L’Accademia Carrara dista poco più di un kilometro dal cuore di Bergamo, dove nacque nel 1796 grazie al conte Giacomo Carrara e ad altri collezionisti. Diversamente da altri musei e pinacoteche, l’Accademia è nata grazie a donazioni di privati cittadini e non commissioni di papi o uomini potenti.
Il suo ricco patrimonio è per lo più costituito da dipinti, ma anche sculture, disegni, stampe e monili. Importanti anche i libri ed i fondi che costituiscono la biblioteca dell’Accademia. Gli studiosi possono inoltre consultare l’archivio su appuntamento.
Ad ottobre 2022 si è deciso di trasformare il bosco dell’Accademia in parco, con tanto di bistrot. In questo modo durante gli orari di apertura del museo i fruitori del parco transiteranno per le sale, mentre nelle ore di chiusura si potrà entrare dalla porta in via della Noca.
Il patrimonio dell’Accademia
La parte più cospicua dei lasciti che si sono susseguiti nel tempo è composta senza dubbio dai dipinti: autori come Mantegna, Bellini, Tiziano, Rubens, Raffaello, Hayez e molti altri si susseguono all’interno della Pinacoteca.
Sono inoltre presenti più di 130 sculture, di cui molte di epoca rinascimentale, arrivate all’Accademia grazie a Giovanni Morelli. Il patrimonio scultoreo comprende anche busti ottocenteschi e primonovecenteschi.
La maggior parte dei disegni furono raccolti proprio dal conte Carrara, molti tra l’altro provengono dalla scuola pittorica da lui fondata
L’Accademia Carrara possiede inoltre circa 7500 stampe, raccolte in volumi, mentre le monete sono greche, romane, medievali fino ad arrivare all’Ottocento; invece, le medaglie coprono i secoli dal Quattrocento all’Ottocento
La biblioteca comprende circa 1300 volumi, la maggior parte dei quali appartenuti al conte Carrara. Forte la presenza della letteratura canonica, ma ancor più numerosi sono i testi di storia dell’arte come i trattati di Leon Battista Alberti e Giorgio Vasari.
Giacomo Carrara…
Il principale donatore fu ovviamente il conte Giacomo Carrara, figlio del conte Carlo Carrara ed Anna Passi. Giacomo iniziò ad intrecciare rapporti con artisti e studiosi italiani già dal 1755, data per lui importante in quanto la morte del padre gli lasciò una cospicua eredità. E allora quale occasione migliore per ampliare la collezione d’arte della famiglia?
In questo stesso periodo sposò la cugina Marianna Passi che sostenne la passione per il collezionismo del marito. Non solo, ma il conte fu anche un mecenate ed un erudito.
Il conte acquistò nel 1766 lo stabile che oggi è il nucleo originario dell’Accademia Carrara: alla sua morte, avvenuta vent’anni dopo, la collezione contava più di 1270 dipinti. Tra quelli conservati oggi all’Accademia solo 407 sono provenienti dalla collezione del defunto conte, infatti nella prima metà dell’Ottocento la maggior parte fu venduta all’asta.
La collezione contava molti esemplari di pittura veneta e lombarda, dal Rinascimento alla contemporaneità e pare che, all’interno delle sale, i dipinti fossero suddivisi per temi, per esempio sale dedicate ai letterati, ai pittori, ai poeti e così via.
…e gli altri collezionisti
Oltre al conte Carrara tra le maggiori collezioni che confluirono nell’Accademia c’è senza dubbio Guglielmo Lochis, personaggio di spicco nella vita pubblica di Bergamo, che negli anni conseguì numerose nomine. Il conte Lochis iniziò la propria raccolta negli anni Venti dell’Ottocento, arrivando a possedere opere di Lorenzo Lotto, Giovanni Bellini, Tiziano e perfino il San Sebastiano di Raffaello. Per esporre la sua collezione il conte Lochis fece costruire una villa presso la Crocetta di Mozzo, fuori Bergamo. Il suo testamento imponeva alla città di prendersi cura dell’apertura al pubblico di questa villa; invece, dopo una trattazione con l’erede circa 550 dipinti furono destinati all’Accademia Carrara, sotto la supervisione di Giovanni Morelli.
Giovanni Morelli e Federico Zerri
Giovanni Morelli fu un medico, storico dell’arte e senatore del regno d’Italia- in quanto aveva partecipato ai moti del 1948. Ma soprattutto è famoso per il suo metodo che consisteva nell’osservazione e comparazione; quindi, un metodo fondato sul confronto delle forme in quanto ogni artista aveva un suo modo peculiare di dipingere orecchie, mani ed occhi delle figure rappresentate.
La sua raccolta era fondata più sul gusto che su un’idea precisa, che si ampliò soprattutto tra gli anni Sessanta e Settanta anche arrivando a possedere opere acquistate dal cugino Giovanni Melli e poi ereditate. Nella collezione di Morelli vennero a confluire opere come le Storie di Virginia romana di Botticelli ed il Ritratto di Leonello d’Este di Pisanello che adornavano la sua casa a Milano ma che nel 1892 giunsero all’Accademia Carrara.
Grazie a Federico Zerri, invece, l’Accademia ha acquisito sculture, mentre la sua biblioteca e la fototeca sono state donate all’Università di Bologna. Nonostante Zerri fosse una figura marginale nel panorama culturale italiano ebbe con la stessa Accademia collaborazioni altalenanti che si consolidarono con la pubblicazione da parte dello studioso del catalogo della raccolta di Morelli a donando alla sua morte la propria collezione di sculture.
Accanto a queste donazioni cospicue ve ne sono altre importanti, come quelle grazie alla quale è arrivata all’Accademia la Madonna col Bambino di Mantegna, grazie a Carlo Menzi.
Eventi dell’Accademia Carrara
L’Accademia offre di continuo numerosi eventi, esposizioni temporanee e festival di volta in volta consultabili sul loro sito, oltre ovviamente alle opere permanenti.
Insomma, l’Accademia propone opere meravigliose ed installazioni sempre nuove, in base al tipo di evento.
L’Accademia si trova in Piazza Giacomo Carrara 82 ed è raggiungibile a piedi dal centro di Bergamo e per un piccolo tratto tramite un autobus. Bergamo è ricca di opere d’arte e monumenti, vi consigliamo di fare un bel giro per la città… Un altro luogo sicuramente da visitare è la Cappella Colleoni, ma sono davvero tanti!
Allora: non vi è venuta voglia di visitare questo gioiellino bergamasco? Visitate l’Accademia Carrara e fatecelo sapere nei commenti!
Articolo di Samantha Musolino
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