Legnago: storia e cosa visitare - Oj Eventi

Legnago: storia e cosa visitare

A circa 40 km da Verona, in pianura, sorge un piccolo comune ricco di luoghi di interesse, composto da circa 25 586 abitanti. Legnago, che confina con la provincia di Rovigo, accoglie nella sua città monumenti storici, testimonianze architettoniche, chiese, castelli e aree naturali di grande bellezza. Ma non solo, Legnago è anche nota per essere stata la città natale di personaggi di spicco come l’umanista Giovanni Cotta, Giovanni Battista Cavalcaselle, critico d’arte, Luigi Piccinato, architetto e urbanista, e infine Antonio Salieri, compositore di musica classica. Quest’ultimo dà anche il nome ad uno splendido teatro della città, il Teatro Salieri.

Storia

Esistono numerose attestazioni che fanno risalire l’esistenza di Legnago addirittura fino a quella che chiamiamo Età del Bronzo, ossia quel periodo che va dal 3400 a.C. fino al 1100 a.C. Come ci insegnano i libri di storia, fin da quando siamo bambini, lo sviluppo delle città in età antica è sempre favorito dalla presenza di un corso d’acqua. Questo non solo permette l’insediamento dell’uomo ma che ha anche una funzione difensiva. Legnago non fa eccezione, essendo sorta proprio lungo le rive del fiume Adige. Presso il Museo Civico Fioroni e il Centro Ambientale Archeologico possiamo trovare resti della civiltà Etrusca. Altre fonti attestano anche il passaggio dei Romani, che si occuparono di rendere fertili le campagne, facendo diventare centrale il ruolo della città. Durante l’Alto Medioevo, Legnago divenne una roccaforte militare, di cui ancora oggi possiamo ammirare l’antica Porta Mantova, vicino a Piazza Garibaldi.

Nel corso del Medioevo, invece, si alternarono diversi popoli e amministrazioni, quale quella dei Longobardi, dei Franchi, del vescovo di Verona, di Ezzelino III da Romano, degli Scaligeri, dei Visconti e dei Carraresi. Ma il momento decisivo che segnò soprattutto l’assetto urbanistico della città fu il 1405, quando il popolo decise favorevolmente rispetto all’annessione alla Repubblica di Venezia. Durante questi anni l’architetto Michele Sanmicheli si occupò di consolidare le fortificazioni della città, che vennero successivamente distrutte da Napoleone, nel 1801. Al termine del periodo napoleonico la città tornò in mano agli austriaci, all’interno del regno Lombardo-Veneto. Nel 1866, con l’annessione del Veneto al Regno d’Italia, il paese riuscì a espandersi.

Cosa c’è da vedere a Legnago? Il Torrione, l’ex macello

Uno dei monumenti architettonicamente più suggestivi della città, a pochi passi dal Duomo, è il Torrione in piazza della Libertà. Eccellente testimonianza della storia dinamica e militaresca della città, il Torrione rappresenta uno dei simboli più amati di Legnago. Nello specifico, si tratta dell’unica torre superstite delle quattro che avevano costruito i veneziani agli angoli dell’antica Rocca. I veneziani, infatti, avevano costruito le mura cittadine e il torrione a partire dal 1525. Solamente nel 1559 riuscirono a portare a termine la costruzione, grazie all’operato di numerosi architetti illustri che si susseguirono nel corso degli anni. Tra questi ricordiamo Bartolomeo d’Alviano, Fra’ Giocondo, Michele Leoni e Michele Sanmicheli. Nel corso degli anni sono state necessari numerosi restauri che ne hanno determinato forti variazioni rispetto alla sua architettura originale.

Un altro edificio degno di nota è senza dubbio l’ex macello. Questo edificio, che al momento ospita in occasioni speciali eventi culturali e sociali, è la sede del Gruppo Alpini. Questo luogo, di forte impronta classica, presenta un accesso voltato e un portale da cui si stagliano due accessi laterali conducenti alla corte centrale. Nel 1882 l’inondazione dell’Adige distrusse l’edificio che solo successivamente Giuseppe Tavecchio, utilizzando un vecchio progetto austriaco, ricostruì. Oggi se andiamo a visitare l’ex macello troveremo nella parte destra le stanze del Gruppo Alpini, nella parte sinistra, invece, alcuni spazi di servizio, le sale per le riunioni, per il coro e un deposito. Sempre in quest’ultima parte troviamo un’area che era adibita alla carne e che adesso ospita rappresentazioni teatrali e convegni.

Il museo Fioroni

 

In viale della Stazione troviamo Villa Fioroni, un edificio risalente al 1887, dove possiamo ammirare la collezione privata della famiglia Fioroni. Il palazzo ottocentesco, che ospita l’omonima Fondazione culturale fondata da Maria Fioroni, raccoglie un gran numero di oggetti di grande interesse storico e culturale. Tra le diverse stanze troviamo la “Sala Orientale”, con i suoi souvenir esotici e trofei di caccia, insieme alla “Sala del Risorgimento” con i suoi cimeli di patrioti legnaghesi. In aggiunta, troviamo anche l’archivio e la Biblioteca Civica. Quest’ultima, inaugurata nel 1964 dall’onorevole Luigi Gui, vanta un patrimonio librario di oltre 40.000 volumi. Nell’archivio, invece, troviamo documenti antichissimi, risalenti al XVI secolo che ne fanno uno degli archivi più importanti della zona della bassa veronese. Tra questi documenti possiamo trovare testimonianze risalenti all’epoca della dominazione veneziana, i libri expensarum, ossia libri contabili, fotografie e documenti della prima guerra mondiale, della dominazione fascista e della seconda guerra mondiale.

Il Centro Ambientale Archeologico

Il Centro Ambientale Archeologico, o Museo Civico di Legnago, ha sede in un’antica struttura militare che costruirono gli Austriaci agli esordi del XIX. Il museo presenta quattro ampie sale che raccontano l’evoluzione della storia dell’umanità e la trasformazione dell’ecosistema della pianura veronese dal Neolitico Antico alla fine dell’Età del Ferro. La visita comincia con una sezione dedicata agli insediamenti e al popolamento del territorio per poi andare ad approfondire i rituali funerari dell’età del Bronzo. Con la terza sala si entra nell’età del Ferro dove veniamo in contatto con la cultura dei Veneti Antichi, attraverso le evidenze abitative e le testimonianze funerarie. Qui, è possibile osservare la ricostruzione quasi a dimensioni reali di una capanna paleoveneta, proveniente da un villaggio di Terranegra. Infine, nella quarta stanza, troviamo testimonianze di carattere funerarie attribuite ai Celti Cenomani. Queste attestano una forte influenza culturale delle popolazioni italiche e romane che stavano sempre di più prendendo piede.

Ti sei fatto incuriosire dalla storia di Legnago? Quali luoghi vorresti visitare? Faccelo sapere nei commenti!

Articolo di Francesca Proni

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