Trezzo sull’Adda: cosa vedere e le sue leggende - Oj Eventi

Trezzo sull’Adda: cosa vedere e le sue leggende

Trezzo sull’Adda

Il comune meneghino di Trezzo sull’Adda rappresenta, senza dubbio, un luogo di rara bellezza. Stiamo, infatti, parlando di uno splendido borgo immerso nel verde, in una magnifica dimensione di quiete. E tutto questo a soli quaranta chilometri di distanza dal capoluogo lombardo! Allora, siete pronti a scoprire insieme a noi, le meraviglie di Trezzo sull’Adda? Vi assicuriamo che non ve ne pentirete! Pronti? Iniziamo!

Un luogo dalle origini uniche: la nascita di Trezzo sull’Adda

Ma cosa rende il comune di Trezzo sull’Adda un luogo tanto spettacolare e qual è la sua origine?  Questo comune lombardo, vede la luce proprio su uno sperone arroccato.  La storia di Trezzo è legata a doppio filo, con quella del corso d’acqua che attraversa l’intera area. 

Il fiume Adda rappresenta infatti l’eloquente riflesso di un excursus storico denso di memorie e di incredibili eventi, che caratterizzarono questo comune.  I primi abitanti del territorio di Trezzo, furono i Celti; popolazione che prese a colonizzare questi territori a partire dal IV secolo A.C. Il dominio dei Celti si estese fino alle porte dell’odierna San Donato Milanese. Pare siano stati proprio i Celti, a lasciare in eredità l’origine etimologica, legata al nome stesso di Trezzo. Il nome del luogo deriverebbe infatti da trecc, definizione celtica riferibile ad un promontorio, proprio come quello in cui ha avuto origine l’area di Trezzo.

Furono molti, i sovrani che governarono questi territori; a partire dai romani, passando per i longobardi, fino ad arrivare a personalità riferibili al Medioevo, come Federico Barbarossa, i Visconti, i Torriani e molti altri ancora. Protagonisti di eccezione per Trezzo, furono anche nomi di immortale memoria, come Leonardo Da Vinci o Alessandro Manzoni. Da Vinci scelse, infatti, proprio le rive dell’Adda, per analizzare il corso fluviale e migliorarne, così, la navigabilità. Manzoni, invece, selezionò questa terra, quale sfondo inimitabile per l’ambientazione dei suoi Promessi Sposi.

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Cosa visitare a Trezzo?

Passeggiare tra le placide vie di Trezzo sull’Adda, equivale ad immergersi in una sorta di universo parallelo, fatto di calma e relaxStiamo, infatti, parlando di un mondo a parte, dove il tempo sembra rispondere ad una propria personale ritmica e regolarità. Ritmica totalmente indifferente al tram tram della frenesia contemporanea.

Uno dei luoghi cardine di maggiore interesse turistico, è sicuramente rappresentato dal Castello Visconteodi cui ci rimangono, oggi, pochi memorabili resti. Il Castello venne edificato per volere della famiglia Visconti.  A dare un input definitivo al progetto, ci pensò, in particolare, Barnabò Visconti. Nel corso del XIV secolo, Barnabò si dedicò alla creazione della fortezza sul promontorio di Trezzo. 

Sul lato opposto della roccaforte, si erge invece una magnifica torre, alta più di quaranta metri. Nel corso dei secoli, il Castello Visconteo non venne, certo, risparmiato dalle intemperie della natura e dagli istinti distruttivi dell’uomo.  Alla luce di ciò, oggi è possibile ammirarne solo la torre, il pozzo, una porzione dei sotterranei e delle mura e lo splendido parco che circonda l’intera area.

Un altro dei luoghi unici di Trezzo sull’Adda, è di certo rappresentato dalla Centrale Idroelettrica TaccaniLa Centrale deve le sue origini a Cristoforo Benigno Crespi, titolare di una fortunata industria di cotone. Nel 1894 Crespi acquistò il promontorio di Trezzo, con l’intento di creare, appunto, una centrale idroelettrica, capace di fornire energia al limitrofo cotonificio, situato nei pressi di Crespi d’Adda. Oggi la centrale rappresenta un magnifico esempio di architettura liberty, tra i più riusciti di tutto il territorio lombardo.

Tra le bellezze architettoniche, ma anche paesaggistiche di Trezzo sull’Adda, non possiamo, certo, dimenticarci dell’incredibile oasi WWF Foppe di Trezzo. Si tratta di un paradiso protetto per tutte le biodiversità del territorio.

Cosa vedere vicino a Trezzo?

La famiglia lombarda dei Crespi, non ideò solo il cotonificio e la centrale, ma un incredibile villaggio in piena regola. Stiamo parlando di un angolo di mondo talmente unico, da aver ottenuto il privilegio di entrare a far parte dei siti patrimonio dell’Unesco. Nel 1878, infatti, Cristoforo Crespi battezzò il villaggio operario di Crespi d’Adda

Si trattava di un nucleo urbano a tutti gli effetti, destinato a diventare la casa di tutti gli operai del cotonificio. Il villaggio era caratterizzato da una scuola, un cimitero, un ambulatorio ospedaliero e ogni servizio necessario alla comunità di un modesto borgo cittadino. Ancora oggi, passeggiando per le vie del villaggio, è possibile respirare un’atmosfera assolutamente ottocentesca. Si tratta di un vero e proprio salto nel passato. Il villaggio di Crespi è ancora in grado di restituirci le bellezze di una realtà unica, fuori dal tempo e dallo spazio.

La leggenda del castello Visconteo

Il castello Visconteo di Trezzo sull’Adda, rappresenta un luogo unico al mondo.  Stiamo, infatti, parlando di una delle realtà più suggestive in assoluto.  Questo castello sembra essere avvolto da un alone di mistero, ricco di storie più che sconvolgenti. Ma di quale mistero incredibile stiamo parlando? Ebbene, la leggenda narra che le mura dell’edificio hanno rappresentato, per secoli, l’inquietante dimora di spiriti irriducibili alla morte, come quello dello stesso Bernabò Visconti e di una delle sue figlie.

Come già accennato sopra, questo castello nasce nel 1300, per volere di Bernabò. Il complesso fu eretto vicino ad una rocca, la cui nascita viene tradizionalmente attribuita alla regina Teodolinda. Vittima secolare di continue opere di demolizione e ricostruzione, il castello rappresentò l’arena prediletta per scontri all’ultimo sangue tra personaggi storici  influenti, come il Barbarossa, la famiglia dei Torriani e quella dei Visconti. L’evento più cruento che interessa il luogo, però, è proprio l’uccisione di Bernabò Visconti, da parte del nipote Giangaleazzo, allora duca di Milano.

La leggenda narra che tutte le notti, una voce disperata sembra sollevarsi da quelle che furono le antiche viscere del complesso. Che siano ancora le urla del povero Bernabò, assesato di vendetta?

Purtroppo, come leggenda vuole, non ci è dato saperlo con certezza! Ma a proposito di misteri e dicerie che hanno fatto epoca, un’altra leggenda legata al castello, affermerebbe che in un punto sconosciuto del grande parco che circonda la struttura, il celeberrimo Federico Barbarossa avrebbe sepolto il suo immenso tesoroIl suo spirito sembrerebbe ancora aggirarsi per il parco, intento a difendere il famigerato bottino!

Realtà o solo leggenda? Come al solito, ci ritroviamo sprovvisti di una risposta certa al riguardo!

Ma i misteri non finiscono qui! Stavolta vi raccontiamo di una vera e propria allucinazione di gruppoDurante la Seconda Guerra Mondiale, pare che un gruppo di militari tedeschi, abbia avvistato un corteo di spiriti di damigelle e guerrieri medievali. I poveri militari, morti dalla paura, finirono per convincersi di aver fatto tutti il medesimo incubo. Strano, eh?

Trezzo sull’Adda alias misteri no limits

Pensavate avessimo esaurito tutte le provviste di mistero, vero? E invece vi sbagliate di grosso!  Perché intendiamo ancora spifferarvi altre due preziose chicche in proposito!

L’ennesimo mistero del Castello Visconteo, riguarda, stavolta, una bella castellana, che si sarebbe lanciata da una delle torri del complesso, in quanto costretta a rifiutare l’amore del suo Romeo. Ancora oggi, dopo secoli, pare sia possibile assistere alla ripetizione di tale gesto disperato. 

Ogni notte, infatti, lo spirito della ragazza prende sempre a gettarsi dalla stessa torre, per poi dissolversi nel nulla, poco prima di toccare il suolo. Da brividi! Ok, ultimo mistero e poi promettiamo di piantarla qui!  Alcune testimonianze collezionate nel corso degli anni, spergiurerebbero di aver visto il fantasma di una delle figlie di Bernabò. La povera disgraziata in questione, sembrerebbe ancora aggirarsi per i corridoi del castello. Quale fu la sua colpa? Essersi innamorata di uno stalliere. Venne, quindi, punita dal padre, che la gettò subito nel “pozzo delle torture”.

Curioso di visitare i luoghi meravigliosi e inquietanti di Trezzo sull’Adda? Faccelo sapere.

Articolo di Sebina Montagno

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