi sull’annata scegliendo un percorso di vini vintage o novelli. Oppure giocare col sapore. Vi sono i secchi, come il Valdichiana Chardonnay, il Cinque Terre, il Breganze Pinot grigio, l’Etna rosso, il Colli Bolognesi Barbera Colline di Riosto. I dolci, come il Recioto di Soave, il Montecarlo Vin Santo Occhio di Pernice, l’Elba Aleatico Passito, il Colli Euganei Fior d’Arancio passito, il Passito di Pantelleria. I tannici, come il Sant’Antimo Cabernet Sauvignon, il Garda Colli Montovani Chabernet, il Montecucco rosso, l’Ortanova rosso, il Montepulciano d’Abruzzo, il Piave Merlot, il Biferno rosso riserva. Gli amarognoli, come il Valpolicella, il Bardolino, il Gattinara, il Ghemme, il Nardò rosso, il Bramaterra. E tanti altri con infinite espressività. Ancora, potrete optare per una trama geografica. In una degustazione di vini toscani non mancheranno il Carmignano, il Chianti Classico, la Vernaccia di San Gimignano, il Bolgheri Rosso, il Brunello di Montalcino. In una degustazione di vini romagnoli vi devono essere il Romagna Albana secco, il Colli d’Imola Sangiovese, il Bosco Eliceo Fortana.

Tra i vini valtellinesi vi saranno il Valtellina Superiore, lo Sfursat di Valtellina, il Rosso di Valtellina. In una degustazione di vini pugliesi prenderanno posto il Nero di Troia, il Salice Salentino, il Negroamaro, il Castel del Monte Aglianico rosso, e così di seguito. Al 2022 le regioni più vinifire sono il Piemonte e la Toscana secondo la società Mediobanca. Come in molti altri settori anche in quello del vino l’attenzione si sta orientando verso il biologico, il green, verso vini vegani e naturali. La vostra trama potrebbe guardare a vini di questo genere.

Smartbox…?

Se non volete organizzare una degustazione ma semplicemente godervela lasciandovi coccolare dai coppieri, nel web troverete tantissime smartbox gourmet. Si tratta di cofanetti regalo che offrono molteplici attività: soggiorni, sport, svago, benessere e appunto esperienze gourmet. Troverete offerte di degustazione vini legate al pernottamento, a visite in cantina o nei vigneti, al pranzo o alla cena, a percorsi di benessere, a tour enogastronomici, accompagnati com’è ovvio da una guida esperta. In voga al giorno d’oggi è regalare o regalarsi weekend di degustazione vini con spa, specialmente in Toscana e Franciacorta. Dopotutto non bisogna andare lontano, se siete interessati vi basterà spulciare il sito di OJ Eventi che offre tante belle iniziative legate alle degustazioni.

Da non dimenticare che finanche alcune ricorrenze hanno introdotto degustazioni di vini. Un esempio è I Luoghi delle parole, festival della letteratura di Chivasso, in Piemonte, che offre assaggi di vini locali al fine di valorizzare il territorio.

Cogliere i caratteri organolettici

Non esiste un dizionario specifico per descrivere un vino, usate il vostro. Ma se volete conoscere la terminologia più frequente, eccola. Innanzitutto sappiate che un vino può essere giovane, non ancora pronto per essere bevuto, oppure maturo. Un vino di qualità non è stabilito da una grande storia che lo accompagna, né dal nome rinomato improntato sulla bottiglia né dall’esagerato prezzo o dalla veneranda età. Lo capirete dall’assaggio e riassaggio, individuandone la persistenza sensoriale. Normalmente la qualità è proporzionale alla costanza.
Recatevi alla vostra degustazione dotati di un bloc-notes sul quale annotare riflessioni e compilare una scheda organolettica, essenzialmente composta da tre sezioni nelle quali valuterete colore, profumo e gusto.

Per favorire la valutazione del colore e i riflessi del vino dovrete agitarlo delicatamente nel calice e tener d’occhio le gambe che si creano all’interno. Il numero e il grado di attrito delle gambe vi suggeriranno molto in fatto di tasso alcolico. Si tratta dell’effetto Gibbs-Marangoni. Inoltre, il movimento vi farà comprendere meglio se il vino è brillante o compatto, grasso o intenso di tonalità, limpido, oppure polposo. Non dilungatevi troppo, a esempio basterebbe scrivere giallo paglierino con riflessi verdolini. Non riempite fino all’orlo il bicchiere. In genere si colma 1/3 del calice, non si va alle degustazioni per bombare.

Degustazione di vini: come si degusta un vino?

Per agevolare la valutazione del profumo del vino vale lo stesso consiglio: dovrete agitarlo per una decina di secondi in modo che i profumi si sprigionino. Inoltre, avvicinando il naso, niente aiuta come chiudere gli occhi. Sta a voi indovinare un prato fiorito, un terreno bagnato dalla pioggia, frutta, tabacco o cuoio, cacao, o spezie. Se il vino è stato ben invecchiato, riscontrerete un bell’insieme di percezioni olfattive, ovvero il cosiddetto bouquet. Potrete imbattervi in un profumo pungente, allora definirlo etereo, razzente. Oppure in un profumo goudron, tipico del Barolo, cioè come catramoso. O ancora in un profumo fruttato, o in uno netto, vale a dire semplice. Vinoso, se ricorda l’odore del mosto.

Per favorire la valutazione del gusto dovrete trattenere il sorso in bocca. Uno zinzino, sia chiaro. Il fine è di stabilirne anche il peso al di là del sapore. Non fate i gargarismi, non siete Dracula che degusta sangue. Limitatevi a muovere il vino con la lingua. Al contempo, espirando, imprimete una pressione contro il palato. Dopo aver deglutito, eseguite una masticazione a vuoto, sempre espirando per bene. Anche qui non occorrono molte parole, a esempio morbido e pieno, caratteristico del vitigno.

Come può essere un vino?

Ricordate che un vino può essere abboccato o amabile o morbido, in altre parole dolce. Se è molto dolce, sarà smaccato o pastoso. Se invece è privo di zuccheri è detto secco. Corposo, se possiede un alto tenore di alcool, o ascendente, donante una sensazione di calore in bocca, appunto anche detto caldo. Il contrario è magro.

Ampio, se è ricco di profumi, quindi l’opposto di netto. Sarà debole o leggero, se contiene poco alcool. Di polso o generoso, se l’alcool si esibisce notevolmente. Pesante, se l’alcool è troppo. Fiacco, se manca di nerbo. Sincero, se il vino è genuino.

Può essere allappante, astringente, ruvido o ammandorlato se è amarognolo, aspro. In genere quelli con un eccesso di tannino e di acidità. Se poi tannicità e acidità sono elevatissime, si tratta di un vino disarmonico o duro, acidulo insomma. Ma se l’acidità è gradevole, è un vino fresco, sapido. Se è scarsa, allora è molle o piatto. Potrebbe anche solamente tendere all’aspro, in questo caso è detto brusco. Rotondo, se dolcezza e acidità armonizzano bene.

Un vino può essere armonioso, elegante o franco se possiede elementi equilibrati. Aromatico, se conserva il ricordo dell’uva di origine. Se dopo aver mandato giù il sorso sentite il palato pulito, asciutto è l’aggettivo più adoperato. Si dice austero se un vino possiede struttura. Aristocratico, se possiede grande finezza di gusto.

Intenso, se il sapore persiste in bocca. Liquoroso, se ricorda un liquore. Neutro, è un vino dalle qualità poco spiccate. È utilizzato anche legnino, parla da sé. Insomma ci sono tanti aggettivi, ma forse il più importante è che la vostra degustazione abbia vini saporosi. Non dimenticate di includere negli appunti il retrogusto, vale a dire quelle sensazioni gustative e olfattive che si manifestano dopo aver deglutito.

Le virtù del vino

Inutile dire che il vino faccia bene alla salute, avendo note proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. In generale il vino rilassa, fa buon umore, ma come si sa i suoi effetti possono essere intossicanti da un momento all’altro.

Si dice poi ultimamente che aiuterebbe a contrastare l’ansia e la depressione. Una delle principali fonti alimentari di resveratrolo, una sostanza chimica, è appunto l’uva, che usa per proteggersi dallo stress ambientale. Nell’uomo tale sostanza contrasterebbe l’ormone del corticosterone, che produciamo in situazioni ansiogene.

Antico è il motivo del vino che toglie l’ansia. Lo si incontra nei passi dei greci Alceo, Simonide, Euripide, e in quelli latini di Orazio e Ovidio. Bisogna tuttavia affrontare i fatti. Il contenuto di resveratrolo nel vino è troppo basso perché sia incisivo. Il vino non guarisce ansia o depressione. La soluzione è l’analisi, non il vino. Interessante sarebbe nondimeno notare che la sostanza chimica di cui parliamo è contenuta nel corpo del vino, non nell’alcool. Una buona pubblicità per chi produce vino analcolico. Ad ogni modo, dopo una giornata di lavoro, arrubinare un unico bicchiere è ideale per distendere i nervi, se non siete diabetici, in gravidanza, o allattate. Vinum laetificat cor hominis, si legge nella Vulgata, ovvero “il vino rallegra il cuore dell’uomo”.

Hai mai organizzato o partecipato a una degustazione di vini? Lascia un commento raccontandoci la tua esperienza!

Articolo di Giuliano Monteneri

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